Estratto dell'articolo di Niccolò Dainelli per leggo.it
tomi grainger
La chirurgia plastica è croce e delizia. Se da un lato, infatti, permette di migliorare il proprio aspetto correggendo quei piccoli o grandi difetti del nostro fisico, dall'altro l'abuso può portare a spiacevoli inconvenienti. Proprio come è accaduto a un tiktoker australiano e Dr, Tomi Grainger, che in aeroporto ha vissuto un vero e proprio incubo.
L'incubo in aeroporto del tiktoker rifatto
Il 29enne proprio su TikTok racconta la disavventura che ha vissuto. È stato fermato dai funzionari di frontiera dell'aeroporto di Sydney perché la foto sul passaporto e il suo aspetto fisico non coincidevano affatto. Il motivo? Negli ultimi anni si è sottoposto a vari interventi chirurgici per diventare più bello e la vecchia foto sul documento, che risale a quando aveva 22 anni, non è rimasta aggiornata con i ritocchini del chirurgo.
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«Quando mi hanno visto e hanno visto la foto sul passaporto è iniziato l'incubo - racconta sulla piattaforma social più amati dai giovani -. Non mi riconoscevano e non erano convinti che fossi io. È vero, lo ammetto, negli ultimi anni ho ritoccato spesso il mio volto, ma si vede che sono io».
tomi grainger
Il suo video racconto è diventato subito virale con più di 110mila visualizzazioni, ma sono destinate ad aumentare vertiginosamente. Perché l'argomento trattato è molto divisivo. I puristi, infatti, vedono i ritocchi come un qualcosa che va a snaturare il nostro fisico, mentre i fan del "ritocchino" considerano il ricorso al chirurgo un vero e proprio diritto per chi non si sente a suo agio con il proprio corpo. Un dibattito che non sembra poter giungere a una conclusione che possa mettere tutti in accordo. Ma il suo racconto non finisce qui.
tomi grainger
«A creare problemi è stato il metal detector di ultima generazione che confronta le caratteristiche facciali della foto con quelle del volto della persona in esame. La macchina non mi riconosceva ed è scattato l'allarme. MI hanno tenuto bloccato per più di un'ora e ho temuto di non poter partire verso il Giappone», confessa sconsolato.
«Avevo anche bisogno di fare pipì, ma mi hanno tenuto lì in piedi davanti a loro mentre comparavano la foto con la mia faccia. Poi l'agente si è allontana con il passaporto in mano per parlare dell'accaduto con il capo. Mi sono sentito un criminale, è stato bruttissimo». Poi, fortunatamente, ha capito il problema.
«Ehi non assomiglio alla foto perché mi sono rifatto! Mi sono avvicinato ai funzionari e ho spiegato il motivo della differenze: ho subito dei lifting. E così si sono convinti a farmi passare». Una disavventura andata a buon fine sulla quale il tiktoker - passata la paura - scherza sui social network e rivela a tutti la famosa foto del passaporto che stava per lasciarlo a terra.
tomi grainger