Giovanni Sallusti per "Libero Quotidiano"
MARCELL JACOBS
Lo sprint è il contrario dell'ideologia, è esplosione muscolare senza calcoli aggiuntivi, non può concedersi i bluff della retorica, solo verità ed endorfine. Per cui non ci meravigliamo che Marcell Jacobs, ragazzone nato a El Paso e italiano al 101%, come l'adorata mamma con cui è venuto nel Belpaese a una manciata di settimane di vita, abbia metaforicamente bruciato tutto il caravanserraglio immigrazionista filopiddino, a partire dal comandante in capo (si fa per dire) Enrico Letta.
MARCELL JACOBS
Non ci meravigliamo, ma ce ne rallegriamo, non tutti gli sportivi nostrani sono starlette impomatate vogliose di essere issate a vestali del pensiero unico twittarolo, esistono anche uomini di coraggio e di fatica che voglio rimanere tali.
È da quando ha riscritto la storia dell'atletica italiana, prendendosi quei 100 metri che sembravano epica tabù, che Marcell Jacobs è assediato da generali, colonnelli e semplici attendenti del progressismo tricolore affinché si dichiari simbolo dello ius soli (che con lui non c'entra un fico, essendo italiano per ius sanguinis, fosse per lo ius soli sarebbe americano, ma per costoro la logica è da sempre al servizio del Partito).
MARCELL JACOBS
Ebbene, ieri ecco la sortita fulminante, lo scatto, i 100 metri filosofici di Marcell Jacobs, tramite conversazione col Foglio: «Lo ius soli? Mah, non lo so, non voglio essere un simbolo, io corro». E già vorresti abbracciarlo, «non voglio essere un simbolo», la sconfessione integrale della fola ideologica dell'impegno sartriano applicato allo sport.
marcell jacobs con eseosa desalu
RIVENDICAZIONE GENUINA
«Non mi interessa la politica». Lo dice espressamente, potete appallottolare e scaraventare nel cestino tutte le lenzuolate "inclusiviste" dei giornaloni all'indomani dell'impresa agonistica (che è sempre esclusivista per definizione), potete cancellare i goffi tentativi politicisti del presidente del Coni Giovanni Malagò («non riconoscere lo ius soli sportivo è aberrante») e quelli appena più evoluti del segretario dem («dopo le Olimpiadi la consapevolezza credo sia divenuta più generale. Per questo rivolgo un appello a tutte le forze politiche a trovare una soluzione sullo ius soli»).
Enrico Letta
Né riconoscimenti né appelli, a Marcell interessa solo correre. È talmente consapevole della sua forza in pista, che ha l'onestà di ammettere la sua debolezza altrove. Di fronte allo stimolo ripetuto del cronista del Foglio sulla priorità del Pd (per il Paese ripassare), diventa se possibile ancora più chiaro: «Non mi interessa, non sono preparato. Non voglio essere usato».
marcell jacobs accolto da star a fiumicino 3
Non può che rivendicare il principio di competenza, uno che da quando ha dieci anni sputa sangue inseguendo se stesso e la propria ossessione infine realizzata, l'oro olimpico. «Non sono preparato», frase mia sfuggita a quei ministri che hanno collocato la Russia nel Mediterraneo o si sono inventati tunnel sotto le montagne inesistenti.
SALVINI USA JACOBS SUI SUOI SOCIAL
Di più: «Non voglio essere usato». Non sto al vostro gioco, il mio sono 9 secondi e rotti dopo uno sparo, l'anima e le budella lasciate nella mia corsia, la strumentalizzazione volontaria come rito d'iniziazione per essere ammesso nella società dei (finti) Buoni e dei (falsi) Dotti non mi interessa, tenetevela, io mi tengo quei pochi tic d'orologio che valgono l'universo.
MARCELL JACOBS ESEOSA DESALU LORENZO PATTA FILIPPO TORTU - 4X100 ORO A TOKYO 2020
Che lezione, e non è finita. Non si sente dunque un vessillo da sventolare? «Sono arrivato lunedì sera. Non ho letto nulla su questo argomento. Direi cose per accontentare o scontentare qualcuno. Faccio l'atleta, voglio essere un simbolo per quello che faccio in pista».
FILIPPO TORTU MARCELL JACOBS LORENZO PATTA ESEOSA DESALU - ABBRACCIO DOPO L ORO A TOKYO 2020 NELLA 4X100
Che tranvata, per Letta, Lamorgese e tutti i jacobsiani interessati e di risulta, nel linguaggio di un alto sport si parlerebbe di Ko tecnico. Loro a superare il livello di guardia dell'ipocrisia, a costruire il culto profano dello ius soli sull'epopea olimpica e sulla rimozione costante di un dato di fatto, gli sbarchi clandestini completamente fuori controllo che minano la convivenza e la sicurezza degli italiani e degli immigrati regolari.
marcell jacobs 2
Lui senza sconti a nessuno e neppure a se stesso, a rivendicare il proprio senso in poche decine di metri divorati oltre la fisica comune, e la politica come non-senso, trappola levantina, vuoto a perdere. Quando taglia il traguardo, Letta&Co non sono ancora partiti.