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    TU CHIAMALE, SE VUOI, SECESSIONI - TENSIONE ALLE STELLE A BARCELLONA PER IL REFERENDUM, LA POLIZIA NAZIONALE IRROMPE NEI SEGGI - CARICHE CON PROIETTILI DI GOMMA E SCONTRI: 40 FERITI, DI CUI 3 GRAVI - MADRID: "VERGOGNA, NON C'È ALCUNA LEGALITÀ" - L'INDIPENDENTISTA PEP GUARDIOLA (CHE HA VOTATO PER POSTA): "NON SI TRATTA DI UN REFERENDUM ILLEGALE"


     
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    BARCELLONA BARCELLONA

    Da www.ilmessaggero.it

     

    Si vota in Catalogna ma la tensione è altissima. Gli agenti spagnoli hanno fatto irruzione nei seggi per impedire il voto al referendum per l'indipendenza, considerato illegale da Madrid, mentre i Mossos d'esquadra, le forze dell'ordine catalane, non intervengono. La Guardia civil ha caricato la folla davanti a diversi seggi elettorali. La gente comunque resiste e si mette in fila per votare. La polizia avrebbe usato anche proiettili di gomma contro le persone che protestano pacificamente. Secondo l'emittente Tv3 negli scontri ci sono 40 feriti, 3 sarebbero gravi.

     

     

    Nonostante la repressione della polizia spagnola, in Catalogna il 73% dei seggi è aperto e funziona normalmente: lo ha affermato il portavoce del governo catalano Jordi Turull. Per aggirare l'attesa chiusura dei seggi da parte della polizia, il governo catalano ha reso noto che ogni elettore può votare in uno qualsiasi dei seggi del paese. La popolazione reagisce con forme di resistenza pacifica e passiva. In molti seggi gli elettori si sono seduti per terra per impedire l'ingresso degli agenti spagnoli.

     

    Il presidente catalano Carlos Puigdemont ha denunciato la «brutalità ingiustificata della polizia spagnola», affermando che «è una vergogna che accompagnerà per sempre l'immagine dello stato spagnolo». Il portavoce del governo catalano ha affermato che «dai tempi del franchismo» non si vedeva una repressione e una «violenza di Stato» come quella esercitata oggi dalle forze spagnole «contro la democrazia» in Catalogna.

    BARCELLONA SCONTRI CON POLIZIA BARCELLONA SCONTRI CON POLIZIA

     

    Il prefetto spagnolo in Catalogna Enric Millo ha giustificato l'intervento della polizia spagnola nei seggi perché, ha affermato, quella catalana «ha anteposto criteri politici a quelli professionali». «Siamo stati costretti a fare quello che non volevamo fare» ha detto.

     

    La Guardia Civil ha interrotto le comunicazioni internet in diversi seggi per impedire il voto. In alcuni centri elettorali l'intervento degli agenti spagnoli è stato particolarmente brutale, riferisce la tv pubblica Tv3, usando i manganelli anche contro persone anziane.

     

     

     

     

    La polizia spagnola in tenuta antisommossa ha sequestrato le urne dopo avere fatto irruzione nel seggio di Ramon Llul a Barcellona, dove erano già iniziate le operazioni di voto. Gli agenti spagnoli, alcuni dei quali imbracciavano fucili lancia granate, sono usciti al centro portando le urne in mezzo a una folla di elettori che gridavano «votarem!».

    BARCELLONA SCONTRI CON POLIZIA BARCELLONA SCONTRI CON POLIZIA

     

    Gli agenti in tenuta anti-sommossa sono intervenuti anche nel seggio di Sant Julia de Rumis a Girona dove alle 9.15 era previsto dovesse votare il presidente catalano Carles Puigdemont. Gli agenti spagnoli hanno allontanato la stampa e usano la forza per spostare la folla di cittadini concentrati a protezione del seggio.

     

    Guardia Civil a Barcellona1 Guardia Civil a Barcellona1

    La polizia spagnola è penetrata nel seggio elettorale dove era previsto votasse Puigdemont sfondando le porte che erano state chiuse dai cittadini presenti. Gli agenti hanno fatto irruzione all'interno accolti dal grido «Voterem» degli elettori, che hanno poi iniziato a cantare Els Segadors, l'inno nazionale catalano. Le urne e le schede sono state portate via dai volontari catalani. Puigdemont tuttavia ha votato in un altro seggio, riferisce la tv pubblica Tv3.

     

     

    BARCELLONA PROTESTE BARCELLONA PROTESTE

     

     

     

    «Un capo del governo codardo ha inondato di polizia la nostra città. Barcellona città di pace, non ha paura»: così il sindaco di Barcellona, Ana Colau, su Twitter, riferendosi al premier spagnolo Mariano Rajoy.

     

    Dall'alba comunque migliaia di persone si sono messe in fila davanti a molte scuole di Barcellona e del resto della Catalogna per "proteggere" le scuole occupate che dovevano essere usate come seggi.

     

    L'inno catalano contro la polizia che impedisce il voto per l'indipendenza della Catalogna. Così attivisti e catalani stanno rispondendo alla Polizia che blocca le operazioni di voto.

     

     

     

    proteste a barcellona degli indipendentisti catalani 2 proteste a barcellona degli indipendentisti catalani 2

    In Plaza Catalonia a Barcellona concentrazione invece di qualche centinaio di unionisti contro il referendum e l'indipendenza.

     

     

    2. ALTA TENSIONE A BARCELLONA

     

     

     

     

    BARCELLONA MANIFESTAZIONE BARCELLONA MANIFESTAZIONE

     

    Raffaello Binelli per il Giornale

     

    Barcellona si è svegliata sotto la pioggia. I seggi per il referendum sull'indipendenza della Catalogna si sono aperti alle 9, ma centinaia di persone si erano messe in coda per non mancare all'appuntamento, raccogliendo l'invito degli attivisti che sfidano le autorità centrali (527 i seggi occupati su oltre 2200).

     

    Immediate le tensioni, con la Guardia Civil (la polizia nazionale) che ha fatto irruzione in un seggio di Girona. Non un seggio qualsiasi. Qui alle 9.15 era previsto che votasse il presidente della Generalitat della Catalogna, Carles Puigdemont. Impedire il suo voto aveva un alto valore simbolico. Poco dopo, però, il leader catalano ha fatto sapere di aver votato in un altro seggio.

     

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    "Qualunque cittadino può andare a votare in ogni punto elettorale e avrà la doppia conferma del suo voto, questo rallenterà il procedimento ma garantirà che tutti possano votare", ha detto il portavoce del governo catalano, Jordi Turull. "Ci saranno schede in tutti i seggi", ha aggiunto. Intanto le urne stanno continuando ad arrivare nei diversi locali adibiti a seggio, trasportate in auto dai militanti indipendendisti, mentre i Mossos d’Esquadra (polizia locale) per il momento si limitano a controllare la situazione e a stilare rapporti ma senza intervenire.

     

    Il referendum ha "perso ogni rispettabilità e credibilità democratica". È la reazione del governo spagnolo alla notizia che le regole per poter votare sono state cambiate negli ultimi minuti per favorire la maggior partecipazione possibile dei cittadini catalani. "Per la prima volta nella storia mondiale delle elezioni si cambiano le regole del gico 45 minuti prima che si aprano le urne, con l’unico obiettivo di forzare il risultato delle elezioni", fanno sapere fonti del governo di Madrid. "Senza alcun censimento, con schede portate da casa, senza timbri. È una vergogna elettorale"

    BARCELLONA SEGGI OCCUPATI CON TRATTORI BARCELLONA SEGGI OCCUPATI CON TRATTORI

     

    Quattro persone a volto coperto hanno aggredito all’alba un uomo all’interno di una scuola adibita a seggio. È accaduto a Fugueras, vicino a Girona. Gli aggressori, tutti incappucciati, hanno colpito l’uomo con il palo di una bandiera. L’aggredito faceva parte del gruppo di circa un centinaio di persone che stava presidiando la scuola per impedire che le forze di polizia la chiudessero. Una donna anziana è stata ferita durante l’irruzione della polizia nazionale nella scuola Freire del quartiere Roquetes, a Barcellona, dove era allestito un seggio.

     

    Guardia Civil a Barcellona Guardia Civil a Barcellona

    Altre persone ferite per un'irruzione degli agenti nel seggio allestito alla scuola Mediterranea della Barceloneta. Pep Guardiola, allenatore del Manchester City ed icona dei sostenitori del referendum, ha fatto sapere di aver votato per posta e ha sottolineato che "non si tratta di un voto illegale", contrariamente a quanto sancito dalla Corte Costituzionale spagnola. Guardiola, che ha parlato al termine della partita vinta per 1 a 0 contro il Chelsea, ha difeso "il diritto di votare. È un giorno per la democrazia"

     

     

     

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