Simone Di Meo per Dagospia
luigi di maio
Gli uomini che sono entrati nello studio dell'avvocato Maurizio Lojacono, a Napoli, sapevano perfettamente che cosa cercare. Tre pc, uno dei quali in uso a un collaboratore, contenenti vent'anni e più di attività forense; e un fascicolo di un procedimento giudiziario molto delicato di cui Lojacono si sta occupando da qualche settimana.
Altro non sembra essere stato trafugato, neppure oggetti di valore maggiore rispetto ai personal computer rubati. Nessun segno evidente di effrazione se non un mezzo buco in un vetro di una finestra, in un'altra stanza, che pare più un depistaggio che il segno del passaggio dei criminali.
LADRO
Lojacono è l'avvocato del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, e sta seguendo anche il processo che vede imputato il re della sanità privata campana, Paolo Jannelli. Il penalista ha fatto inoltre parte del collegio difensivo che ha ottenuto l'archiviazione dell'inchiesta a carico del gip Alberto Capuano, indagato dai pm partenopei per un'ipotesi di favori incrociati con un potente gruppo imprenditoriale sospettato di legami con la camorra vesuviana.
Prima di passare a Roma per competenza, il fascicolo si era arricchito anche delle intercettazioni fatte dai carabinieri nell'ufficio del giudice in Tribunale. Tutto il castello accusatorio è stato, punto per punto, smontato dalla difesa con copie di assegni, fatture e documenti contabili sino a ottenere, dallo stesso pubblico ministero di Piazzale Clodio, la richiesta di «assoluzione» per la toga. Rimane l’incognita sulla tipologia di refurtiva, non apparendo credibile che abbiano rischiato pene severissime per impossessarsi di computer di scarso valore.
PAOLO JANNELLI AL LAVORO
(simonedimeo@gmail.com)