GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI
Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”
La tensione resta alta e i venti di crisi continuano a soffiare forti. Giuseppe Conte torna a parlare del documento che ha presentato a Mario Draghi: «Pretendiamo un cambio di passo immediato» I nove punti - che sono stati postati su Facebook senza logo M5S - «sono punti seri. Non ci sono bandierine, non è un libro dei sogni: ci sono le urgenze del Paese in questo momento e se a queste urgenze, in questa situazione serissima, non si dà una risposta, dal nostro punto di vista non ci sono le condizioni per continuare a condividere una responsabilità rispetto a processi decisionali in cui, come M5S, siamo stati marginali», dice il presidente Cinque Stelle intervenendo a DigithOn 2022 a Bisceglie. «Non mi permetto di fare previsioni» su quando si voterà - precisa il leader stellato - «non sono il presidente della Repubblica ma lavorerò perché ci siano le condizioni per tutelare l'interesse dei cittadini».
GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI
Anche se poi cerca di smorzare i toni quando viene nominata la parola crisi: «Partite per la vostra vacanza, poi vi aggiorneremo». «Sul documento ci aspettiamo una valutazione anche da altre forze politiche, anche dal Pd. È su questo che si può ragionare di alleanze», sostiene l'ex premier, che punge sulle intese: «Campo largo? Andiamo a vedere quali sono i soggetti, devono essere soggetti che danno garanzie di affidabilità e di leale collaborazione» (Ma il dialogo con i dem prosegue: oggi Stefano Patuanelli sarà ospite alla scuola di Gianni Cuperlo) Conte assicura che il Movimento è più in salute che mai e nega che gli stellati vogliano «uccidere il padre», Beppe Grillo: «No, in questo nuovo corso il Movimento ha dovuto affrontare un percorso interno che ha contribuito a rafforzare la propria dignità».
conte draghi grillo 4
Quasi di rimando a Conte, i dimaiani di Insieme per il Futuro si riuniscono in assemblea congiunta di deputati e senatori e partoriscono una nota che sembra un atto d'accusa al M5S. «Basta liti e beghe interne, concentriamoci sulle priorità del Paese, partiamo da quelle, poi ci sarà tempo e spazio per le battaglie dei singoli partiti. Attenzione, però, a riproporre il Papeete: a luglio come a settembre, sarebbe una mossa cinica, egoista e irresponsabile. Un marchio che difficilmente verrebbe cancellato», si legge nell'appello rivolto a tutte le forze politiche.
grillo draghi conte
E ancora. «È un momento molto delicato per l'Italia, mai come adesso c'è bisogno di dare stabilità al governo e mostrare serietà e attaccamento alle Istituzioni», perché una crisi «avrebbe effetti devastanti per il futuro dell'Italia» e «significa prestare il fianco alla propaganda di Putin, che a sua volta otterrebbe l'obiettivo di sgretolare il nostro governo». I Cinque Stelle liquidano la nota senza troppi pensieri: «Sono ininfluenti, cercano solo visibilità». E mentre i dimaiani pungono, Enrico Letta avvisa: ««Il governo Draghi è per noi l'ultimo della legislatura». Tra gli stellati, intanto, si ragiona sul da farsi. La maggioranza dei parlamentari preme per uscire subito dal governo, mentre c'è chi spera solo di incidere di più nell'azione dell'esecutivo, anche se lo scoglio della legge di bilancio potrebbe risultare fatale per i delicati equilibri nel partito.
mario draghi giuseppe conteu
Il primo scoglio resta comunque la fiducia sul dl Aiuti che arriverà in Senato giovedì prossimo. A Palazzo Madama il voto sarà unico: non è possibile dividere fiducia e dl come a Montecitorio e proprio per questo motivo il Movimento sta cercando una soluzione per evitare il voto sulla fiducia. I Cinque Stelle vogliono attendere le risposte di Draghi prima di sbilanciarsi e proprio per questo motivo - sostiene l'Adnkronos - starebbero valutando l'idea di non partecipare al voto di fiducia in Senato: una soluzione tecnica borderline che permetterebbe di tenere il punto sulle questioni politiche senza strappare anzitempo il rapporto con l'esecuti v o .
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