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    “SI CALI LE MUTANDE” – SUL CASO DELLA CANDIDATA FATTA SPOGLIARE AL CONCORSO IN MAGISTRATURA, INDAGA IL MINISTERO - LA PRIMA RELAZIONE SUL CASO NON CHIARISCE COSA È AVVENUTO. ORLANDO CHIEDE APPROFONDIMENTI – IL COMPORTAMENTO ‘IRRIDENTE’ DELLE AGENTI DONNA: “HAI IL CICLO”


     
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    Liana Milella per la Repubblica

     

    CRISTIANA SANI E IL CONCORSO IN MAGISTRATURA CRISTIANA SANI E IL CONCORSO IN MAGISTRATURA

    Su quel " giù le mutande" brutalmente ordinato da una poliziotta penitenziaria a Cristiana Sani - ormai già una settimana fa al concorso per diventare magistrato - al ministero della Giustizia manca ancora una "verità". Sul tavolo dei più stretti collaboratori del Guardasigilli Andrea Orlando, fino a ieri pomeriggio, c' era la relazione più importante, quella siglata da Santi Consolo, la toga che dirige le carceri italiane e con esse anche il corpo degli agenti di custodia.

     

    Proprio quelli che presidiano i concorsi. Nel nostro caso, come ha confermato ieri a Repubblica la stessa Cristiana Sani, anche quelli - un agente - e quelle - altre due agenti donna - che hanno tenuto nei suoi confronti un comportamento aggressivo, chiaramente irridente ( « Hai il ciclo? » ), in una parola offensivo.

     

    magistrati magistrati

    Ma nella ventina di pagine, tra le due della relazione e le altre di allegati, non c' è ancora nulla che possa condurre ai diretti responsabili. Ormai a sette giorni dalla drammatica denuncia di Sani su Facebook, che riassumeva nella parola " violenza" quanto le era accaduto, e che ha prodotto centinaia di reazioni indignate, in via Arenula manca una ricostruzione puntuale. Sono state chiesti altri approfondimenti. Ma l' impressione che si ricava dalle poche fonti che ricostruiscono il caso è che tuttora i vertici della penitenziaria neghino l' accaduto.

     

    Una sola ammissione viene fatta, a smentire una prima e del tutto informale replica, che accusava Sani di aver avuto con sé dei foglietti, al punto da essere espulsa. Vero sarebbe invece che durante gli scritti del concorso un numero esiguo di persone - tra le due e le quattro - sarebbero state trovate in possesso di appunti, e quindi espulse. Ma tra queste non c' è Sani, che invece, come lei stessa dice, ha portato a termine la prova e ne possiede le prove.

    ANDREA ORLANDO ANDREA ORLANDO

     

    Ma quanto racconta Sani - fermata mentre andava in bagno, messa in un angolo, costretta da due poliziotte in un corridoio, a spogliarsi fino agli slip - è vero o no? E soprattutto, sono state individuate le due agenti? Il loro comportamento è coperto da una procedura o è stato individuale e violento? Qui cominciano i distinguo e una ricostruzione parziale e soprattutto senza nomi, che hanno costretto gli stessi collaboratori di Orlando a chiedere un ulteriore supplemento di indagine.

     

    Nelle carte del Dap è scritto innanzitutto che non di perquisizioni si sarebbe trattato, ma solo di " verifiche", quindi ammesse dalla procedura. Quel venerdì, fuori della sala del concorso alla Fiera di Roma, si sarebbe creata una fila davanti a uno dei bagni interni. Proprio queste file, dicono al Dap, favorirebbero gli scambi di informazioni, e di carte, tra i partecipanti. Alcune ragazze sono state invitate a recarsi in un bagno esterno. Al loro rifiuto alcune sono state invitate in un locale chiuso per una "verifica".

     

    CRISTIANA SANI E IL CONCORSO IN MAGISTRATURA CRISTIANA SANI E IL CONCORSO IN MAGISTRATURA

    Già qui le versioni di Sani e del Dap divergono nettamente. Il Dap parla di una procedura soft, nessuna perquisizione, nessun tono offensivo. Opposta, e drammatica, la versione di Sani. Che parla di una perquisizione vera e propria - via il reggiseno, via le mutande - avvenuta in pratica davanti a tutti. L' impressione, da questo primo dossier, è che il Dap non creda alla versione di Sani al punto da chiedersi come mai nessuno, anche su Facebook, la confermi e dica c' ero anche io. Ma Orlando non è convinto e vuole saperne di più.

     

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