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    “COMMISSIONE DA AZZERARE” - NEL COLLEGIO CHE HA (GIÀ) DECISO DI ANNULLARE IL TAGLIO DEI VITALIZI CI SONO SENATORI CHE BENEFICERANNO DELL'ASSEGNO. PER QUESTO CONFLITTO DI INTERESSI ORA IL M5S CHIEDE DI RIFARE TUTTO – LA CASELLATI PROVA A SCHIVARE LA GRANA: “NON POSSO INTERVENIRE .LA COMMISSIONE CONTENZIOSA (L’ORGANO DI GIUSTIZIA INTERNA DI PALAZZO MADAMA), E IL CONSIGLIO DI GARANZIA SONO ORGANI GIURISDIZIONALI AUTONOMI E INDIPENDENTI – ANCHE IL “SUO” NITTO PALMA E' TRA CHI HA FATTO RICORSO...


     
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    Ilaria Proietti per il “Fatto quotidiano”

    vitalizi vitalizi

     

    Ora che lo scandalo è esploso, il Movimento 5 Stelle si aspetta almeno un gesto di sensibilità: dimissioni spontanee. In alternativa, lo scioglimento della Commissione contenziosa (l' organo di giustizia interna di Palazzo Madama) che si appresta ad annullare il taglio dei vitalizi per gli ex senatori.

     

    Deciso dopo non poche resistenze a Palazzo Madama, alla fine del 2018 e operativo dal 1º gennaio 2019. Richieste, quelle del M5S , che arrivano dopo le anticipazioni del Fatto Quotidiano del dispositivo della sentenza già messo nero su bianco prima della camera di consiglio del 20 febbraio, giorno fissato per la lettura del verdetto. E rivolte anche alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati.

     

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    La quale prova a schivare la grana: "La Commissione contenziosa e il Consiglio di garanzia sono organi giurisdizionali e, come tali, autonomi e indipendenti", recita un suo comunicato: "In ragione di ciò, non è consentito al presidente del Senato qualsivoglia tipo di intervento o ingerenza sulle loro attività sia di merito che di composizione di organo già costituito, salvo le dimissioni dei componenti".

     

    Presa di posizione chiara, anche se l' imbarazzo a Palazzo è grande, e lo dimostra il silenzio tombale dei partiti che ieri non hanno in alcun modo commentato la notizia.

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    Perché non solo la sentenza era già bella e scritta, ma pure il comunicato ufficiale pronto per essere mandato in stampa intorno alle ore 19 del giorno 20. Due paginette, anche queste in possesso del Fatto, per spiegare i contenuti della decisione "assunta sui ricorsi proposti avverso la deliberazione del consiglio di presidenza del Senato della Repubblica n. 6 del 2018", ossia la delibera con la quale era stato imposto il ricalcolo degli assegni vitalizi con il metodo contributivo.

     

    "È grave che la sentenza sia arrivata già scritta quando la camera di consiglio deve ancora celebrarsi", tuona il capogruppo a Palazzo Madama del Movimento 5 Stelle, Gianluca Perilli. Il quale affonda il colpo sollevando anche un' altra questione non da poco: la presenza, nell' organismo chiamato a decidere dei ricorsi degli ex senatori contro i tagli, di membri in palese conflitto di interessi. Primo tra tutti, Giacomo Caliendo, presidente della commissione in questione, che appena abbandonerà lo scranno parlamentare beneficerà del trattamento di vantaggio che si appresta oggi a elargire a tutti i colleghi.

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    Da sempre esponente di Forza Italia, Caliendo è stato sottosegretario alla Giustizia nel IV governo Berlusconi, proprio come la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, pure lei forzista. Come azzurro doc è anche il suo capo di gabinetto Nitto Palma che con l' ex Cav. è addirittura stato ministro Guardasigilli. Gente, insomma, che si conosce bene e da tempo. Una compagnia che si è ritrovata al Senato e a cui è stato poi aggregato un' altra vecchia conoscenza di Nitto Palma: l' ex magistrato Cesare Martellino chiamato anche lui dalla Casellati a far parte di questa discussa commissione contenziosa (è stato incaricato di fare il relatore proprio sulla questione dei ricorsi).

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    Che naturalmente restituirà anche a Palma, parlamentare dal 2001 al 2018, il vitalizio per intero: 6.217 euro e 16 centesimi al mese invece dei "miseri" (si fa per dire) 5.428,25 euro che dopo il taglio operativo dal 1º gennaio finiscono comunque nelle sue tasche.

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    E pensare che a opporsi al ripristino dei vecchi vitalizi è stata persino l' Avvocatura del Senato che con fermezza ha chiesto alla Commissione Caliendo che venissero respinti i ricorsi degli ex senatori in quanto "infondati".

     

    Anche alla luce del parere del Consiglio di Stato che era stato acquisito dall' Amministrazione di Palazzo Madama e che aveva dato piena legittimazione al taglio varato dai due rami del Parlamento.

     

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    Tanto da indurre l' Ufficio per gli affari legali di Palazzo Madama a sentenziare che "le due deliberazioni delle Camere in materia di ricalcolo dei vitalizi non esplicitano alcuna finalità punitiva e, pertanto, non hanno fondamento le doglianze" dei ricorrenti. Ma Caliendo ha tirato dritto. Ricevendo applausi a scena aperta dagli ex parlamentari in fiduciosa attesa, la maggior parte dei quali rappresentati dall' avvocato Maurizio Paniz. "Ho la massima fiducia in coloro che sono stati chiamati a giudicare", commenta Paniz. Che, dettaglio non trascurabile, beneficerebbe anche lui della controriforma dei vitalizi essendo stato deputato, naturalmente berlusconiano, dal 2001 al 2013.

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