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    TE LA DO IO L’ACCONCIATURA - IN TEXAS UN 13ENNE SI PRESENTA A SCUOLA CON UN TAGLIO ESTROSO, CON UNA “M” DISEGNATA TRA I CAPELLI, E L’ISTITUTO LO PUNISCE COLORANDOGLI LA TESTA CON UN PENNARELLO - IL SUO LOOK VIOLAVA IL REGOLAMENTO SECONDO CUI NON SONO CONSENTITE “ACCONCIATURE ESTREME E CRESTE” - I GENITORI DEL RAGAZZO HANNO FATTO CAUSA


     
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    Marilisa Palumbo per il “Corriere della sera”

     

    JUELZ TRICE JUELZ TRICE

    Juelz Trice, 13 anni, si era presentato a scuola a metà aprile con un taglio molto di moda tra i suoi coetanei: un segno simile a una M sfumata sulla testa rasata. Gli insegnanti della Berry Miller Junior di Pearland, vicino a Houston, in Texas, non l' hanno presa bene perché il look violava il regolamento dell' istituto nel quale si legge che i capelli devono essere «puliti e ben pettinati. Acconciature estreme come disegni e creste non sono consentite».

     

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    Un richiamo sarebbe stato più che sufficiente, invece Juelz viene convocato nell' ufficio del preside dove si trova davanti a una scelta: la sospensione o accettare di farsi coprire il segno con un pennarello nero. Il ragazzo, che racconta di aver temuto ripercussioni sulla sua presenza nel team di atletica, accetta la punizione. Così il vice preside Tony Barcelona e due colleghi, Helen Day e Jeanette Peterson, tutti e tre bianchi, prendono uno Sharpie indelebile e si mettono all' opera, secondo quello che riferirà Juelz, ridendo di gusto. Come se non bastasse, accortisi che colorandolo il disegno sulla testa sembrava accentuarsi, decidono di procedere con l' intero cuoio capelluto.

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    Ora i genitori del tredicenne li portano in tribunale insieme all' intero distretto scolastico con l' accusa di razzismo e violazione dei diritti civili. «Il taglio non raffigurava niente di violento o osceno, che richiamasse i simboli associati a qualche gang o fosse offensivo e inappropriato», si legge nei documenti depositati. Si tratta semplicemente di un look «comune tra i giovani afroamericani».

     

    «È stata dura quel pomeriggio a scuola e nei giorni successivi, ero sulla bocca di tutti», ha raccontato Juelz alla Cbs, seduto accanto a mamma Angela e papà Dante. L' istituto da allora ha rimosso il regolamento, ma i genitori del ragazzo non si accontentano delle scuse, tanto più che nel frattempo Barcelona da vice è stato promosso preside.

     

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    Ci sono voluti giorni, raccontano, a far venire via dalla testa di Juelz quel nero scurissimo che ricorda tragicamente le blackface , i menestrelli bianchi che a partire dai primi dell' 800 giravano gli Stati Uniti dipingendosi il volto nero pece per imitare gli schiavi, interpretandoli come degli sciocchi felici della propria sottomissione. Molti di più ce ne vorranno a JT per dimenticare quello che gli è successo.

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