Stefano Iannaccone per https://www.editorialedomani.it/ -Estratti
giorgia meloni
Appena un argomento diventa scottante, il governo Meloni segue una sola strada: la fuga. Qualsiasi tema complicato, infatti, viene discusso il minimo indispensabile per archiviarlo il prima possibile. Dalla legge di Bilancio all’accordo con l’Albania è un continuo tentativo di scappare dal confronto. E di conseguenza dalle proprie responsabilità. La manovra economica è solo il caso più significativo, di maggiore impatto.
TOCCATA E FUGA
Quella che inizia è una settimana cruciale e già oggi è una giornata particolarmente delicata. Nel primo pomeriggio dovrebbe arrivare, salvo slittamenti, il giudizio dell’Unione europea sul provvedimento. Nell’esecutivo c’è fiducia. Alle 18, poi, scadrà il termine per la presentazione degli emendamenti in commissione bilancio al Senato.
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GIORGIA MELONI
Giorgia Meloni ha deciso la strategia della fuga: farà bocciare a raffica gli emendamenti, riducendo al lumicino il dibattito. Il presidente della commissione Bilancio a Palazzo Madama, Nicola Calandrini, sarà severo giudice delle ammissibilità.
ALBANIA IN PARLAMENTO
E se sulla manovra la fuga dovrà comunque durare almeno un mese, perché è difficile fare di meno, su altri punti si mira a ridurre drasticamente i tempi. Un esempio? Il confronto sull’accordo stipulato con l’Albania per contrastare gli sbarchi in Italia.
GIANCARLO GIORGETTI GIORGIA MELONI
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A Montecitorio saranno presentate le risoluzioni, da mettere ai voti, sul testo del discorso del vicepremier: con l’approvazione del documento la maggioranza pensa di cavarsela e tirare dritto. Basta e avanza un solo passaggio, almeno nella logica di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.
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giorgia meloni foto di bacco.
CALENDARIO ANTI MES
Un altro capitolo della fuga del governo Meloni riguarda l’eterno confronto sul Mes. La sua ratifica risulta tra i punti all’ordine del giorno della settimana. Ma l’attesa è destinata a rimanere frustrata, non ci sarà alcuna votazione né una discussione.
La combinazione di provvedimenti, infatti, consente di posticipare il dibattito in aula sul meccanismo di aiuti agli stati. Non si tratta di un rinvio vero e proprio: semplicemente il calendario dei lavori è stato costruito per favorire lo slittamento indefinito della discussione, che rappresenta tuttora un problema per il centrodestra.
GIORGIA MELONI
L’idea resta quella di sempre: la contrarietà all’approvazione. Solo che dall’Unione europea è ancora in atto un pressing asfissiante. Il tentennamento dell’Italia è un problema per Bruxelles e a ogni incontro con i suoi omologhi, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è costretto a prendere tempo.
Così l’appiglio è l’inserimento in un calendario sovraffollato: a Montecitorio c’è da convertire in questa settimana il decreto proroghe, nei prossimi giorni arriveranno altri due decreti, su immigrazione e Campi Flegrei. Almeno così si può scappare dal Mes senza nemmeno simulare un dibattito.
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