STRAUSS KAHN E LA PROSTITUTA JADE AL FONDO MONETARIO
1. STRAUSS KAHN, SI CHIUDE IL PROCESSO - VERRÀ ASSOLTO (MA NON RIABILITATO)
Stefano Montefiori per “il Corriere della Sera”
Gli hanno dato del Sardanapalo dei tempi moderni, del Minotauro, «l’onnipotenza allo stato puro», o del Gérard Depardieu per il talento nel recitare la parte del cliente a sua insaputa (quando è Depardieu ad averlo impersonato nel film di Abel Ferrara).
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Ma non sono riusciti a dimostrare che Dominique Strauss-Kahn era a conoscenza dello «status prostitutivo», come ha detto lui con bell’eufemismo, delle donne che ha incontrato tra il 2009 e il 2011. Quindi, pur disgustati, lunedì gli avvocati delle parti civili hanno ritirato le accuse. E ieri la procura di Lille è tornata a chiedere, per l’ex direttore del Fondo monetario internazionale, il proscioglimento come già aveva fatto nell’estate del 2014 (erano stati i giudici istruttori a insistere per portarlo in tribunale).
Dominique Strauss-Kahn
L’assoluzione dell’uomo che era destinato all’Eliseo è ormai scontata, arriverà nelle prossime ore. «DSK» presto non avrà più pendenze giudiziarie, il calvario personale cominciato il 31 marzo 2011 con l’arresto a New York per il caso Sofitel sta per concludersi: dopo quattro anni, una transazione civile (oltre un milione di dollari pagati alla cameriera Nafissatou Diallo) e il divorzio dalla celebre giornalista Anne Sinclair.
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A Lille Dominique Strauss-Kahn era accusato, assieme ad altre 13 persone, di concorso in sfruttamento della prostituzione, rischiava 10 anni di carcere e un’ammenda di un milione e mezzo di euro. Alcuni dei suoi co-imputati saranno probabilmente condannati, lui si salverà perché la sua linea di difesa ha tenuto fino alla fine: sì, ho avuto relazioni sessuali con prostitute, ma non sapevo che fossero tali.
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In Francia solo lo sfruttamento e il favoreggiamento sono reati, i clienti non sono puniti. Tanto meno chi, come Strauss-Kahn, evoca uno spiacevole equivoco, e nessuno riesce a provare il contrario. Il caso «DSK» è straordinario, e non solo perché l’ex ministro socialista è stato distrutto dai processi penali anche se li ha vinti tutti. Colleziona assoluzioni dopo udienze iper-mediatiche, eppure è difficile parlare di accanimento giudiziario nei suoi confronti, di magistrati moralisti e populisti pronti a perseguitarlo sulle due coste dell’Atlantico solo perché ricco e potente.
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Il suo essere una celebrità gli è costato di sicuro telecamere e qualche compiacimento inquisitorio in più, a partire dalla sfilata in manette e barba lunga la sera dopo il drammatico arresto a New York. Ma quel fare da padrone del mondo, l’abitudine ad affrontare il pubblico e i capi di Stato, deve averlo aiutato quando in tribunale a Lille in questi giorni «DSK» tirava fuori le mani dalle tasche e spiegava paziente che cos’è il libertinaggio, ascoltando senza battere ciglio le testimonianze di due prostitute in lacrime.
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«Mi ha costretta, mi faceva male e lo vedeva perché cercavo di divincolarmi e piangevo, ma ha continuato ridendo», ha raccontato Mounia. «Nessun cliente mi ha mai trattata così, mi ha imposto un tipo di rapporto che non volevo, ero devastata», ha aggiunto Jade. Dominique Strauss-Kahn si è limitato a osservare che «forse ho una sessualità più brutale della media, ma è la stessa con tutte le donne. Non mi sono comportato così perché pensavo fossero prostitute, pensavo fossero libertine come me». Quindi, innocente.
STRAUSS KAHN GUARDA IL PACCO DI HOLLANDE COME A CHIEDERE QUAL E IL SUO SEGRETO
Altri procuratori forse si sarebbero interessati un po’ di più al confine tra sesso brutale ma consenziente e violenza sessuale, una distinzione che in qualche momento delle deposizioni di Mounia e Jade è parsa particolarmente labile. Invece nulla.
Le associazioni che si erano costituite parti civili dicono che comunque il risultato che cercavano lo hanno raggiunto, hanno mostrato al mondo quanta parte di sopraffazione e miseria può esserci nella prostituzione: «Ci sarà un prima e un dopo DSK», dicono. Strauss-Kahn invece il suo obiettivo lo ha in parte mancato: cercava la riabilitazione, sarà solo assolto.
NAFISSATOU DIALLO LA CAMERIERA CHE HA ACCUSATO DOMINIQUE STRAUSS KAHN DI STUPRO
2. IL PECCATO NON È REATO
Nicoletta Tiliacos per “Il Foglio”
Il 2 febbraio scorso, all’apertura del processo a Lille contro Dominique Strauss-Kahn, accusato con altre tredici persone di “sfruttamento aggravato della prostituzione”, il presidente della corte aveva premesso che compito del tribunale “non è quello di essere il guardiano della morale ma del diritto e della sua buona applicazione”.
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E ieri il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto per l’ex direttore del Fondo monetario internazionale il “rilascio puro e semplice”, perché nelle “serate libertine” all’Hotel Carlton di Lille (e a Vienna, Madrid, Parigi e Washington) non si sarebbe consumato altro che sesso di gruppo liberamente scelto da tutti i partecipanti.
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Tutti, comprese le giovani prostitute delle quali DSK ha ribadito di non aver mai nemmeno sospettato la professione, perché erano semplicemente “portate da amici” e lui non si sognava di pagare nessuna. Il procuratore, che in fase istruttoria aveva già chiesto senza successo l’archiviazione, ha sostenuto che “non siamo di fronte a una rete mafiosa, ma a un gruppo di amici che cercava soddisfazione per degli ego, delle ambizioni e semplicemente dei piaceri sessuali… hanno perso tutto – ha detto riferendosi alla pubblica messa alla gogna sui media – e chiedo al tribunale di tenerne conto nella decisione”.
Marysthell Garcia Polanco
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A questo punto, dopo che già lunedì due delle tre parti civili avevano rinunciato all’azione giudiziaria, e dopo che nessuna delle (ormai ex) prostitute che pure avevano accusato DSK di “rapporti brutali” e di “comportamenti animaleschi” ha potuto accusarlo di violenza, per DSK si profila l’ennesima assoluzione: “Non ho visto né nelle informazioni giudiziarie né durante le udienze le prove della colpevolezza di Dominique Strauss-Kahn”, ha concluso il procuratore. DSK può aver avuto comportamenti odiosi e perfino riprovevoli – il peggiore lo ha ricordato sul Foglio del 12 febbraio Alessandro Giuli: aver detto che le prostitute “gli fanno orrore” (povera anima santa, all’improvviso contagiata dal bacchettonismo dei suoi stessi accusatori).
ruby Faggioli
Eppure peccati e reati continuano a non essere sinonimi, dalle parti di Lille, e il rappresentante della pubblica accusa al processo ha dimostrato di esserne consapevole. Di tutt’altra tempra certi suoi colleghi italiani. La procura milanese ha ordinato la perquisizione delle abitazioni di una ventina delle ragazze passate alla storia come “Olgettine”.
Le ospiti delle “cene eleganti” nella dimora dell’ex premier Berlusconi sono tuttora accusate di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza: si ostinano a non confessare di aver ricevuto denaro dal Cav. in cambio del silenzio. Ma non sfugge, ai procuratori, il tenore di vita “elevato” di alcune di loro. E vuoi che non ci sia lo zampino di chi cerca di coprire mercimoni e “festini a luci rosse” spacciati per decenti convivi? Assolto dall’accusa di prostituzione minorile e di concussione nel “caso Ruby”, il Cav. è comunque colpevole del reato di “cena elegante”.
barbara guerra Faggioli