tobia zevi
Emergenza abitativa e occupazione abusiva di immobili, pubblici e privati. Anche di questi si è parlato ieri a Quarta Repubblica in un blocco dai toni infuocati, in cui gli ospiti in studio non si sono risparmiati stoccate reciproche decisamente frizzanti.
Da una parte l’Assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative di Roma, Tobia Zevi. Dall’altra Daniele Capezzone. È proprio l’opinionista de La Verità ad aprire le danze delle polemiche, quando si appresta a spiegare per quale motivo lo Stato non dovrebbe mai accettare che un immobile privato venga occupato senza diritto, anche se gli abusivi soffrono di chissà quale necessità abitativa.
nathania e tobia zevi
“Io pensavo che l’assessore fosse venuto a dimettersi – attacca il giornalista – Nel libro di Nicola Porro, “Il Padreterno è liberale“, c’è una citazione di Antonio Martino ripetuta più volte: ‘Si possono fare compromessi sui dettagli, non sui principi’. Allora ricominciamo dall’Abc: se questo pc è mio, tu non me lo puoi rubare e lui, lo Stato, non può legittimare il furto. Poi dicono: ‘Eh ma c’è una esigenza sociale’. Come si dice a Oxford: ‘Sticazzi'”. Per Capezzone la necessità di mettere un tetto sopra la testa a chi una casa non ce l’ha non la puoi far ricadere sulle spalle dei proprietari. “E poi scusate: se io sono un cittadino perbene che si mette in graduatoria e non faccio il furbo né il prepotente, cosa sono: sono un coglione?”.
Pronta la replica dell’assessore. “Capezzone mi consiglia di dimettermi – attacca Zevi – Io però penso al povero Marco Pannella che si rivolta nella tomba pensando a questo allievo che gli è uscito male”. Il nome dell’ex leader dei radicali fa scattare sulla sedia il cronista de La Verità. “Non ti permettere – dice – Non provare a nominalo. Vergognati, cialtrone”. A quel punto in studio gli animi si scaldano. E non poco.
daniele capezzone
Il dibattito resta sulle attività di sgombero che l’assessore rivendica, sull’aver dato delle case ai poveri e i “compromessi” per arrabattarsi tra diritto alla casa e diritto alla proprietà. Il tutto in assenza di un vero piano italiano per la costruzione di alloggi popolari. “Sugli immobili privati occupati, delle due l’una: o noi ce ne freghiamo di ridare lo stabile al legittimo proprietario, oppure decidiamo di buttare in mezzo a una strada i poveri che ci abitano dentro”.
DANIELE CAPEZZONE MARCO PANNELLA MARCO CAPPATO
Capezzone non è d’accordo: “Voi state travolgendo la proprietà privata”. E ancora: “Lei si deve vergognare: se ci fosse Marco Pannella ti prenderebbe a calci nel culo da qui al Campidoglio”. Replica Zevi: “Io lo conoscevo e con me non lo ha fatto. Con te invece sì: ti ha preso a calci nel sedere”.
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