Romina Marceca per repubblica.it
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Nei suoi occhi c'è ancora il terrore, intatto come sei giorni fa. "Prendete subito quell'uomo, è un mostro, può far male ad altre donne", è il suo appello dal letto d'ospedale. Questa donna la chiameremo Marta perché sta lottando come una guerriera per riuscire a scacciare via la paura dopo lo stupro di venerdì sera alla Garbatella, a Roma, quartiere vivace, impegnato e pieno di locali.
"Pensavo di morire, lui era lì solo per violentarmi, era brutale. Prima mi ha presa per la gola, poi mi ha fratturato lo sterno", dice chiudendo gli occhi cerchiati dai lividi. Un altro segno lasciato da quell'uomo senza pietà.
Lei stava salendo sulla sua auto, sotto la pioggia alle 23 circa. Era in un quartiere centrale della capitale.
"Non era la prima volta che mi trovavo lì, reputo la Garbatella un quartiere tranquillo. Stavo recuperando la macchina a poca distanza da un locale dove ero stata con delle amiche. Loro mi aspettavano lì, dovevo ritornare a prenderle".
Non è stato così.
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"Quell'uomo mi ha stordito in un modo brutale all'improvviso. Mi ha presa per la gola, fino a quando ho pensato che stavo per morire. Mi ha schiacciata contro il freno a mano, in quel momento mi ha fratturato lo sterno. A un certo punto non ho avuto la forza di reagire. E anche se provavo a divincolarmi, mi sono resa conto che mi aveva incastrato. Qualsiasi cosa avessi provato a fare mi avrebbe massacrata. Una violenza spropositata, senza motivo. Lui poteva prendersi la macchina, la mia borsa, il telefonino, tutto. Invece voleva solo farmi del male, violentarmi. Era questo il suo obiettivo. Poi si è preso anche i soldi".
Lei ha cercato di difendersi?
"Sì, ma adesso penso che forse se mi fossi difesa di meno lui mi avrebbe massacrata di meno. Mentre mi stringeva le mani al collo, pensavo di morire. Allora l'ho guardato e gli ho ripetuto più volte: "Perché?". In quel momento mi ha rotto lo sterno. Non so dire se era drogato o aveva bevuto".
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"Non è un senzatetto, quelle persone sono vittime come me della società, non sono loro il problema. Per me è uno della zona, conosce le strade e sa come muoversi. Non è capitato lì per caso, lui vive lì. Era una persona curata, dalla carnagione scura, forse un africano. Ma non posso essere più precisa, i miei ricordi sono ancora confusi. Lui era molto organizzato. Era tutto preparato e premeditato. Nella modalità è stato molto preciso, freddo".
Perché lei dice che era organizzato? Pensa che l'abbia pedinata?
"Lui cercava rogne in giro quella sera. E, secondo me, mi ha avvistata. Ma poteva essere qualsiasi altra donna la vittima. Invece è successo a me e adesso sento di dover tutelare la mia famiglia. Tra i miei parenti c'è chi non sa cosa mi è accaduto".
Lei in questa settimana appena trascorsa non è stata l'unica vittima di stupro a Roma.
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"Purtroppo no. Ho letto di quel ragazzo a San Lorenzo. Anche lì una violenza terribile. Per quanto riguarda quello che è accaduto a me, ancora sono sorpresa e mi chiedo come mai sia successo tutto questo a pochi passi da un commissariato di polizia".
Pensa che Roma sia poco sicura?
"Penso che la città sia da curare di più sotto il profilo della sicurezza. La città deve essere un luogo sicuro dove vivere e è assurdo che è successo tutto questo, ripeto, a due minuti da un commissariato".
Cosa si sente di consigliare alle altre donne?
"Non penso di avere commesso qualche sbaglio quella sera. Spero che la polizia faccia il suo dovere e fermi quell'uomo subito perché può far male a altre donne. Non so cosa consigliare a loro. Posso dire che è stata una tragica fatalità e che poteva capitare a me come a qualsiasi altra persona. È stata pura violenza".
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Le donne sono scese in piazza a Garbatella per lei.
"Ho visto che c'è tanta attenzione attorno a quello che mi è successo. Chiedo di essere lasciata sola a riprendermi da quanto ha sconvolto la mia vita. Mi ha fatto piacere percepire dal mio letto d'ospedale tutta la solidarietà. Sono stati giorni difficili, adesso mi sto riprendendo un po'".
Nella sua stanza Marta è circondata dalle amiche e dai parenti con i quali si è confidata. Accanto alla sua mano bucata da una flebo c'è un libro: L'ottava vita. Parla di passioni e violenze, incontri, fughe e ritorni di sei generazioni e sette donne. Forse Marta lì dentro sta cercando la forza per ricominciare.
TRE STUPRI IN UN WEEKEND
Emilio Orlando per leggo.it
L’emergenza stupri nella Capitale approda in prefettura. Ieri mattina, il prefetto di Roma Matteo Piantedosi ha coordinato il tavolo tecnico con le forze di polizia e il Campidoglio, per fronteggiale l’allarme della violenza, in preoccupante l’escalation di abusi nelle zone della movida, specie nel fine settimana.
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Roma, tre casi di stupro in un weekend
Dopo i tre episodi, avvenuti in un solo weekend - uno a San Lorenzo, il quartiere universitario e dei locali storici dove un ventiduenne è stato rapinato, pestato e stuprato, uno alla Garbatella dove una ragazza che stava rincasando è stata abusata in un parcheggio vicino alla discoteca dove aveva passato la serata con le amiche e uno stupro di gruppo a Ostia - al summit sulla sicurezza è stato pianificato un deciso intervento nelle zone individuate come quelle più a rischio: le fermate della metropolitana e dei bus, la stazione Termini, le aree mercatali buie la sera, San Lorenzo e le zone del divertimento notturno. Contemporaneamente verrà effettuata un’ulteriore mappatura delle strade a maggior rischio.
I soldi da investire in sicurezza ci sono, ha garantito l’assessora alle Pari Opportunità Monica Lucarelli: «Abbiamo trovato 9 milioni di euro da utilizzare tra il 2022 e il 2023 per investimenti in telecamere e illuminazione delle aree più buie». Si può fare, anche in epoca di caroi energia: «Da una analisi fatta da Acea l’illuminazione pubblica ha un impatto abbastanza ridotto sui consumi - ha spiegato Lucarelli - l’ultima cosa da fare per combattere la violenza sulle donne è spegnere la città. Noi non lo faremo».
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Mentre da un lato la crescita esponenziale delle violenze contro le donne e le categorie fragili ha subito un picco nelle ultime settimane, dall’altro c’è da rilevare come almeno dieci tentativi di violenze sessuali sono state sventate da polizia e carabinieri, negli ultimi mesi durante i servizi di controllo del territorio. Il coordinamento della questura con il sistema Mod - acronimo che sta per “modulo operativo dedicato”, integrato con quello del comando dei carabinieri - ha sventato numerosi tentativi di violenza.
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