Paolo Travisi per https://www.leggo.it/
CLAUDIO DE TOMMASI
Quando la musica suonava in tv. Erano gli anni del boom dei videoclip e della televisione commerciale, e nel 1984 nasceva Videomusic, il primo canale italiano in cui la musica era la protagonista del palinsesto. I Veejay, figure scomparse dal piccolo schermo, raccontavano – tra sperimentazione, competenza e video musicali – le tendenze da Stati Uniti e Regno Unito. Scoprivano nuovi talenti italiani e facevano sognare intervistando i big della scena mondiale. Claudio De Tommasi, vj storico della rete - oggi a Radio 1 nel programma Viva Voce - racconta quel periodo a Leggo. «Arrivai agli inizi in quel posto fuori dal mondo in Garfagnana e notai subito la passione che c’era dietro VM. Chi la faceva era un appassionato di musica».
Parlavate lo stesso linguaggio del vostro pubblico, i giovani?
CLAUDIO DE TOMMASI
«Gli spettatori ci percepivano come parte di loro, per questo Videomusic ha segnato almeno tre generazioni. Ci seguivano i quindicenni per i Duran Duran ma anche i quarantenni, perché c’era una perfetta sintonia nel linguaggio, nei vestiti, nella visione del mondo. Erano anni avventurosi per la tv, in cui si poteva sperimentare».
Infatti è rimasta nell’immaginario collettivo...
«VideoMusic è durata appena 12 anni, ma è stata diversa da qualsiasi altra tv. Ora ognuno si fa la sua televisione e la sua playlist su Spotify. All’epoca la musica dovevi andarla a cercare, eravamo molto attenti a quello che succedeva all’estero e a quello che le radio non passavano. Siamo stati un punto di riferimento, oggi c’è moltissima musica, ma si veleggia sulla superficie».
Nelle sue rubriche, come Hot Line, ha lanciato anche cantanti emergenti. Un nome?
«È vero, siamo capitati nel momento giusto. Ligabue è stato con noi una settimana a presentare le sue canzoni per avere visibilità».
Videomusic riprendeva i concerti, e lei faceva le interviste, tra cui quella a David Bowie.
CLAUDIO DE TOMMASI
«Nel 1987 venne a Firenze, lo incontrai, ero un suo fan e mi tremavano le gambe. Si muoveva come un coatto londinese e parlava in dialetto, ma quando iniziammo l’intervista, cambiò completamente, parlando un inglese da Oxford. Mi colpì la sua brillantezza e acutezza nelle risposte».
Le classifiche dei video si facevano con le lettere dei telespettatori?
«Ne arrivavano molte, così come i fax con cui le case discografiche mandavano le loro proposte. Oggi sembrano cose della preistoria».
Le sue figlie riescono a capire cosa faceva suo padre negli anni 80?
«In parte (ride, ndr). Loro guardano solo le serie tv, ma cercano artisti meno conosciuti. Ho portato ad aggiustare il giradischi per far ascoltare loro il vinile, e per la prima volta, il fruscio di un disco».
Perché VM è finita?
«Fu comprata da Cecchi Gori, che uccise Telemontecarlo e poi VM, le cui frequenze furono vendute, però credo che la tecnologia digitale avrebbe comunque cambiato tutto».
CLAUDIO DE TOMMASI Claudio De Tommasi serata al blackout foto dino ignani Claudio De Tommasi serata al blackout foto dino ignani