Marco Carta per ilmessaggero.it
ponte milvio
Non sapevano come sopravvivere alla noia del sabato sera. E così hanno pensato bene di sfasciare i vetri delle auto in sosta lungo Ponte Milvio alla ricerca di oggetti da rubare all'interno. Occhiali, monete e chincaglieria di poco valore, sottratta ai legittimi proprietari, tanto «per vedere l'effetto che fa», come avrebbe detto il cantautore Enzo Jannacci.
BABY GANG IN AZIONE
Sono tre giovanissimi romani, due diciannovenni e un diciottenne, i componenti della baby gang che lo scorso week end ha vandalizzato quattro autovetture nel cuore della notte, prima di essere fermata dai poliziotti del reparto volanti e arrestata per furto aggravato. Un sasso lanciato con tutta la forza. Poi la ricerca affannosa di cose da rubare all'interno delle auto, una Ford Fiesta, una Toyota Aygo e una Mercedes Classe B. In due si occupavano della parte operativa.
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Il terzo complice, a poca distanza, teneva sotto controllo la situazione, pronto a segnalare eventuali pericoli. In questo modo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, i tre «nel cuore della notte, con perseveranza, hanno danneggiato più vetture a ripetizione», «dopo avere rotto i vetri dei finestrini» con un sampietrino. Speravano di rincasare da impuniti. Ma l'allarme di quella che doveva essere la quarta preda, una Ford Eco parcheggiata a ridosso di Ponte Milvio, ha attirato l'attenzione dei poliziotti.
PONTE MILVIO
LA REAZIONE
«Non c'entriamo niente. Passavamo per caso». Inizialmente i tre provano a fare gli gnorri. Poi, però, nel corso dell'interrogatorio ammettono le loro responsabilità.
Ad incastrarli, oltre a un testimone che aveva osservato la scena dal balcone perché svegliato dai rumori, è il ritrovamento della refurtiva e quello del sampietrino utilizzato per infrangere i finestrini.
Accusati tutti e tre di furto aggravato «per aver commesso il fatto in tre persone, con l'uso della violenza sulle cose», in attesa del processo dovranno presentarsi una volta a settimana presso la polizia giudiziaria. I tre, «seppur giovanissimi», per il giudice monocratico che ha convalidato l'arresto, avrebbero dimostrato di essere «particolarmente indifferenti al rispetto dei beni di terzi».
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