Andrea Galli, inviato a Sarzana (La Spezia), per il corriere.it
Delitti di Sarzana
Notorio schiavo della droga, delle risse per motivi banali, delle slot-machine nei bar; e presunto killer delle prostitute. Dopo otto anni di dipendenza e reati per procurarsi i soldi delle dosi (dal 2015 il casellario giudiziario è un elenco di furti, rapine, ricettazioni, agguati perfino nei luoghi frequentati da cliente, come una sala scommesse), Daniele Bedini è stato fermato con l’accusa di aver ucciso Nevila Pjetri, ma l’ipotesi è che abbia assassinato anche Carlo Bertolotti, una trans ufficialmente parrucchiera.
Gli omicidi sono avvenuti a distanza di un giorno e ottocento metri: sia Nevila che Carlo, 35 e 43 anni, si vendevano alla periferia di Sarzana, in località dei «due laghi», fra piazzole, rifiuti, piantagioni di basilico, topi, rovi e macchine incolonnate per comprare il sesso.
Delitti di Sarzana 2
Il pick-up e la Fiesta
Il marito di Nevila, albanese come lei, ha giurato d’ignorare per quale motivo la donna sparisse la sera e tornasse l’indomani, al contrario delle colleghe di Carlo, che ne conoscevano la disperata necessità di soldi per le cure ormonali. Nell’inchiesta della Procura di La Spezia diretta dal magistrato vecchio stampo Antonio Patrono (molteplici le incursioni ai processi per visionare la robustezza del lavoro dei sottoposti), l’impianto accusatorio pare solido.
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Le indagini dei carabinieri hanno certificato la presenza del 31enne Bedini nelle ore, tra sabato e domenica, dell’uccisione di Nevila, picchiata e raggiunta da almeno un proiettile dietro l’orecchio. Sarebbe stato proprio lui, Bedini, in condizioni di totale alterazione per la cocaina, il guidatore di un pick-up visto da altre prostitute che lo conoscono essendo un ossessivo frequentatore del luogo.
Daniele Bedini
La pistola del papà
Ma se anche Bedini fosse stato un estraneo, per contrastare le insidie di una vita in strada è acclarata l’abitudine delle medesime prostitute di memorizzare sul cellulare le targhe degli automobilisti che contrattano il prezzo, fanno salire e bordo le amiche e si allontanano.
Una seconda macchina centrale nelle indagini è la Ford Fiesta grigia di Carlo. I carabinieri, che già sospettavano di Bedini, hanno trovato l’auto prima dell’alba di ieri, a cinque minuti a piedi dal corpo, che potrebbe esser stato trascinato per nasconderlo in un dirupo e che ugualmente presentava, sia pur meno marcate, tracce di aggressioni e spari.
Daniele Bedini
A bordo della vettura sono stati isolati bossoli e macchie di sangue. I bossoli hanno rimandato a una pistola calibro 22. Il papà di Bedini ne aveva una, sparita da tempo. Si crede l’abbia rubata e imboscata il figlio.
L’autopsia sul cadavere di Nevila Pjetri ha evidenziato più di una lesione, provocata da pugni e forse oggetti contundenti. Quanto a Carlo Bertolotti, appunto lo scenario non è lineare: poiché il corpo è rimasto a lungo nella sterpaglia, al caldo e in balìa degli animali rispetto al decesso tra domenica e lunedì, i resti non hanno offerto elementi «nitidi».
La Procura non esclude che Daniele Bedini abbia considerato la transessuale una pericolosa testimone. Forse Carlo aveva visto il pick-up transitare con due occupanti e ripassare con una sola persona; magari Bedini ha pensato che fosse ineluttabile il secondo assassinio.
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I carabinieri del comandante provinciale Matteo Gabelloni hanno accelerato al massimo i rilievi - nell’assai delicato equilibrio tra la stessa urgenza ed esami scientifici irripetibili - per il pericolo che cadessero ulteriori morti ammazzati, in una spirale di resa dei conti, una caccia all’eliminazione di veri o presunti testimoni.
Nevila Pjetri insieme al compagno delitto sarzan3 delitto sarzana4 delitto sarzana2 delitto sarzana Il torrente Parmignola accanto a cui è stato trovato il cadavere