Marina Amaduzzi per "www.corrieredibologna.corriere.it"
Andrea Zanoni
«Se non ci fosse il vaccino avremmo il triplo dei ricoveri, vista la contagiosità della variante Delta. Su dieci pazienti nove non sono vaccinati: qualcosa vorrà dire no?». Andrea Zanoni dirige la Covid Intensive Care, la terapia intensiva Covid al padiglione 25 del Sant’Orsola dove sono ricoverate 42 persone in degenza ordinaria e 10 appunto in terapia intensiva.
Com’è la situazione?
«I ricoveri sono aumentati molto rispetto all’agosto dell’anno scorso. Abbiamo aperto due reparti di degenza ordinaria invece di uno mezzo vuoto l’estate scorsa. In terapia intensiva ho 10 pazienti, contro i 3-4 dell’anno scorso. Insomma, c’è una pressione maggiore, ancora niente di drammatico sia ben chiaro, ma la situazione è più impegnativa».
CORONAVIRUS - TERAPIA INTENSIVA
Sono cambiati i pazienti?
«Sì decisamente. Ci sono più pazienti giovani, in terapia intensiva abbiamo avuto anche un ragazzo di 23 anni, senza comorbilità, che è stato intubato e poi estubato. L’età media dunque si è molto abbassata anche nelle degenze ordinarie dove però arrivano forme di malattia più leggere. Gli anziani sono pochissimi, così come i non vaccinati».
Anche in terapia intensiva non sono vaccinati?
Terapia intensiva 3
«Di quelli che ho ricoverati ora tutti, a parte uno, hanno la polmonite bilaterale, l’altro è entrato per altre patologie e dallo screening pre-ricovero è risultato positivo. I 9 con la polmonite sono tutti non vaccinati, a parte uno».
È una ulteriore dimostrazione della differenza che fa il vaccino no?
«Assolutamente, non c’è alcun dubbio. Se non avessimo i vaccini avremo il triplo dei malati. I vaccini poi non coprono al 100% ma al 98%, per cui c’è sempre quel 2% di possibilità di sviluppare la malattia che però non è una forma lieve, breve, leggera. È vero anche che i vaccinati possono essere contagiosi, ma gli studi mostrano che il tempo di contagiosità si riduce a un quarto, quindi con meno possibilità di far circolare il virus.A meno di nuove varianti il vaccino funziona. Stiamo proteggendo le parti ricche del mondo, dove non è stata fatta una campagna vaccinale e dove c’è un’ampia circolazione del virus le probabilità che si sviluppino altre varianti è alta».
TERAPIA INTENSIVA
Tornando alla comunità bolognese, cosa si aspetta per settembre?
«In realtà di questi tempi pensavo di essere vuoto come l’anno scorso, di essere in una situazione migliore. Questo stato di cose ci ha colto di sorpresa, pensavamo di passare un’estate più tranquilla, invece la passiamo con più pazienti e più pazienti intubati. Le previsioni degli esperti dell’Università di Bologna dicono che ci sarà un incremento ulteriore tra fine agosto e l’inizio di settembre. È il picco previsto da loro, anche se non è paragonabile a quello che abbiamo vissuto a marzo. Dovrebbe essere un’onda più breve e con un numero di ricoveri molto inferiore. Ci aspettiamo di essere un po’ sotto stress a fine agosto».
coronavirus il reparto di terapia intensiva del sant'orsola di bologna
E dopo?
«Tutto dipende dalla campagna vaccinale. Siamo ancora dentro questa pandemia, credo che ne avremo ancora per tutto il 2022, ma per restare all’autunno molto dipenderà anche dalle decisioni che saranno prese sulla scuola. Solo i ragazzini vaccinati andranno a scuola in caso di focolaio e i non vaccinati in dad? Sono decisioni che conteranno. Tornando ai miei 10 pazienti di adesso, otto sono no vax, persone di 60-70 anni che sono stati contagiati dai figli o dai nipoti».
coronavirus il reparto di terapia intensiva del sant'orsola di bologna
Ma quando un no vax viene ricoverato si pente?
«In genere quando ti senti dire ti addormentiamo perché ti intubiamo il pentimento viene da sè. A parte una signora che ha detto chiaramente che se la vaccinavamo mentre era sotto anestesia ci avrebbe denunciato. La testa della gente è anche questa. Devo essere sincero: sono quasi più stanco degli atteggiamenti di chi non vuole vaccinarsi che del Covid in sé, ne sentiamo di tutti i colori».
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