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Caro Aldo, la stampa di questi giorni pare unanime nel costringere i suoi lettori a rovistare nella pattumiera affettiva della casa reale inglese reduce da un recente funerale e da una successione a lungo negata. Mi chiedo e le chiedo: a chi giova tanta mefitica nube mediatica? Come al solito le notizie peggiori vendono ed è perciò che si autoalimentano.
I bilanci non tornano quando si tratta però di conteggiare i danni che determinano.
Sono cresciuto in contesti molto diversi dagli attuali ma i dissidi tra fratelli ci sono sempre stati e la loro ricomposizione era sostenuta da una formazione-educazione che veniva da molto lontano. Mi pare di poter dire in questo senso: evitiamo titoli e articoli miseri sugli sproloqui dei principini di Buckingham Palace. Che ne pensa?
Angelo Botturi
principe harry e lady diana
Risposta di Aldo Cazzullo
Caro Angelo, se il fratello dell'erede al trono d'Inghilterra pubblica in tutto il mondo un libro in cui racconta cose durissime contro il padre e il suddetto fratello, i giornali non possono ignorarlo. Anziché dibattere sulla stampa, cerchiamo di capire come sia potuto accadere. A differenza che nella serie Netflix, nel libro «Spare», il ricambio («Mi hai dato un erede e un ricambio, a heir and a spare» , disse Carlo a Diana), si apre molto. Racconta storie, tipo i venticinque talebani uccisi in combattimento, che possono creargli problemi in futuro.
la lettera di diana ai figli 2
Sostenendo che sia stato proprio il futuro re William, insieme con la futura regina Kate, a convincerlo a vestirsi da nazista a un party, rende al fratello il peggior servigio possibile (da noi se ti vesti da nazista a una festa vai al governo, gli inglesi che i nazisti li hanno sconfitti prendono queste cose più sul serio). Rivelando che Carlo aveva l'abitudine di chiedergli «ma tu di chi sei figlio?», rinfocola la voce secondo cui il vero padre di Harry sarebbe il maggiore Hewitt, storico amante di Diana, cui in effetti somiglia in modo impressionante.
L'impressione è che Harry somigli alla madre non solo nell'esuberanza e nel fascino. Nessuno dei due ha capito che far parte della famiglia reale non significa acquisire il diritto alla felicità; significa accettare di svolgere un compito, diciamo pure di fare un mestiere. La differenza è che Harry non l'ha scelto; Diana sì, anche se aveva appena 19 anni. Purtroppo nessuno dei due è stato all'altezza del compito.
la principessa diana, william e harry
Non sono i soli: si pensi ad Andrea e a Sarah Ferguson. Se non altro, Diana e suo figlio sono diventati star internazionali. La morte della «principessa del popolo» segnò il punto più basso del lungo e straordinario regno di Elisabetta II. Vedremo ora se il padre reggerà l'ingombrante assenza del secondogenito che ha annunciato di non voler mai tornare nel Regno Unito; quindi di non volerlo vedere mai più, almeno in patria.
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