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    "LE PERSONE POSSONO MORIRE HO VISTO ALCUNI BAMBINI CHE NON RIUSCIVANO A RESPIRARE" - TENSIONE FUORI DAGLI STADI IN QATAR: ALCUNI TIFOSI HANNO DENUNCIATO DI ESSERE STATI RESPINTI DALLA POLIZIA IN TENUTA ANTISOMMOSSA DAVANTI ALLE FAN ZONE - DECINE DI MIGLIAIA DI SUPPORTER SI SONO ACCALCATI NELL'AREA ANCHE, L'UNICO POSTO IN CUI SI POSSONO COMPRARE LE BIRRE…


     
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    Da www.ilnapolista.it

     

    polizia nelle fan zone in qatar polizia nelle fan zone in qatar

    Continua ad essere ad alto rischio questo Mondiale in Qatar. Come era preventivato il divieto di vendere alcolici insieme al caldo intenso presenta hanno causato più di un problema. Ieri sera, prima del fischio d’inizio della gara inaugurale tra Qatar ed Ecuador, ad esempio, ci sono stati momenti di caos e tensione perché decine di migliaia di tifosi, infatti, si sono accalcati per provare ad entrare nella fan zone, costruita al centro di Doha e luogo dove, oltre a vedere le partite su un maxi-schermo, è possibile anche comprare della birra, come mostra il video pubblicato dal Sole24Ore

     

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    Molti dei tifosi sono stati respinti dalla polizia in tenuta antisommossa, posta a guardia della struttura. Alcuni tifosi hanno pregato gli agenti di farli passare attraverso la fila. Solo a una manciata di donne incinte e di tifosi disabili é stato permesso di entrare nella fan zone attraverso uno speciale ingresso prioritario, poco dopo il calcio d’inizio della partita tra Qatar ed Ecuador.

    fan zone in qatar fan zone in qatar

     

    «È molto pericoloso. Le persone possono morire», ha detto Hatem Al-Bari, un iracheno che ha affermato di aver lavorato nella vicina Dubai, «Le persone anziane, le donne, non possono sopportare una folla del genere. Grazie a Dio sono un po’ alto, quindi posso respirare. Ma ho visto alcuni bambini che non riuscivano a respirare»

     

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    Ha detto di aver visto persone che spingevano e spingevano e donne che piangevano. Luis Reyes, un messicano americano che vive a Los Angeles, ha paragonato l’accaduto alle scene che si sono svolte poche settimane prima in Corea del Sud e che hanno provocato la morte di oltre 150 persone. «Non puoi tornare indietro e non puoi andare avanti. Ho detto a mio figlio: ‘Andiamocene. È troppo pericoloso’».

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