Federico Fubini per il "Corriere della Sera"
klaus regling
A torto o a ragione, è l'uomo percepito da molti come uno dei portabandiera dell'ordo-liberismo tedesco che ha dominato le scelte dell'area euro un decennio fa. Di certo è stato uno degli architetti del Patto di stabilità, oggi sospeso a causa della pandemia. È stato dall'inizio il punto di riferimento della troika in Grecia, in Portogallo, in Irlanda o in Spagna, perché il denaro veniva prestato dall'istituzione di cui lui era - ed è - al vertice.
angela merkel olaf scholz
Klaus Regling però ieri ha smentito in un colpo tutti i cliché sul suo conto, lasciando uscire dal Meccanismo europeo di stabilità (Mes) una proposta che apre i giochi in vista di un cambio delle regole di bilancio in Europa.
La sua iniziativa non quadra con la reputazione che da anni circonda Klaus Regling in Europa del Sud: rappresenta un allentamento ragionato e motivato dei vincoli sul debito e, durante le recessioni, anche sulla spesa pubblica. L'aspetto più nuovo è l'idea di rivedere al rialzo il vincolo previsto per il debito pubblico dal 60% del prodotto lordo (Pil), stabilito nel 1991 con il Trattato di Maastricht, fino al 100%.
PROTESTE IN GRECIA CONTRO L AUSTERITY
La strada che dovrebbe coprire l'Italia sarebbe meno lunga e magari da percorrere a un passo meno insostenibile, perché si immagina anche una revisione della norma che esige ogni anno il calo del debito di un ventesimo della distanza dalla soglia.
Per chiarezza: se le regole europee tornassero in vigore nel 2023 così come sono scritte oggi, l'Italia dovrebbe ridurre il debito pubblico di quasi il 5% del Pil all'anno (mai successo dal 1947), oppure finire soggetta a una procedura di Bruxelles per molti anni. Formalmente, quello del Mes è solo uno studio tecnico di sei economisti assunti nello staff oggi o nel passato recente.
olaf scholz
Nella sostanza però Regling ha dato il suo appoggio alla proposta e soprattutto ha scelto con cura i tempi dell'uscita: nel pieno del negoziato a Berlino sul programma della coalizione «semaforo» fra i socialdemocratici del cancelliere in pectore Olaf Scholz, i verdi e i liberali che ambiscono al ministero delle Finanze con l'ordoliberista Christian Lindner. Non è plausibile che il tedesco Regling abbia preso un'iniziativa del genere senza prima avvisare la cerchia di Scholz, il quale per anni è stato il primo azionista del Mes in qualità di ministro delle Finanze di Berlino.
Resta da capire perché il direttore generale del fondo salvataggi abbia scelto di aprire adesso, a negoziati in corso in Germania, la partita di scacchi del nuovo Patto di stabilità.
klaus regling
Probabilmente sta cercando di anticipare il consolidarsi di un accordo di governo a Berlino che sia troppo rigido su questo tema e ostacoli poi una revisione ragionevole con gli altri governi a Bruxelles l'anno prossimo. Per ora infatti socialdemocratici, verdi e liberali tedeschi pensano solo a mettere fuori bilancio alcuni investimenti - soprattutto quelli per l'ambiente - lasciando però le regole europee sostanzialmente intatte.
PROTESTE IN GRECIA CONTRO L AUSTERITY
La proposta di Regling ribalta questa strategia minimalista che circola a Berlino. Il ritocco della soglia di debito al 100% riflette il fatto che il costo da interessi, molto più basso di trent' anni fa, rende più sostenibili oneri nominalmente più alti.
Secondo lo studio del Mes, per questo ritocco delle regole servirebbe l'unanimità dei 27 governi ma senza complicati cambi del Trattato europeo con relative ratifiche nazionali. Il documento del fondo salvataggi propone invece di mantenere per il deficit il limite del 3% del prodotto e aggiunge vincoli meno draconiani di quanto siano (sulla carta) quelli del Patto di stabilità attuale.
meccanismo europeo di stabilita' 1
Per ridurre il debito nelle fasi positive, ogni governo dovrebbe mantenere un certo surplus di bilancio prima di pagare gli interesse e dovrebbe anche lasciar crescere la spesa pubblica meno di quanto cresca l'economia. Nelle recessioni invece la spesa pubblica potrebbe continuare a salire anche un po' più che in tempi normali, in modo da stabilizzare l'economia stessa. Il confronto sui dettagli sarà per il 2022, ma il senso politico della mossa di Regling è che i giochi sono aperti.
klaus regling
Non c'è scelta del resto. Senza nuove regole, buona parte dell'area euro finirebbe nella morsa di una procedura fra poco più di un anno. Intanto la Commissione ha avviato una «consultazione» sul tema fino alla fine dell'inverno, guadagnando tempo. A Bruxelles si capisce perfettamente che il confronto fra i governi non entrerà nel vivo prima di giugno, quando sarà alle spalle il ciclo elettorale francese. E per allora - metà del 2022 - all'Italia spetterà un ruolo delicato: solo se avrà un governo credibile e potrà vantare un'esecuzione decente del Recovery, altri governi si sentiranno abbastanza sicuri da concedere un allentamento del Patto di stabilità.
PROTESTE ANTI AUSTERITY A MADRID meccanismo europeo di stabilita' meccanismo europeo di stabilita' 2 Klaus Regling