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    SUL SUPERBONUS IL GOVERNO HA FATTO UN SUPERPASTICCIO – IL DECRETO A COSTO ZERO, APPROVATO PER SEDARE TAJANI, METTE A RISCHIO LAVORI NON ULTIMATI PER 13 MILIARDI DI EURO – SOLO LO 0,3% DEI CANTIERI APERTI POTRÀ ANCORA AVVALERSI DEL 110%. GLI ALTRI SCENDERANNO AL 70% DI COPERTURA – NEL 2024 SI RISCHIA UNA VALANGA DI CAUSE DA PARTE DI IMPRESE E CONDOMINI – PREVISTA UNA SANATORIA “TOMBALE” SUI LAVORI PARZIALI DEL 2023, ANCHE PER QUELLI CHE NON HANNO RAGGIUNTO L'EFFICENTAMENTO ENERGETICO, CON IL RISCHIO DI FAVORIRE CHI HA FATTO IL FURBETTO…


     
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    Estratto dell’articolo di Valentina Conte per “la Repubblica”

     

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    Un decreto a costo zero per il governo. Ma salatissimo per imprese edili e famiglie. Il tasso di caos e tenzioso rischia di esplodere l'anno prossimo. In ballo ci sono 13 miliardi di lavori non ultimati. Solo una piccolissima parte di questi potrà ancora avvalersi del 110% e solo per specifiche famiglie: quelle con “reddito di riferimento” fino a 15 mila euro al quale applicare il quoziente famigliare introdotto per le villette. Sempre che al 31 dicembre siano arrivati almeno al 60% dei lavori.

     

    GIANCARLO GIORGETTI GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI - QUESTION TIME SENATO GIANCARLO GIORGETTI GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI - QUESTION TIME SENATO

    Significa 15 mila euro di reddito per un single. E al massimo 36 mila euro per due genitori con un figlio a carico. Ma il “fondo povertà” già esistente – introdotto nel passaggio tra il 110 e il 90% avvenuto quest'anno – non viene rifinanziato per sostenere queste “fasce meno abbienti”, come le definisce Palazzo Chigi.

     

    […]  Ecco che solo lo 0,3% – 50 milioni di lavori su 13 miliardi – conserverà il 110%. Gli altri scenderanno al 70% di copertura. Oppure bloccheranno i ponteggi e andranno allo scontro a colpi di ricorsi. Tutti contro tutti. Condomini contro imprese per i ritardi. Imprese contro i crediti incagliati. Famiglie con redditi alti contro famiglie con redditi bassi: chi vuole fermare tutto e chi vuole continuare.

     

    […]

    GIANCARLO GIORGETTI ANTONIO TAJANI GIANCARLO GIORGETTI ANTONIO TAJANI

     

    Viene poi introdotta una sanatoria sui lavori parziali svolti quest'anno. In tutti i casi manterranno il 110%, anche se gli interventi non sono ultimati. E soprattutto senza aver raggiunto le due classi di efficienza energetica, il vero scopo del Superbonus. In questo modo non si distingue tra soggetti in buona fede e furbetti, come l'Ance – l'Associazione dei costruttori – chiedeva di fare. Nessuno dovrà ridare soldi indietro né rischierà ipoteche.

     

    IL CONTO DEL SUPERBONUS - MEME BY OSHO IL CONTO DEL SUPERBONUS - MEME BY OSHO

    Sia chi è in ritardo per cause di forza maggiore: problemi con la cessione del credito e ritardi nella consegna dei materiali. Sia chi ha iniziato lo scorso settembre. Per questo Ance chiedeva un intervento selettivo per aiutare solo quei 30 mila condomini e quelle 300 mila famiglie vicine alla fine dei lavori e incolpevoli per i ritardi. Non è stato così.

     

    Il governo ha preferito per il 2023 una sanatoria tombale: tutti gli spezzoni di lavori fatti, anche se non efficienti energeticamente, saranno ripagati dallo Stato col 110%. La parte finale dei lavori slitterà invece al 2024, a meno di lasciare i cantieri a metà.

     

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    E l'anno prossimo lo sconto scende al 70%. Su chi pagherà la differenza del 40% si apriranno faide condominiali dagli esiti non scontati. I contenziosi saranno la strada più gettonata, proprio grazie alla sanatoria introdotta dal governo sul 2023. Se nessuno rischia di dover restituire i soldi o peggio di vedersi ipotecare l'immobile, allora proverà a giocarsi il tutto per tutto. Difficile scongiurare una paralisi dei lavori in corso.

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