Gianluca Veneziani per “Libero Quotidiano”
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Ci deve pur essere una qualche forma di etica nella volontà di far marketing e soldi. Ci deve essere un minimo senso di rispetto dell'essere umano, che prescinda dall'esigenza di business. È la prima obiezione che ti viene da fare quando vedi apparire sulla home di Facebook, tra i contenuti sponsorizzati, la pagina del sito di appuntamenti UkraineDate, con tanto di lanci acchiappa-clic del tipo «Incontra le donne ucraine», «Trova la tua bellezza ucraina» e foto di avvenenti figliuole di Kiev e dintorni.
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Incuriosito e indignato vai sulla pagina con 20mila follower e scopri che questo servizio ti permette di conoscere «single di qualità», «in Ucraina e in tutto il mondo». Sul sito poi, che vanta 800mila membri, leggi che «se stai cercando single ucraine, puoi trovare il tuo perfetto abbinamento», in quanto «UkraineDate ha connesso migliaia di single con donne ucraine ovunque».
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Ora, che ci siano migliaia di donne ucraine sole nel mondo è un fatto drammaticamente vero, e non perché siano "disponibili" per incontri galanti o erotici, ma per la contingenza, non irrilevante, che hanno dovuto lasciare la loro terra e i loro uomini per cercare salvezza altrove.
Lanciare quell'invito a incontrare donne ucraine «di qualità» in tutto il mondo proprio ora suona quanto meno di cattivo gusto. Per carità, nel libero mercato ognuno promuove come vuole il proprio servizio.
Ma era il caso di sponsorizzare questo sito di incontri in questa fase storica? Ed era il caso per Facebook lucrare su di esso, visto che ogni contenuto sponsorizzato vale al social un bel po' di quattrini?
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La società di Mark Zuckerberg fa tanto la moralista su presunti contenuti offensivi della sensibilità degli utenti. Ebbene, stavolta lui e i suoi dipendenti non hanno pensato che certi contenuti potrebbero suscitare lo sdegno di ucraini, ucraine e non solo?
Infatti gli utenti non l'hanno presa benissimo: sotto i post di UkraineDate trovavi commenti del tipo «Ma vi sembra il caso?», «Siete malati, ma che avete in testa!», «Trovo tutto ciò molto offensivo», «Basta avvoltoi».
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Almeno un'altra pagina Facebook chiamata "Ragazze russe e ucraine" ha avuto il buon gusto di sospendere il 20 febbraio, all'alba dello scoppio della guerra, i post con cui si invitavano a «incontrare molte ragazze belle e interessanti dell'ex Urss».
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Per dimenticare l'invasione dell'Ucraina e cercare l'evasione, pare più di buon gusto affidarsi ad altri canali. Come i tanti che consentono conoscenze, senza riferimento a nazionalità. E che hanno fatto registrare un'esponenziale crescita nell'ultimo periodo.
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Incontri-ExtraConiugali.com, ad esempio, fa sapere che dal 24 febbraio, giorno di scoppio della guerra, le iscrizioni sono aumentate del 180% con una media di 920 iscrizioni quotidiane. Da un sondaggio realizzato dallo stesso sito si scopre che vi si iscrivono molti che perseguono il tradimento come valvola di sfogo in tempi di scontro bellico e incertezza economica.
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La maggior parte dei fedifraghi (il 73%) dice infatti di cercare una distrazione in attesa di recuperare l'equilibrio personale. In tempo di guerra tutto diventa precario, pure l'amore. E ci si cornifica anche di più. Sta bene, purché non si sfrutti l'immagine dicreature già martoriate. Che di tutto hanno bisogno tranne che di essere presentate come donne disponibili...