Davide Frattini per corriere.it - Estratti
benjamin netanyahu
Nella notte il governo di Benjamin Netanyahu ha approvato il primo accordo sugli ostaggi della guerra tra Israele e Hamas a Gaza, che prevede la liberazione di almeno 50 civili in 4 giorni di tregua militare e un rilascio in più fasi, con l’estensione del cessate il fuoco, che porti alla liberazione di tutti i prigionieri. Hamas ha confermato lo scambio: 1 israeliano per 3 palestinesi. Il Qatar ha annunciato formalmente l’accordo.
Le sirene d’allarme attivate in tutta Israele negli stessi minuti suonano la conferma, più delle parole di Benjamin Netanyahu. Il primo ministro convoca in sequenza il gabinetto di guerra ristretto, il consiglio di sicurezza e infine il governo, c’è da votare l’intesa con Hamas per il rilascio di 50 civili — 30 minori con 8 madri e altre 12 donne — in cambio di 4 giorni di pausa nei combattimenti. Come alla vigilia di ogni (ipotetico) cessate il fuoco tutti cercano di sparare per ultimi: i razzi lanciati da Gaza durante i vertici di Netanyahu, l’esercito che continua le manovre al nord della Striscia.
famiglie degli ostaggi israeliani di hamas 3
L’intesa — che è stata mediata dal Qatar assieme all’Egitto e agli Stati Uniti — prevederebbe la liberazione, forse già da domani, di 12-13 ostaggi al giorno, sarebbero tutti israeliani o con doppia nazionalità. I fondamentalisti potrebbero decidere di lasciar andare anche gli stranieri portati via il 7 ottobre, numerosi thailandesi e nepalesi che lavoravano nei villaggi agricoli attorno alla Striscia.
hassan eslaiah con il leader di hamas yahya sinwar
Il totale può arrivare a 80 persone su oltre 240 tenute dai terroristi ,
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Le organizzazioni che riuniscono i famigliari delle vittime — ormai comprendono i parenti degli ammazzati e degli scampati durante i massacri di 46 giorni fa, 1.200 israeliani uccisi — si oppongono alla libertà per chi abbia partecipato ad attentati. I gruppi oltranzisti intendono presentare petizioni alla Corte Suprema per la maggior parte dei nomi nella lista.
netanyahu
I vertici militari e dell’intelligence hanno anche dato il via libera alla richiesta di tenere a terra i droni di sorveglianza per 6 ore al giorno («abbiamo altre tecnologie per controllare i movimenti», commentano) e di lasciare entrare una quantità maggiore di carburante e aiuti per la durata del patto.
Gli abitanti palestinesi sfollati sotto Gaza City non potranno tornare alle loro case o a quel che ne resta. Alla fine della sospensione — che potrebbe allungarsi se gli jihadisti offrissero altre liberazioni — lo Stato Maggiore darà l’ordine di riprendere l’offensiva, i morti palestinesi hanno superato i 14 mila. I servizi segreti sono consapevoli che Yahya Sinwar, il capo di Hamas, cercherà di rendere la tregua semi-permanente con proposte a goccia, per torturare le famiglie che ancora aspettano e spingerle a premere sul governo. «Non sosterremo l’allargamento delle incursioni israeliane a sud — dice John Kirby, portavoce del consiglio per la Sicurezza nazionale americano — senza un piano per proteggere i civili in quelle aree», dove sono ammassati anche 1,7 milioni di rifugiati interni.
tony blinken joe biden
L’estrema destra
La coalizione di estrema destra si è spaccata sulla scelta, il sì è arrivato solo nella notte: gli ultrà messianici Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich sono contro l’accordo, minacciano di dimettersi, anche se Ben-Gvir, tra i leader dei coloni, proclama: «Restiamo come un muro per assicurarci che la guerra vada avanti fino alla distruzione di Hamas». Netanyahu potrebbe cacciarli: con i deputati portati da Benny Gantz, che ha lasciato l’opposizione per la durata degli scontri, manterrebbe la maggioranza.
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