massimo tabacci foto di bacco
C.Ber. per “la Stampa”
«Se si andasse a votare, il centrosinistra dovrebbe presentarsi con una larga coalizione dichiarando fin da subito che, se vincesse, l'unico premier possibile sarebbe Mario Draghi»: Bruno Tabacci, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Economia, da quarant'anni amico del premier, guarda avanti e già questo di per sé conferma la gravità della situazione. «Ogni italiano, avendo di fronte una sfida per la premiership tra una figura del suo calibro e la Meloni, capirebbe quale sia la posta in palio».
LETTA DRAGHI
Ma cosa può succedere da qui a mercoledì per convincere Draghi a restare?
«Hanno avuto un peso notevole i segnali di questi giorni di sindaci e categorie economiche e i tantissimi apprezzamenti in sede europea e internazionale. C'è un'evidente esigenza di continuità del ruolo di Draghi. E se la crisi domani fosse confermata, ci saranno tensioni sul piano di finanza pubblica e per la risalita dello spread. E rischiamo di perdere 21,8 miliardi di fondi del Pnrr, perché le 55 condizioni per ottenere le risorse Ue non potranno essere rispettate».
draghi letta
Come scongiurare questo quadro a tinte fosche?
«Vedo che pure Berlusconi e Salvini pongono un veto ai 5 stelle, anche se il Movimento come tale non c'è più e la sua rappresentanza è disarticolata tra chi è contro e chi a favore del governo. In tal senso anche loro non sono meglio di Conte, usano un alibi in maniera furbesca. Quindi, per diradare le nubi non ho dubbi che Draghi farà un discorso di verità mettendo avanti gli interessi del Paese. Ma se le risposte delle forze politiche fossero cariche di ambiguità, a differenza della partecipazione preoccupata che hanno mostrato le categorie produttive e le rappresentanze sociali, non resterà che prenderne atto».
tabacci
E il fronte progressista, privato dei 5 stelle di Conte, come dovrebbe prepararsi alla campagna elettorale?
«Sarà un confronto decisivo per il futuro dell'Italia, nessuno può pensare di fare l'osservatore. E se vi fosse un'impostazione seria dell'offerta politica, l'esito delle elezioni non sarebbe scontato. Ci vorrebbe uno schieramento ampio di centrosinistra, che si ispiri ai progressisti, agli ambientalisti, alle forze più responsabili del Paese - ben rappresentate dall'appello dei sindaci - e che guardi all'asse atlantico come punto di equilibrio dell'assetto mondiale. Con in cima al programma l'attuazione del Pnrr, una grande sfida che ci tiene impegnati per quattro dei cinque anni della prossima legislatura. E questo schieramento dovrebbe sottoporre agli elettori l'impegno che se vincerà proporrà a Mattarella come premier Mario Draghi».
draghi letta
E secondo lei Draghi accetterebbe questa investitura?
«Ma perché? Forse c'è bisogno dell'accettazione preventiva? Un anno e mezzo fa di fronte alla chiamata del capo dello Stato un uomo delle istituzioni come Draghi poté dire di no? Noi riteniamo che il programma di questa coalizione possa essere l'azione di governo e che la figura giusta per rappresentarla a Palazzo Chigi sia la sua».
bruno tabacci
Sarebbe possibile coinvolgerlo senza gettarlo nella mischia della campagna elettorale?
«Certo che sarebbe possibile, se il centrosinistra indicasse questa intenzione e si muovesse coerentemente. E del resto, il Pd e la sinistra sono state le forze più funzionali al suo governo. Non si può negare che Letta si sia comportato in modo coerente».
Che ostacoli possono frapporsi a un simile disegno?
«Si tratta di organizzare una coalizione ampia, senza il partito di Conte, con la forza di Di Maio e una parte rilevante di quella storia del Movimento; con i partiti di area progressista e con le forze che ambiscono a superare lo sbarramento al 3% di questa legge elettorale. E perché no, se convinti, anche alcuni ministri del centrodestra - o chi ne sia già uscito come Toti - non attratti dal rapporto con Salvini, che si considerano draghiani a pieni carati».
sergio mattarella mario draghi
Ma il Pd come potrebbe accettare una simile prospettiva abdicando alla premiership in caso di vittoria?
«Ma perché non dovrebbe, se Letta è stato il più puntuale sostenitore di Draghi? Qualcuno davvero pensa che Draghi non sia un politico? Lo è da tempo ed ha anche un taglio sociale di grande evidenza».