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    TAI? AHI AHI PER PECHINO - BIDEN SCEGLIE UNA TAIWANESE D'AMERICA, KATHERINE TAI, PER TRATTARE CON LA CINA. DESIGNATA PER GUIDARE I NEGOZIATI SUL COMMERCIO. PROFILO BASSO, ZERO SOCIAL, LINEA INTRANSIGENTE CON IL DRAGONE. FORSE PIÙ DI TRUMP: IN UN RECENTE CONVEGNO, TAI DEFINÌ ''DIFENSIVA'' LA POLITICA DEL PUZZONE, E AUSPICÒ ''UNA STRATEGIA AGGRESSIVA''


     
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    Federico Rampini per "la Repubblica"

     

    katherine tai katherine tai

    Sarà un "falco", o meglio un' aquila al femminile, a trattare con la Cina nell' Amministrazione democratica. Joe Biden ha designato il futuro Trade Representative, ruolo cruciale nei negoziati commerciali: Katherine Tai. Il paradosso è che si tratta di una 42enne di origini familiari cinesi, che parla perfettamente il mandarino, e i cui genitori immigrarono in America da Taiwan. Tai ha perfino insegnato in una università cinese, la Zhongshan University di Guangzhou, ex Canton, la megalopoli industriale nella regione meridionale del Guangdong.

     

    Sulle sue radici etniche Tai è di una discrezione assoluta, non frequenta social media, e questo dovrebbe aiutarla nel corso della conferma: il profilo basso offre meno pretesti agli attacchi dei Repubblicani al Senato. Ancora di più l' aiuterà il fatto che Tai, malgrado la giovane età, è una grande esperta di regole del commercio globale, ed ha una posizione intransigente sulla Cina. In continuità con Donald Trump, forse più inflessibile di lui. In un recente convegno, Tai definì «difensiva» la politica commerciale di Trump, e auspicò «una strategia aggressiva». Il suo curriculum è di tipo giuridico.

    donald trump xi jinping donald trump xi jinping

     

    Si è fatta le ossa tra il 2007 e il 2014 come legale degli Stati Uniti proprio in una serie di cause contro la Cina, davanti al tribunale del commercio internazionale della World Trade Organization (Wto). Poi ha diretto il dipartimento legale di una commissione parlamentare che si occupa di dispute commerciali con l' estero. Ha collaborato per fare approvare anche dai democratici il nuovo trattato negoziato da Trump con Canada e Messico. Ha sostenuto la linea dura contro la Cina per le sanzioni sulle importazioni di prodotti fabbricati usando prigionieri politici o condannati ai lavori forzati nello Xinjiang.

     

    È favorevole a penalizzare quelle fabbriche del Messico che violano i diritti dei lavoratori. Insomma Tai rappresenta a tutti gli effetti la "versione di sinistra" del protezionismo di Trump: altrettanto dura se non di più, visto che include gli abusi contro i diritti umani fra i temi che possono fare scattare sanzioni commerciali.

     

    katherine tai katherine tai

    La prima donna appartenente a una minoranza etnica che ricopre questo ruolo determinante eredita una quantità notevole di dossier aperti. Ci sono dazi sulle importazioni cinesi che colpiscono un volume di acquisti annui pari a 370 miliardi di dollari; e una "mezza tregua" sull' escalation dei dazi siglata a gennaio da Trump e Xi Jinping, le cui condizioni includono massicci acquisti di derrate agricole Usa da parte di Pechino. C' è il contenzioso con l' Unione europea, in parte legato all' antico dossier dei sussidi statali Airbus-Boeing.

     

    In Cina l' annuncio del suo nome è stato accolto come un segnale tutt' altro che favorevole. Wu Xinbo, direttore del dipartimento di studi americani alla Fudan University, ha dichiarato al quotidiano di Hong Kong "South China Morning Post": «Tai è addestrata a esercitare pressione sulla Cina ad ogni livello, come ha dimostrato nella cause al Wto. A differenza di Trump arruolerà gli alleati per creare una coalizione contro la Cina».

    JOE BIDEN E XI JINPING JOE BIDEN E XI JINPING

     

    L' annuncio su Tai è stato accolto come un segnale di diversificazione etnica dalla sinistra del partito democratico e dai media progressisti, impegnati a tenere il conto di tutte le donne, neri, ispanici o asiatici che Biden sta designando. È una conta fuorviante: un afroamericano al Pentagono, un ispanico al comando della polizia di frontiera, una discendente di cinesi al commercio estero, non sono portatori di politiche "etniche" o di un' agenda radicale.

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