Antonella Luppoli per www.formiche.net
MARIA ELENA BOSCHI GIUSEPPE SALA
Beppe Sala è candidabile? Beppe Sala è eleggibile? Se lo chiedono i milanesi che tra circa tre settimane saranno chiamati alle urne per scegliere il primo cittadino. Da ieri si rincorrono rumors – Panorama dixit – su possibili incongruenze di cariche: sedere nel consiglio di amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti prima di lasciare il ruolo di Commissario Unico di Expo ed essere allo stesso tempo uno dei papabili sindaci di Milano.
A fare ordine ci ha pensato Palazzo Chigi con una nota in cui è stata fornita qualche spiegazione che ha messo Sala al riparo dalle intemperie per qualche ora. Ma, nonostante tutto, le voci sono tornate in auge nelle ultime ore. A incalzare soprattutto è stato Marco Cappato, candidato sindaco radicale a Milano.
GIUSEPPE SALA
Cappato ha fatto sapere che, seppur le dimissioni di Sala siano state protocollate il 18 gennaio (come sostenuto dal governo nella nota di cui sopra), Mister Expo “avrebbe firmato alcuni documenti in una data successiva a quella indicata da Palazzo Chigi”, come attestato oggi in prima pagina dal Fatto Quotidiano in un articolo di Gianni Barbacetto. Proviamo a riavvolgere il nastro.
PANORAMA RACCONTA
Il settimanale Panorama, oggi in edicola, ha scritto: “Sala il 28 ottobre 2015 ha firmato l’autodichiarazione di compatibilità, necessaria alla nomina in Cassa Depositi e presiti, affermando di non ricoprire incarichi politici nazionali. Ma questo non è vero: in quel momento Sala era commissario straordinario del Governo all’Expo, in piena attività, e questo lo rendeva incompatibile con il nuovo ruolo.
MARCO CAPPATO
In seguito, il candidato Pd risulta essersi poi dimesso solo da amministratore delegato della società Expo, atto annunciato il 18 dicembre 2015 e ratificato due mesi dopo, a campagna elettorale già in corso”. L’entourage di Sala ha poi spiegato alla rivista diretta da Giorgio Mulè che le dimissioni da Ad di Expo e quelle da Commissionario Unico sarebbe state coincidenti, perché la prima ha fatto decadere l’altra. Ma la giurisprudenza non sarebbe unanime su tale interpretazione.
PALAZZO CHIGI HA SMENTITO
A raffreddare gli animi ci ha pensato una breve nota proveniente dalla Capitale: “In merito alla anticipazione di un articolo di Panorama dedicato alle dimissioni di Giuseppe Sala come Commissario del Governo per Expo Milano 2015, fonti di Palazzo Chigi sottolineano come la lettera di dimissioni sia stata inviata il 15 gennaio 2016 e protocollata dalla Presidenza del Consiglio il 18 gennaio 2016. Come è noto, proseguono le stesse fonti, in questi casi un atto formale di dimissioni è già pienamente efficace e non occorre alcun altro adempimento”.
MAURIZIO TORTORELLA
SALA SI DIFENDE
Forte dell’appoggio del Governo e del Partito Democratico, anche Beppe Sala si è difeso: “Sono vittima della stampa di destra”. Ha aggiunto: “Panorama solleva stamattina una surreale questione di incompatibilità della mia candidatura, come chiarito rapidamente da fonti governative. Ma ciò che conta qui non è il merito, ridicolo peraltro, della vicenda. Conta l’atteggiamento di una certa stampa militante cui anche Panorama finisce per accodarsi.
Con il vicedirettore Maurizio Tortorella candidato insieme a Stefano Parisi, il fu glorioso settimanale si presta ad una meschina provocazione, spiegabile solo con la volontà di non vedere i problemi politici del candidato protetto, che vanno dai nomi in lista di personaggi dal chiaro stampo razzista al tentativo, peraltro fallito, di candidare condannati in via definitiva. Per non parlare poi del disastro nazionale di una coalizione di centro destra divisa su tutto e ormai allo sbando. Sarà il buon senso dei milanesi a fare giustizia di queste miserie”.
STEFANO PARISI
GLI AVVERSARI SI DIVIDONO
Non sono mancate neppure le reazioni degli avversari politici di Sala. “”Io credo che vogliamo un confronto sui programmi, non sono per delegittimare l’avversario Sala. Voglio i voti e la fiducia sul mio programma e non un voto contro Sala. Non sono interessato a questo tipo di vicende”, ha detto Stefano Parisi che poi ha aggiunto: “Sono cose che non interessano i milanesi che devono valutare i contributi dei programmi e delle persone. Io sono perché questa campagna si svolga in modo ordinato, vorrei la fiducia dei milanesi e non la sfiducia nei confronti del mio avversario.
Sono contro queste azioni di discredito che sono sbagliate. Non sono interessato a questo e penso che anche i milanesi non lo siano. Anche io ho subito degli attacchi e li ho lasciati passare”.