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    TAJANI TRA L’INCUDINE WEBER E IL MARTELLO BERLUSCONI – I “FALCHI” DI FORZA ITALIA (RONZULLI) NON SI FIDANO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI: HANNO CONTATO I MINUTI CHE HANNO SEPARATO LA SPARATA DI WEBER CONTRO IL CAV DALLA SUA DIFESA DI SILVIO. ERA GIÀ PRONTO UN COMUNICATO DI FUOCO E, PARE, ANCHE L'ESPULSIONE DAL PARTITO - IN MOLTI PENSANO CHE TAJANI, SEMPRE PIÙ VICINO ALLA MELONI, STIA BRIGANDO PER LA DUCETTA IN EUROPA – INTANTO LUI IERI A MONACO HA INCONTRATO IL MINISTRO DEGLI ESTERI UCRAINO, E HA PARLATO A LUNGO CON WEBER: PRESTO POTREBBE ESSERCI UN INCONTRO CON BERLUSCONI…


     
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    manfred weber antonio tajani manfred weber antonio tajani

    1. PPE, TENSIONE IN FI TAJANI MEDIA CON WEBER MA I FALCHI NON SI FIDANO

    Estratto dell’articolo di Antonio Fraschilla per “la Repubblica”

     

    Hanno contato perfino i minuti trascorsi dal fattaccio alla replica ufficiale del ministro degli Esteri Antonio Tajani. Silvio Berlusconi e Licia Ronzulli erano insieme a Milano e avevano appena finito d’incontrare i consiglieri regionali lombardi eletti, venerdì, quando il capogruppo del Partito popolare europeo Manfred Weber con un tweet ha annullato un evento del Ppe a Napoli organizzato da Forza Italia […].

     

    GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI

    Un attacco durissimo, […] ma la reazione che contava, agli occhi dei berlusconiani di più stretta fiducia, era quella di Tajani, coordinatore azzurro guardato sempre più con sospetto per la sintonia con Giorgia Meloni. Dal tweet di Weber alla reazione del ministro degli Esteri sono passati novanta minuti: hanno contato ad Arcore. Novanta lunghi minuti, con il fondatore di Forza Italia pronto a dare il via libera alla Ronzulli per un comunicato di fuoco contro il “suo” ministro. In casa azzurra c’è chi dice che addirittura poteva arrivare l’espulsione dal partito, tanto era la rabbia del leader deluso e sotto attacco. […]

     

    SILVIO BERLUSCONI LICIA RONZULLI SILVIO BERLUSCONI LICIA RONZULLI

    Di certo c’è che ieri Tajani ha fatto la mossa diplomatica necessaria a sedare le tensioni e salvare l’onore del Cavaliere. A margine del G7 di Monaco il vicepremier ha incontrato Weber e poi ha organizzato un punto stampa per comunicare che l’incidente tra Berlusconi e Ppe è chiuso.

     

    «Con Weber ci siamo confrontati, ho spiegato le ragioni di Forza Italia ribadendo che Berlusconi e FI sono la stessa cosa. E che il mio partito ha votato sia al Parlamento europeo sia al Parlamento italiano sempre a sostegno dell’Ucraina e anche a favore dell’invio degli aiuti militari. Mantenere le proprie posizioni e ribadire la contrarietà alla decisione di annullare la riunione di Napoli non significa litigare. Mi auguro si possa continuare a lavorare con serenità, cercando di costruire insieme una politica che porti l’Europa a essere protagonista di pace».

     

    ANTONIO TAJANI MANFRED WEBER ANTONIO TAJANI MANFRED WEBER

    E ancora, sempre Tajani: «Ho ribadito, e Weber lo sa bene, che abbiamo sempre votato a favore dell’Ucraina. C’è stata solo una diversità di vedute: ho detto che è sbagliato annullare quell’incontro a Napoli e spero che se ne possa organizzare un altro a Roma».

     

    Poi il ministro degli Esteri si è inerpicato in una difficile difesa del leader azzurro: «Berlusconi non ha mai abbracciato la retorica russa. Ha solo detto che bisogna lavorare per la pace. Noi siamo dalla parte dell’Ucraina. Berlusconi non soltanto lo ha detto, ma lo ha anche votato. Io sono il ministro degli Esteri della Repubblica italiana e non ci sono mai stati tentennamenti su questo. Non c’è nessuna retorica russa ». […]

     

    berlusconi cattaneo ronzulli al quirinale berlusconi cattaneo ronzulli al quirinale

    Incidente risolto, per ora sulla carta. Anche se non si spengono in Europa le polemiche sulle parole del Cavaliere […]. E per Tajani restano problemi anche in casa. I falchi berlusconiani restano convinti che il ministro stia giocando una doppia partita: una dentro Forza Italia, l’altra per conto della presidente del Consiglio Meloni che punta a un accordo tra Conservatori e Popolari dopo le europee del 2024 e che vede un pezzo di Forza Italia come un ostacolo, a Roma come a Bruxelles. [...]

    dmitro kuleba antonio tajani dmitro kuleba antonio tajani

     

    2. PPE, ORA TAJANI E I «PACIERI» LAVORANO A UN FACCIA A FACCIA DI CHIARIMENTO TRA BERLUSCONI E WEBER

    Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”

     

    […] Il risultato del faccia a faccia — che secondo Tajani «spero chiuda il caso, non ci sarà nessuna rottura tra Ppe e FI» — potrebbe essere un colloquio chiarificatore tra lo stesso Weber e Berlusconi. Ci stanno lavorando da una parte e dall’altra, anche se la formula diplomatica è ancora cauta: «Non si esclude...». È comunque un passo necessario per riprendere rapporti bruscamente interrotti e, con il tempo e se Berlusconi non provocherà nuovi incidenti, magari anche arrivare ad un nuovo appuntamento in Italia del Ppe, in autunno.

    MANFRED WEBER SILVIO BERLUSCONI ANTONIO TAJANI MANFRED WEBER SILVIO BERLUSCONI ANTONIO TAJANI

     

    Serve far decantare la situazione. Quello che Tajani chiede ad entrambe le parti. A Weber, il ministro degli Esteri ha appunto ribadito che non può essere messa in discussione la posizione di FI, negli anni partito cardine, anche di collegamento tra i popolari e i Conservatori di Giorgia Meloni. E non serve a nessuno indebolirlo in vista delle prossime Europee del 2024.

     

    Weber da parte sua avrebbe ribadito che la decisione di annullare la Convention è stata voluta praticamente da tutti, ma quello che è stato contestato e che risulta inaccettabile per quanto lo riguarda è l’uscita contro Zelensky, che «imbarazza» il partito, non la presenza nel Ppe di Berlusconi, che resta un amico e per il quale si è speso anche in campagna elettorale.

     

    meloni berlusconi salvini ronzulli meloni berlusconi salvini ronzulli

    D’altronde, Tajani ha incontrato in mattinata anche l’omologo ucraino Dmytro Kuleba, ribadendo che «la posizione del governo italiano a difesa dell’Ucraina e in favore di una pace giusta non è mai cambiata», e a quanto sembra non ci sarebbero stati problemi. Da capire adesso se Berlusconi insisterà. Non si è pentito, dicono, e anche se lo fosse «non lo direbbe mai».

     

    Ma la volontà di tutto il gruppo dirigente è di chiudere un incidente che potrebbe avere ripercussioni serie nel partito. Quindi, se venerdì la capogruppo al Senato Licia Ronzulli era arrivata a chiedere le dimissioni di Weber in quanto «unfit to lead», inadatto a guidare, ieri il clima pareva più tranquillo. «Io voglio la pace e propongo un piano Marshall: cosa c’è di sbagliato in questo?» continua a dire il Cavaliere.  […]

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