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    TELECOM-PLOTTI: TOCCA A TRONCHETTI TRONCARE BERNABE’


     
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    Luigi Ferrarella per "Il Corriere della Sera"

    Franco BernabèFranco Bernabè

    A 9 anni dai fatti, la coda dello scandalo dei dossier illegali della Security di Telecom nell'era di Giuliano Tavaroli produce iniziative giudiziarie incrociate tra l'attuale gestione di Telecom e l'ex presidente Marco Tronchetti Provera. Contro di lui la società guidata ora da Franco Bernabè ottiene in Tribunale a Milano l'ammissione alla costituzione di parte civile nel processo in cui Tronchetti è imputato di ricettazione nel 2004 del dvd che, frutto dell'attacco informatico agli 007 privati dell'agenzia Kroll al servizio dei rivali brasiliani di Tronchetti, ne documentava lo spionaggio ai danni di Telecom Italia.

    La società sarà dunque presente nel dibattimento e, se lo riterrà, alla fine potrà chiedere un risarcimento per i lamentati «danni patrimoniali», per «il danno morale» e «gli evidenti e significativi danni di immagine alla reputazione commerciale». Nello stesso tempo, però, Tronchetti annuncia che cita in giudizio Telecom Italia in relazione ai comportamenti tenuti da quest'ultima nei suoi confronti dopo l'uscita dal gruppo nel 2006, «che - dice - hanno causato gravi danni alla propria immagine e onorabilità».

    TRONCHETTI PROVERA jpegTRONCHETTI PROVERA jpeg

    Nel processo sono stati ammessi come parti civili anche il finanziere brasiliano Daniel Dantas per «danno di immagine come uomo e imprenditore», l'ex n.1 di Brasil Telecom, Carla Cico, per «danno di carriera e di immagine», e il fondo Opportunity; non invece Asati (associazione azionisti Telecom) e il piccolo azionista Marco Bava. In attesa che i primi testi sfilino il 29 aprile, ieri Tronchetti ha voluto rendere «dichiarazioni spontanee» su fatti «deprecabili» che, a suo avviso, «sono parte di una storia inquietante che mi insegue da più di sette anni e nella quale il mio nome viene usato per distrarre dai veri colpevoli».

    Il pm Alfredo Robledo valorizza il racconto fatto il 13 dicembre 2010 da Tavaroli (4 anni patteggiati) su una riunione «in via Negri a Milano con gli avvocati (di Telecom, ndr) Chiappetta e Mucciarelli» nella quale, a proposito di un dvd indicato da Tavaroli come la prova dell'aggressione Kroll a Tronchetti, Chiappetta avrebbe prospettato «la soluzione dell'invio del dvd in forma anonima alla segreteria del presidente», il quale «accettò la proposta, chiamò la segretaria e le disse che sarebbero arrivate informazioni in forma anonima».

    Diversa la versione di Tronchetti, che nega la consapevolezza dell'origine furtiva delle prove raccolte da Tavaroli e tali da propiziare in seguito le scuse della nuova proprietà di Kroll: «La mia reazione al riguardo fu quella di comunicare immediatamente il tutto all'autorità giudiziaria. Mi fu però chiarito dagli avvocati che, sebbene la notizia sulle indebite ingerenze di Kroll fosse allarmante, prima di poter assumere qualsiasi iniziativa era necessario avere cognizione diretta di evidenze al riguardo. Condivisi l'osservazione dei legali e feci dunque presente alla mia segretaria, Elena Longaretti, che, là dove fosse pervenuta corrispondenza proveniente dal Brasile o comunque riguardante il Brasile, essa andava trasmessa alla Security» di Tavaroli.

    TRONCHETTI PROVERATRONCHETTI PROVERA

    Tronchetti afferma che non aveva motivo di non fidarsi: «La questione per me era pacifica e non avevo dubbi sull'operato dei miei collaboratori: certamente non degli avvocati, ma neppure del signor Tavaroli, che fino a quel momento si era dimostrato meritevole della fiducia della società. E non c'era motivo di dover dubitare sulla liceità dell'acquisizione di quel materiale o delle modalità con cui essa era avvenuta».

     

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