Estratto dell’articolo di Valerio Palmieri per “Chi”
lorenzo tano lucrezia lando
Lorenzo Tano sa bene che, finora, è stato conosciuto da tutti solamente come il figlio di Rocco Siffredi, re dei film per adulti. E per lui questo non è un problema. È fiero di suo padre, dal quale ha ricevuto amore ed educazione, e non rinnega il lavoro del genitore: collabora con la sua casa di produzione per quanto riguarda la parte tecnologica e manageriale.
Anche se non ama le domande che insistono sul padre: laureato in Economia, appassionato di sport, ha deciso di fare un’esperienza televisiva come Ballando con le stelle per mettersi alla prova in un campo a lui sconosciuto e farsi conoscere sotto questo aspetto.
I suoi genitori, Rocco e Rosa, sono entusiasti della sua partecipazione al programma di Milly Carlucci: sono i suoi primi sostenitori, invitano tutti i fan a votarlo, e lo riempiono di consigli. Per Lorenzo, dicevamo, Ballando è una sfida soprattutto perché non ha mai amato ballare e, lo scorso aprile, si è lasciato, dopo 12 anni, con la fidanzata storica, la quale gli chiedeva di portarla in discoteca, senza successo. […]
rocco siffredi con il figlio lorenzo tano 5
Domanda. È arrivato da single e, dopo due puntate, la danno quasi per fidanzato. Com’è l’intesa con Lucrezia? Su che cosa si basa il vostro rapporto?
Risposta. «Abbiamo un buon rapporto professionale, stiamo uscendo insieme anche fuori dallo studio, a pranzo e a cena, ma più che altro per stabilire un rapporto a livello umano che ci aiuti a conoscerci meglio per togliere l’imbarazzo nel ballo. Ci troviamo bene a tutti i livelli».
D. Non ha paura che la sua ex sia gelosa e torni all’attacco?
R. «No, sicuramente no, abbiamo chiuso i rapporti completamente, non credo ci sia alcun problema a riguardo».
rocco siffredi con il figlio lorenzo tano 4
D. È cresciuto circondato da un mondo, quello dei film per adulti, che è visto da un lato con curiosità e dall’altro con sospetto: si sprecano le battutine e viene considerato l’anticamera, anzi, la camera da letto, del peccato. Lei come lo ha vissuto?
R. «Il mio primo vero approccio con quel mondo è stato fuori dal set, perché sul set non potevo andare. Ho avuto modo di conoscere, in un contesto famigliare, gli attori, le attrici, tutti quelli che lavorano sul set, e le ho trovate persone come tutte, che sanno di avere addosso un’etichetta o dei pensieri da parte degli altri, ma alla fine, considerano normale il loro lavoro. Io ci sono cresciuto in quel contesto, accettandolo in tranquillità, non vedo differenza con gli altri mondi lavorativi».
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D. Fra i progetti dell’Academy di suo padre c’è un corso sulla sessualità. Non pensa che il porno offra una visione della sessualità libera ma a volte distorta, che magari fa credere ai ragazzi che l’amore sia soltanto quello?
R. «È esattamente così, infatti l’obiettivo principale del nostro corso è proprio quello di far capire che il mondo dei film per adulti non deve essere considerato come educazione sessuale.
Stiamo creando un corso a parte, che non c’entra con il cinema a luci rosse, ma è l’opposto, perché spieghiamo come la sessualità dovrebbe essere, anche grazie all’aiuto di professionisti. Facciamo paragoni con il mondo dei film per adulti proprio per dire che sono due ambiti distinti.
E, visto che nessuno lo ha mai spiegato veramente, e che abbiamo esperienza in entrambi i campi, abbiamo ritenuto di poter tenere dei corsi anche sui social rivolti a tutti, per chiarire la differenza».
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D. Suo papà è un’icona, ed è il primo a scherzare sul proprio ruolo. Lei appare più timido.
R. «Papà, in famiglia, è quello che ci dà campo libero su tutto, è quello “buono”, come penso in tutte le famiglie, mentre la mamma è quella che ci mette sempre in guardia: “non fare questo”, “fai attenzione”, è una dinamica classica in tutte le famiglie». […]
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