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    SUSSULTO DI BERGOGLIO - IL PAPA CHIEDE SCUSA DOPO IL MAXI-RAPPORTO SUGLI ABUSI IN FRANCIA, CON ALMENO 216MILA VITTIME E PIÙ DI 3MILA PRETI ACCUSATI DI PEDOFILIA: “È IL MOMENTO DELLA VERGOGNA, LA MIA, PER LA TROPPO LUNGA INCAPACITÀ DELLA CHIESA DI METTERLE AL CENTRO DELLE SUE PREOCCUPAZIONI ASSICURANDO LORO LA MIA PREGHIERA” - “I CATTOLICI FRANCESI ORA SI ASSUMANO LE LORO RESPONSABILITÀ PER GARANTIRE CHE LA CHIESA SIA UNA CASA SICURA PER TUTTI”


     
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    Serena Sartini per “il Giornale”

     

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    «É il momento della vergogna, la mia, la nostra vergogna»: il Papa chiede scusa alle vittime di abusi sessuali commessi da sacerdoti nella chiesa francese, all'indomani di un rapporto choc che ha registrato, negli ultimi 70 anni, almeno 216mila vittime e oltre 3mila preti e religiosi coinvolti in crimini di pedofilia. Il mea-culpa di Bergoglio arriva nel corso dell'udienza generale del mercoledì, nel saluto ai fedeli di lingua francofona, subito dopo una lunga riflessione sulla libertà e sulla verità, commentando la Lettera ai Galati. «Vergogna», una parola che il Papa ripete cinque volte in meno di un minuto.

     

    Atto di espiazione, grido di perdono. Per gli atti commessi dalla chiesa francese, ma anche in Germania, negli Stati Uniti, in Cile. «La libertà è un tesoro che si apprezza realmente solo quando la si perde. Per molti di noi, abituati a vivere nella libertà, spesso appare più come un diritto acquisito che come un dono e un'eredità da custodire.

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    Quanti fraintendimenti intorno al tema della libertà - ha ammonito il Pontefice - e quante visioni differenti si sono scontrate nel corso dei secoli!». E allora, se la verità rende liberi, non bisogna fuggire. E Bergoglio affronta a viso aperto la cruda verità della piaga degli abusi nella chiesa francese.

     

    «Desidero esprimere alle vittime la mia tristezza e dolore per i traumi che hanno subito. E anche la mia vergogna - ha sottolineato il Papa argentino che fin dall'inizio del suo pontificato ha dato avvio a un'operazione pulizia e trasparenza nella lotta ai casi di pedofilia e abusi all'interno della Chiesa - la nostra vergogna, la mia vergogna per la troppo lunga incapacità della Chiesa di metterle al centro delle sue preoccupazioni assicurando loro la mia preghiera».

     

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    «Prego e preghiamo insieme tutti: a te Signore la gloria, a noi la vergogna. Questo è il momento della vergogna. Incoraggio i vescovi e voi cari fratelli che siete venuti qui a condividere questo momento. Incoraggio vescovi e superiori e religiosi a continuare a compiere tutti gli sforzi affinché drammi simili non si ripetano».

     

    Si tratta ora di affrontare «una prova dura ma salutare». I cattolici francesi sono chiamati adesso ad «assumere le loro responsabilità per garantire che la chiesa sia una casa sicura per tutti». Anche Francesco è rimasto scioccato dal dato presente nel dossier: «Ne risultano purtroppo numeri considerevoli».

     

    L'indagine è stata assegnata da vescovi e superiori religiosi ad una Commissione indipendente ed ha registrato, tra il 1950 e il 2020, almeno 216 mila vittime e tra i 2.900 e 3.200 sacerdoti e religiosi coinvolti in crimini di pedofilia. Prima di iniziare l'udienza generale, Jorge Mario Bergoglio ha incontrato quattro vescovi francesi e con loro ha pregato in silenzio. «Ha ragione il Papa, questo è il momento della vergogna.

     

    Ora è il tempo della preghiera, della conversione, di chiedere perdono e fare di tutto perché questa vergogna non si ripeta mai più», ha detto profondamente commosso monsignor Emmanuel Gobilliard, vescovo ausiliare di Lyon all'Osservatore Romano.

     

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    Il Rapporto insiste molto «sull'aspetto sistemico degli abusi, sul fatto che sono anche la conseguenza di un modo di esercitare l'autorità che può portare nella direzione degli abusi», ha osservato padre Federico Lombardi, gesuita ed ex portavoce vaticano, in una intervista a Vatican News. Nel funzionamento della struttura della Chiesa, «uno spazio maggiore di responsabilità e di presenza attiva dei laici» diventa «determinante per fare dei passi in avanti». Nella lotta contro gli abusi, nell'ascolto delle vittime e nella prevenzione, le donne in particolare «devono avere un posto molto maggiore di quello che hanno».

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