Estratto dell’articolo di Andrea Palladino per "La Stampa"
GIOVANNI FRANZO
Ad uno sguardo distratto potrebbero sembrare i «nazisti dell'Illinois» in divisa lombarda. Ma nell'area tra la provincia Nord di Milano, Varese, Novara e la Brianza i militanti di un partito di estrema destra nato più di vent'anni fa sembrano aver in mente un piano ben preciso. Infilare i loro quadri nelle amministrazioni pubbliche, puntando sui piccoli paesi, dove è facile non dare nell'occhio.
Si chiama Nsab-Mlns (ovvero «Movimento Nazionalista e Socialista dei Lavoratori»), in altre parole la riedizione del partito nazista, ha una struttura apparentemente ben organizzata, con una vera e propria «direzione elettorale».
Si è presentato alle elezioni amministrative per quasi quindici anni, dal 2002 al 2016 utilizzando apertamente sigla e simbolo dalla chiara ispirazione hitleriana, con una iconografia in pieno stile Anni 30, con una particolare predilezione per le commemorazioni del compleanno di Adolf Hitler.
NEO-NAZISTI IN LOMBARDIA
La loro carriera elettorale è stata fermata da una serie di indagini, arrivate dopo un'interrogazione del 2013 presentata dall'allora deputato del Pd Emanuele Fiano. Oggi, dieci anni dopo, ci riprovano, piazzando i militanti direttamente nelle liste di uno dei maggiori partiti della destra istituzionale, Forza Italia.
Mariano Comense è uno dei tanti paesi della Brianza, dove il prossimo fine settimana si vota per il rinnovo del Consiglio comunale, con una maggioranza uscente di centro destra, al governo da vent'anni. Nella lista di Forza Italia, tra i giovanissimi, c'è il nome di Giovanni Franzo, appena 22 anni, consulente di azienda.
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Non ha un passato politico degno di nota nel partito di Tajani, pochissime - se non nulle - le notizie reperibili sui giornali locali su di lui. La sua militanza più recente è decisamente riservata. E a tinte decisamente brune. Il Gip di Milano lo ha condannato - in primo grado - lo scorso marzo ad un anno e quattro mesi di reclusione, con l'accusa di aver propagandato «idee fondate sulla superiorità e/o sull'odio razziale o etnico, anche incitando a commettere atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali e/o religiosi». All'epoca dei fatti, il 2021, era un membro del Nsab, il partito che si richiama al nazismo.
L'indagine era nata tre anni fa, durante la pandemia. La Digos di Milano, monitorando le reti social più utilizzate dai gruppi di estrema destra (Facebook, Instagram e soprattutto il russo VKontakte) aveva raccolto diversi post negazionisti e, in alcuni casi, inneggianti allo sterminio degli ebrei. Durante la perquisizione, scattata ad indagini avviate, erano stati ritrovati numerosi volantini inneggianti a Hitler, con tanto di svastiche e slogan quali «Keep cairn, exterminate jews».
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Nelle abitazioni dei due imputati (oltre a Giovanni Franzo, il milanese Enrico Verri, già candidato in passato nelle liste Nsab) erano stati trovati anche volantini destinati ad essere distribuiti nelle cassette della posta. Franzo, nel corso del processo, ha in parte ammesso la sua attività:
[…] Raggiunto da La Stampa non ha voluto commentare la condanna subita a marzo in primo grado: «Non c'è nulla di definitivo e quindi verrete querelati dalla segreteria di Forza Italia e dai miei avvocati». Inutile insistere: «Devo uscire, non aggiungo altro». […]