A.MITTAL:PATUANELLI, COSTA, PROVENZANO, VERTICE A MISE
(ANSA) - Alle 15.30 i ministri Stefano Patuanelli (Sviluppo Economico), Giuseppe Luciano Provenzano (Sud), Sergio Costa (Ambiente) terranno un incontro al Mise sul futuro del gruppo Ilva dopo la comunicazione di ArcelorMittal di voler rescindere il contratto. Al vertice - secondo quanto risulta all'ANSA - potrebbe aggiungersi il ministro dell'economia Roberto Gualtieri.
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A.MITTAL:MORSELLI,IMPOSSIBILE SENZA PROTEZIONI LEGALI
(ANSA) - "Non è possibile gestire lo stabilimento senza queste protezioni" legali "necessarie all'esecuzione del piano ambientale", "definitivamente rimosse ieri con la mancata conversione in legge del relativo decreto". Lo scrive l'amministratrice delegata e presidente di Arcelor Mittal Italia Lucia Morselli, in una lettera ai dipendenti in cui comunica loro il passo indietro di Am Investco sull'acquisizione di Ilva. "Non è possibile esporre dipendenti e collaboratori a potenziali azioni penali", afferma.
"È fondamentale che questo piano - spiega Morselli - sia eseguito in modo sicuro e strutturato così che gli impianti non siano danneggiati e possano tornare a essere operativi in tempi rapidi sotto la responsabilità dei Commissari di Ilva spa in amministrazione straordinaria", scrive ancora il ceo dell'azienda sottolineando come "questa è una notizia difficile per tutti i dipendenti". "L'essenziale ora è agire nell'interesse dell'azienda e dei colleghi - aggiunge - cooperando nei prossimi giorni per supportare in ogni modo le attività volte a preservare il valore e l'integrità degli insediamenti produttivi. Un piano d'azione dettagliato sarà coordinato da Wim Van Gerven, AMI Chief Operation Officer", comunica infine la manager.
A.MITTAL: MANGANARO (FIOM), GOVERNO DI IRRESPONSABILI
stefano patuanelli
(ANSA) - "Un governo di irresponsabili e pasticcioni che si divide per 5 centesimi di tassa sulle bottigliette d'acqua e si dimentica di 15 mila lavoratori. Ora devono risolvere in fretta questa situazione o sarà battaglia". Così il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro commenta la nota di Arcelor Mittal in cui annuncia di rescindere il contratto per la gestione degli stabilimenti ex Ilva dopo che il governo ha escluso lo scudo penale dell'azienda dal Dl imprese.
"A questo punto o tornano indietro o sarà un disastro dal punto di vista occupazionale e per la siderurgia italiana che vale 1-2% del Pil - aggiunge Manganaro -. Hanno dato a Mittal l'occasione per uscire da una situazione difficile non rispettando l'accordo di un anno fa. Mentre attendiamo l'esito di questo primo vertice d'urgenza al Mise chiediamo che anche tutte le istituzioni si mobilitino e ringraziamo la Regione Liguria che già ha dato disponibilità a incontrarci".
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L'ARTICOLO DEL ''SOLE'' CHE ANTICIPAVA LA DECISIONE
P. Bricco, C. Fotina e D. Palmiotti per www.ilsole24ore.com
Su Taranto esplode la bomba. Arcelor Mittal restituisce l'Ilva allo Stato italiano. A un anno dall'arrivo a Taranto, Am InvestCo Italy ha notificato ai commissari straordinari dell'Ilva la volontà di rescindere l'accordo per l'affitto con acquisizione delle attività di Ilva Spa e di alcune controllate acquisite secondo l'accordo chiuso il 31 ottobre. Lo si legge in un comunicato della multinazionale. Il Sole 24 Ore aveva anticipato fin dalle prime ore del mattino che in giornata sarebbe stata comunicata la volontà di rescindere il contratto con cui il principale gruppo siderurgico ha un anno fa acquisito in prima istanza l'affitto dell'impresa che, oltre all'acciaieria di Taranto, ha anche gli insediamenti di Novi Ligure e di Cornigliano.
ArcelorMittal spiega che il Contratto prevede che, nel caso in cui un nuovo provvedimento legislativo incida sul piano ambientale dello stabilimento di Taranto in misura tale da rendere impossibile la sua gestione o l'attuazione del piano industriale, la Società ha il diritto contrattuale di recedere dallo stesso Contratto.
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Nella nota si ricordano, tra le motivazioni che hanno contribuito a causare una situazione di incertezza giuridica e operativa, la cancellazione dello scudo legale per la società e i provvedimenti emessi dal Tribunale penale di Taranto obbligano i Commissari straordinari di Ilva a completare talune prescrizioni entro il 13 dicembre 2019.
La ragione dell'invio delle lettere sia all'Amministrazione Straordinaria sia ai sindacati è di natura squisitamente tecnica: alla prima perché i diritti di proprietà dell'Ilva sono ancora in capo ad essa, dato che il contratto attuale è di affitto e si sarebbe trasformato in una cessione effettiva di proprietà soltanto il 1 maggio 2021; ai secondi perché gli oltre 10mila dipendenti dell'Ilva hanno in questo momento un contratto a tempo determinato con Arcelor Mittal, che sarebbe stato convertito in un contratto a tempo indeterminato soltanto con l'avvenuta acquisizione.
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Qual è la natura di questa scelta? Una uscita definitiva dall'operazione? Una scioccante prima mossa negoziale? Oppure Arcelor Mittal avrebbe l’intenzione di chiudere «soltanto» l’area a caldo, snaturando così l’acciaieria e potendo fare a meno, da subito, non di tutti i 10mila addetti ma «soltanto» di una buona metà di essi? In ogni caso, se nelle prossime ore verrà confermato l'invio delle lettere, si tratterebbe di una vera e propria bomba su Taranto e sulla sua comunità, sull'Italia e sulla sua manifattura.
Il comunicato di ArcelorMittal
«Con effetto dal 3 novembre 2019 - riporta Radiocor citando il comunicato ArcelorMittal - il Parlamento italiano ha eliminato la protezione legale necessaria alla Società per attuare il suo piano ambientale senza il rischio di responsabilità penale, giustificando così la comunicazione di recesso».
«In aggiunta - prosegue il comunicato – i provvedimenti emessi dal Tribunale penale di Taranto obbligano i Commissari straordinari di Ilva a completare talune prescrizioni entro il 13 dicembre 2019 – termine che gli stessi Commissari hanno ritenuto impossibile da rispettare – pena lo spegnimento dell' altoforno numero 2 ».
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«Impossibile attuare piano industriale»
Tali prescrizioni, sottolinea il gruppo siderurgico «dovrebbero ragionevolmente e prudenzialmente essere applicate anche ad altri due altiforni dello stabilimento di Taranto. Lo spegnimento renderebbe impossibile per la Società attuare il suo piano industriale, gestire lo stabilimento di Taranto e, in generale, eseguire il Contratto».
ArcelorMittal aggiunge quindi che «altri gravi eventi, indipendenti dalla volontà della Società, hanno contribuito a causare una situazione di incertezza giuridica e operativa che ne ha ulteriormente e significativamente compromesso la capacità di effettuare necessari interventi presso Ilva e di gestire lo stabilimento di Taranto».
ARCELOR MITTAL
Le circostanze citate «attribuiscono alla Società anche il diritto di risolvere il Contratto in base agli applicabili articoli e principi del codice civile italiano. In conformità con il contenuto del Contratto - conclude la nota - la società ha chiesto ai Commissari straordinari di assumersi la responsabilità per le operazioni e i dipendenti entro 30 giorni dalla loro ricezione della predetta comunicazione di recesso o risoluzione».