Cristiana Mangani per il Messaggero
SALVINI SEA WATCH
Il caso Sea Watch rischia di trasformarsi in una nuova Diciotti. Per la procura della Capitale, infatti, ci sono elementi sufficienti per contestare il reato di sequestro di persona. Non più, dunque, l' omissione di atti di ufficio ipotizzata inizialmente dal pm Sergio Colaiocco nel fascicolo di inchiesta aperto all' inizio di febbraio. Ora l' indagine si è fatta più pesante, in seguito ad alcuni accertamenti delegati dal magistrato alla Guardia costiera, e la documentazione inerente al caso è stata trasferita per competenza da piazzale Clodio alla procura di Siracusa, dove si sono svolti i fatti.
La nave della ong tedesca, infatti, ha atteso 12 giorni davanti al porto prima di avere l' ok per lo sbarco, che è poi avvenuto a Catania. Per questa ragione, il fascicolo rimarrà pochi giorni a Siracusa, perché il pm Fabio Scavone ha annunciato che invierà tutto alla procura distrettuale di Catania. «Siracusa - spiega - non ha aperto alcuna inchiesta sul caso Sea Watch. Non è emerso nulla di contestabile nei cinque giorni di permanenza della nave al largo del porto aretuseo». Toccherà quindi ai magistrati di Catania decidere: possono archiviare le accuse, oppure iscrivere nel registro degli indagati il ministro Salvini, perché è lui che ha vietato lo sbarco. In questo caso le carte finiranno nuovamente al Tribunale dei ministri.
sea watch
Proprio come era avvenuto per la nave Diciotti.
LA REAZIONE Il ministro dell' Interno, non appena ha saputo la notizia, ha replicato via Facebook. «È in arrivo un altro processo nei confronti del cattivone Salvini? Lo scopriremo insieme solo vivendo - ha commentato giocando sui testi della canzone di Lucio Battisti - Di certo io non cambio idea, in Italia si arriva solo con il permesso. Possono denunciare quanto vogliono, i porti italiani sono chiusi».
sea watch
Il procedimento era stato avviato dopo un esposto presentato il primo febbraio da Borderline in cui si ipotizzava il reato di omissioni di atti di ufficio. Arriverà a Catania, dove il procuratore Carmelo Zuccaro valuterà se esiste l' ipotesi di reato e a chi eventualmente contestarla. Se dovesse ritenere che non ci siano presupposti penalmente rilevanti, potrà anche chiedere l' archiviazione al Gip. Ma se, invece, dovesse concordare con la procura di Roma ed evidenziare qualche reato, allora potrà passare alla fase successiva: quella della richiesta di rinvio a giudizio al gip, oppure, a seconda di chi sia l' indagato, rivolgersi al Tribunale dei ministri, qualora il comportamento illegale sia ravvisato per il responsabile del Viminale.
salvini
Già lo scorso mese, per la vicenda Diciotti, era stata chiesta l' autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, perché era sua la decisione di vietare lo sbarco di 137 migranti (diversi anche minori), tenuti sul pattugliatore della Marina militare per dieci giorni. Ma, per intervento del Movimento 5 Stelle, che ha lasciato esprimere i propri elettori sulla piattaforma Rousseau i propri elettori, l' autorizzazione a procedere nei confronti del leader leghista non è stata concessa. Il Parlamento ha poi sancito che il ministro «aveva agito nell' interesse del paese», non permettendo quindi il processo. Nel frattempo, il Tribunale di Catania ha archiviato le posizioni del premier Giuseppe Conte e dei ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, che avevano sostenuto di aver preso le decisioni sulla vicenda in maniera collegiali.
matteo salvini e francesca verdini all anteprima di dumbo foto di bacco (17)
IL PROVVEDIMENTO È di ieri, invece, la notizia che la procura di Agrigento ha dissequestrato la nave Mare Jonio. A dieci giorni dallo sbarco a Lampedusa delle 50 persone soccorse nel Mediterraneo, in zona Sar libica, il procuratore aggiunto Salvatore Vella ha firmato il provvedimento per cessate esigenze probatorie dopo le acquisizioni di documenti fatte a bordo in questi giorni dalla Guardia di finanza su delega della stessa procura. Il sequestro della nave è infatti solo un sequestro probatorio. Il provvedimento è stato notificato al comandante Pietro Marrone, che è sempre rimasto a Lampedusa con l' equipaggio, e al capomissione Luca Casarini appena sbarcato sull' isola. «Vorrei che la Mare Jonio potesse tornare presto in mare a salvare vite, è questa la nostra missione», ha dichiarato Casarini che martedì della prossima settimana tornerà ad essere interrogato dai pm di Agrigento da indagato, così come il comandante, per i reati di favoreggiamento dell' immigrazione clandestina e mancato rispetto di un ordine proveniente da una nave militare.
sea watch matteo salvini 1