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Marco Gentile per Il Giornale
Non è passata nemmeno una settimana dalla debacle dell'Italia contro la Svezia.
Gli azzurri sono riusciti nell'impresa di non qualificarsi ai prossimi Mondiali in Russia, cosa che non succedeva da 60 anni. A fine gara tutti si attendevano le dimissioni di Ventura, che non sono mai arrivate, così come quelle del Presidente della Figc Carlo Tavecchio che mercoledì ha preso la parola per sollevare dall'incarico l'ormai ex ct, ammettendo di non avere intenzione di dimettersi.
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Tavecchio, così come Ventura, è stato anche assediato dalla Iene dove commuovendosi ha ammesso le colpe dell'allenatore: "L'ho scelto io l'allenatore...non dormo tranquillo. Sono quattro giorni che non dormo". Secondo quanto riporta la Repubblica, però, Tavecchio starebbe pensando di dimettersi e lo farebbe proprio domani, presentando su davanti al consiglio federale.
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Il Presidente ha perso di credibilità con il sindacato dei calciatori, presieduto da Tommasi e con molti esponenti della Lega di Serie C e dilettanti. Se dovesse davvero rassegnare le dimissioni, dunque, nel 2018 ci saranno le nuove elezioni per scegliere il nuovo Presidente Federale e non sarà un compito facile.
2. MONTEMURRO SI SMARCA DA TAVECCHIO
Giuliano De Matteis per www.corrieredellosport.it
L'eliminazione dell'Italia dal Mondiale brucia come il sale su una ferita che sarà difficile rimarginare e il consiglio in programma domani, decisivo per le sorti della Federcalcio, si preannuncia infuocato. Al centro della tempesta c'è ovviamente il presidente Carlo Tavecchio, che rischia fortemente di perdere anche l'appoggio di chi l'ha sostenuto in passato come Andrea Montemurro.
«Con risultati così negativi in una grande azienda non dico che sarebbero andati tutti a casa, ma di certo ci sarebbe stata la rivoluzione», questo è il pensiero del 40enne numero uno della Divisione Calcio a 5, eletto nel dicembre dell’anno scorso quando è divenuto il più giovane presidente nella storia dello sport azzurro. «Dal punto di vista umano e personale mi dispiace molto per Tavecchio, che ora è divenuto il “punching ball” di tutti e che ho sostenuto in campagna elettorale insieme al mio presidente diretto Cosimo Sibilia (a capo della Lnd, ndr). Il mio voto però non è scontato: chiediamo alcune innovazioni profonde e sostanziali».
CLUB ITALIA NEL MIRINO - Ripartiamo però dall'eliminazione dell'Italia, con Tavecchio che ha detto in un'intervista alle 'Iene' di non aver dormito per quattro notti dopo la disfatta contro la Svezia. Senso di colpa? Peso della responsabilità? «Sentirsi responsabile è giusto - sostiene Montemurro - perché una posizione cosi importante come quella del presidente implica sempre e inevitabilmente delle responsabilità. Al di là del risultato del playoff comunque e di una sfida che sul campo può essere sempre condizionata dagli episodi, io sono stato l'unico a sollevare in tempi non sospetti e dopo la mia elezione nel dicembre 2016 un problema non legato esclusivamente al presidente Tavecchio: la struttura del Club Italia».
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Nel mirino del presidente del Calcio a 5 c'è l'organizzazione delle varie selezioni azzurre: «Prima dell'estate insieme a Sibilia, con cui ci sono intenti comuni, ho fatto mettere a verbale il fatto che mi dissociavo dal modo in cui Club Italia gestisce le nazionali di Calcio a 5. È assurdo il fatto che io, pur eletto dalle società, non ho poteri gestionali enemmeno posso in qualche modo coadiuvare. Praticamente non abbiamo alcuna voce in capitolo, ma se ad esempio al prossimo Europeo le cose andassero male chi sarà responsabile? Io non avrei colpa in caso di disfatta né meriti in caso di successo e non penso sia logico, anche perché la nostra disciplina è diversa dal calcio. Prima della mia elezione è stato prolungato il contratto a un CT che non era in scadenza e che io mi sono così ritrovato, senza contare che è a capo di cinque selezioni e se un giorno avesse la febbre si paralizzerebbe tutta l'attività. E anche a livello organizzativo ci è stato impedito di partecipare al 'Mundialito' in Thailandia e di sfidare l'Argentina in un'amichevole: danni gravi per un movimento in crescita come il nostro».
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LO SMARCAMENTO - Il giovane Montemurro non ne fa una questione di età e nel mirino non mette il solo Tavecchio: «Il diggì Michele Uva e Renzo Ulivieri (presidente dell'Assoallenatori, ndr) sono responsabili quanto Tavecchio. Ricambio generazionale? Non conta l'età, servono semplicemente dei bravi manager da giudicare in base ai risultati e i risultati di tutte le Nazionali, da quella di Ventura e l'Under 21 fino a quella femminile sono sotto gli occhi di tutti. Per non parlare del Calcio a 5, dove siamo usciti al Mondiale contro l'Egitto. Se fossimo stati in una grande azienda di fronte a questi risultati non dico che sarebbero andati tutti a casa, ma di certo ci sarebbe stata una rivoluzione. E il calcio è importante anche a livello economico e sociale nel nostro Paese». Ecco che il consiglio federale di domani diventa decisivo per il futuro della Figc e del calcio italiano e Montemurro si tiene smarcato: «Non chiudo la porta a Tavecchio ma neanche voglio lasciargliela aperta a priori. Con lui ho parlato nei giorni scorsi e l'ho trovato moralmente a terra, ma gli ho detto quello che chiediamo come Calcio a 5. Voglio vedere se riuscirà davvero a presentare delle idee innovative e se avrà la forza per sostenerle, il mio voto non è scontato».
IPOTESI DIMISSIONI - La sensazione è che in qualche modo il Calcio a 5 stia per "scendere dal Tav" e che l'attuale presidente, già osteggiato dall'Aic e dalla Lega Pro, rischi ora di perdere i pezzi anche tra i componenti della Lnd. Senza contare il pressing del governo e del Coni, con il numero uno Giovanni Malagò che aveva chiesto senza troppi giri di parole le dimissioni - non presentate - di Tavecchio. «Malagò è una persona di spessore e illuminata - ha concluso Montemurro - che veramente sta cambiando lo sport italiano. Ha fatto dichiarazioni pubbliche molto importanti ma per quanto mi riguarda non so se Tavecchio abbia fatto bene o meno a restare in sella. Lo si scoprirà domani dalle proposte che porterà in consiglio. Serve un rilancio». Un rilancio che il presidente federale potrebbe non avere la forza di portare avanti. Ed ecco che con le due leghe commissariate, l'accerchiamento mediatico e istituzionale e una minoranza sempre più risicata e a rischio, domani Tavecchio potrebbe persino cambiare idea e presentarsi dimissionario qualora capisse di non avere più i numeri per andare avanti con rinnovate ambizioni...
IL CONSIGLIO FEDERALE DI DOMANI (17 consiglieri, assenti i rappresentanti delle le due Leghe commissariate)
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Pro Tavecchio (8) - Carlo Tavecchio (presidente), Ermelindo Bacchetta (Lnd), Karl Runnger (Lnd), Giuseppe Caridi (Lnd), Antonio Cosentino (Lnd), Renzo Ulivieri (Aiac), Luca Perdomi (Aiac), Marcello Nicchi (Aia).
Indecisi (1) - Cosimo Sibilia (Lnd)
Contro Tavecchio (8) - Damiano Tommasi (Aic), Umberto Calcagno (Aic), Simone Perrotta (Aic), Sara Gama (Aic), Gabriele Gravina (Lega Pro); Giancarlo Abete (Lega Pro), Stefano Rosso (Lega Pro), Andrea Montemurro (Lnd)