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    L'OMS SE LA CANTA E SE LA SUONA – L'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ HA INCARICATO UN GRUPPO DI RICERCATORI DI STUDIARE LA RISPOSTA GLOBALE AL COVID E QUELLI HANNO RISPOSTO PUNTANDO IL DITO CONTRO L'ISTITUTO GUIDATO DA GHEBREYESUS: "L'OMS E I LEADER GLOBALI AVREBBERO POTUTO EVITARE IL DIFFONDERSI DELLA PANDEMIA" – "LA RAPIDA TRASMISSIONE DEL VIRUS SAREBBE STATA SERIAMENTE INIBITA SE GLI SPOSTAMENTI INTERNAZIONALI FOSSERO STATI LIMITATI PRIMA"


     
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    Otto Lanzavecchia per www.formiche.net

     

    membri oms a wuhan membri oms a wuhan

    L’organizzazione mondiale della sanità (Oms) e i leader globali avrebbero potuto evitare il diffondersi della pandemia di Covid-19. Questa la feroce conclusione del rapporto definitivo dell’Independent Panel for Pandemic Preparedness and Response (Ippr), una commissione indipendente creata a maggio 2020 dalla stessa Oms con lo scopo di studiare la risposta globale all’emergere e al diffondersi del coronavirus e preparare delle linee guida per scongiurare la prossima pandemia.

     

    tedros adhanom ghebreyesus tedros adhanom ghebreyesus

    I risultati del rapporto non risparmiano nessuno: «[l’Ippr] ha trovato anelli deboli in ogni punto della catena di preparazione e risposta». A partire dalle autorità cinesi, ree di essere state troppo lente nel riconoscere il diffondersi del virus tra le persone a Wuhan e nell’avvertire il resto del mondo, autorità sanitarie comprese.

     

    Ma ne esce male anche il regolamento internazionale sanitario dell’Oms, l’unico strumento giuridicamente vincolante sui focolai di malattie, che «nello stato attuale serve a limitare piuttosto che facilitare un’azione rapida» ed è semplicemente inefficace per la nostra epoca iperconnessa. “La rapida trasmissione del virus sarebbe stata seriamente inibita se gli spostamenti internazionali fossero stati limitati prima e più ampiamente”, ha detto Helen Clark, co-presidente dell’Iprr, all’evento di presentazione del rapporto.

     

    Mercato di Wuhan Mercato di Wuhan

    L’obiettivo successivo degli schiaffi degli autori sono i leader globali, colpevoli di aver “sprecato” il mese di febbraio 2020 con un approccio del tipo “aspettiamo e vediamo che succede” invece di “attuare strategie aggressive di contenimento” che avrebbero prevenuto il diffondersi del virus, classificato dall’Oms come emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale il 30 gennaio 2020.

     

    Gli esperti dell’Ippr non mancano di criticare la mancanza di piani di contingenza o la loro debolezza, l’assenza di coordinazione globale e la svalutazione della scienza nei processi decisionali. Rimarcano come i Paesi, di conseguenza, si siano scapicollati per ottenere dispositivi di protezione, medicinali ed equipaggiamenti. I finanziamenti delle strutture di risposta e prevenzione erano insufficienti, aggiungono, e i fondi messi a disposizione in un secondo momento sono arrivati troppo tardi.

     

    Ellen Johnson Sirleaf Ellen Johnson Sirleaf

    Ma non è finita. «Lo staff dell’Oms ha lavorato molto duramente per fornire consigli e guida, ma gli stati membri avevano sottodimensionato il suo potere di fare il lavoro che gli veniva richiesto». Infatti il Panel propone, tra le altre cose, la creazione di un nuovo “Consiglio per le minacce alla salute globale” e un organo preposto alle pandemie.

     

    Gli esperti della commissione propongono anche di dare più fondi e poteri all’Oms, in modo da consentire all’organizzazione di raccogliere dati e agire senza dover attendere l’approvazione dei governi, e di creare uno “Strumento di finanziamento pandemico internazionale”, dotato di 5-10 miliardi di dollari all’anno da destinare alla preparazione e capace di poter raccogliere e dislocare 50-100 miliardi con rapidità estrema.

     

    Pandemia Pandemia

    Al momento i membri dell’Ippr sono in contatto con i leader di governo per garantire che le misure siano attuate. Le misure proposte, invece, saranno probabilmente discusse nella cornice di un evento globale ad hoc in seno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

     

    «Gli scaffali dei magazzini delle Nazioni Unite e delle capitali nazionali sono pieni di rapporti e recensioni di precedenti crisi sanitarie», ha detto Ellen Johnson Sirleaf, l’altra co-presidente della commissione speciale. «Se i loro avvertimenti fossero stati ascoltati, avremmo evitato la catastrofe in cui ci troviamo oggi. Questa volta deve essere diverso».

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