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    TERREMODENATI - FUGA DA MODENA, CITTA’ FANTASMA: REGISTRATE PIÙ DI 40 SCOSSE) - IERI LA TERRA HA TREMATO TUTTO IL GIORNO: CHI ERA IN CASA, A SCUOLA O IN UFFICIO HA FATTO FAGOTTO E SI È RIVERSATO NEI PARCHI DELLA CITTÀ PER RIPARARSI DAI CROLLI - L’ENORME PALLA DI PIETRA DELLA CHIESA DEL VOTO, IN PIENO CENTRO, SI STACCA DALLA FACCIATA E PRECIPITA AL SUOLO…


     
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    Franco Giubilei per "La Stampa"

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    Le nove del mattino di un bel mattino di sole, rotte all'improvviso dal rumore dei soprammobili e dei libri che cascano dagli scaffali al ritmo di una scossa da 5.8 di magnitudo. Il tempo di realizzare che è un altro schiaffone del terremoto già provato appena una settimana prima, e i modenesi si ritrovano in strada, con lo sguardo fisso ai piani alti e, in centro storico, alla torre campanaria della cattedrale romanica che dondola paurosamente.

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    La Ghirlandina, il campanile del duomo di Modena, ha retto all'urto, così come la maggior parte delle costruzioni della città, con l'eccezione della palla di pietra rovinata dall'alto della facciata della Chiesa del Voto, in via Emilia centro. Stavolta i nervi provati dal sisma di una domenica fa, un risveglio brusco come quando un gigante scuote casa vostra dall'esterno, sono scesi tutti in strada, perché qui fra scosse di assestamento e sciami sismici la sensazione è che la scossa peggiore non sia ancora arrivata.

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    Nei dintorni di Palazzo Europa, dove hanno sede numerosi uffici, scendono in strada a centinaia, stesso scenario di molti altri quartieri dove, a causa dell'altezza degli edifici, gli abitanti affollano vie e piazze alla ricerca di un posto sicuro, che non balli come l'interno delle loro case. I bar all'aperto si riempiono di donne, bambini piccoli e persone anziane, proprio mentre le scuole vengono evacuate e gli studenti rispediti a casa.

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    Casa? Manco a parlarne, chi ci risaliva ieri a casa, con la terra che continuava a tremare? Il tempo di scendere al pian terreno e la gente si ritrova sotto i palazzi, a raccontarsi quel che ha appena passato, poi si riversa nei bar pieni di un sole che non diresti mai potrebbe illuminare una mattinata di passione come questa. Sì perché non è mica finita, giusto il tempo di arrivare in centro storico ed ecco le notizie sui danni, come la palla di pietra rovinata a terra da venti metri almeno dalla facciata della chiesa del Voto, in via Emilia.

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    Il Duomo non sembra averne risentito, la vita sembra riprendere anche se tutte quelle persone ferme in mezzo alle strade ricordano a ogni momento che potrebbe ripetersi, e non sai mai quando. Finché non si ripete davvero, quando è l'una e i locali sono pieni di gente scappata dagli uffici che sta ordinando un piatto di pasta come fa in una giornata normale. Questa però non è una giornata normale, così ecco un'altra legnata forte, una scossa ancora più lunga della prima e quasi della stessa intensità.

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    I giardini pubblici si affollano, i bar chiudono le serrande, l'indicazione è di trovar rifugio dove il sisma non può colpire, nei parchi. E qui i modenesi si ritrovano come forse non si sono mai ritrovati, neanche nelle domeniche estive. Un clima inverosimile da scampagnata paesana, con chitarre e cori di ragazzi neanche fossimo in spiaggia, accomunati dalla paura, stretti insieme dal cataclisma incombente.

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    Perché se c'è un lato bello del terremoto è questo bisogno delle persone di stare vicine. Ai Giardini Ducali, in pieno centro, pare una tendopoli, al Parco Amendola, più periferico, sembra una domenica d'estate, di quelle riservate a quelli che non sono andati al mare, solo che stavolta ci sono tutti, a giocare a pallone, mangiar gelati, sedere in circolo sull'erba, in attesa di una notte che per niente al mondo passerebbero fra quattro mura.

     

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