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Tana per Iliad. Aivoglia a sbandierare ai quattro venti che gli operatori tradizionali nascondono costi accessori nelle loro tariffe, mentre tu sei puro come un bambino appena nato. Alla prima campagna pubblicitaria dell’aggressivo operatore francese appena sbarcato in Italia con offerte concorrenziali, i nodi sono subito venuti al pettine e il bluff smascherato.
Se i big della telefonia infatti hanno smentito la presenza di costi nascosti in bolletta, rimandando al mittente le accuse di Iliad, il Gran Giurì della pubblicità ha bollato gli spot di Iliad come ingannevoli.
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Non è infatti fondata la promessa di una copertura generalizzata 4G+ e non è trasparente la dicitura dei costi di attivazione e del limite di utilizzo dei dati in Europa. Iliad dovrà pertanto intervenire nei prossimi giorni su spot e affissioni, modificandoli e svelando così la reale portata delle sue promozioni.
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E non è finita qui. Anche il Codacons ha inviato una diffida alla telco “che sta prendendo piede in Italia attraverso offerte commerciali molto aggressive, ma che nasconderebbero profili di dubbia correttezza verso gli utenti”.
La storia si arricchisce poi di un altro capitolo da spy story, tutto legato alla sicurezza. Secondo alcuni operatori che hanno presentato un esposto alla polizia postale e all’autorità antimafia, il metodo di distribuzione delle sim card Iliad violerebbe la Legge Pisanu.
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Il punto è che la norma prevede un riconoscimento diretto di chi compra e attiva la sim card, mentre il nuovo operatore ha procedure totalmente automatizzate che mettono a serio rischio la sicurezza perché con banali stratagemmi da hacker di provincia si possono aggirare i controlli e attivare sim con identità fittizie. Con l’attenzione posta da Salvini sulla sicurezza chissà che il Vice Premier non obblighi i francesi a rimettersi in riga e adeguarsi alle regole italiche.