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    TERREMOTO A SAN FRANCISCO - CASE DISTRUTTE, INCENDI, 87 FERITI DI CUI TRE GRAVI. MA PIÙ DEI DANNI, PESA LA PAURA DEL BIG ONE, IL MAXI-SISMA CHE POTREBBE CANCELLARE UN PEZZO DELLA CALIFORNIA DALLE CARTE GEOGRAFICHE


     
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    Federico Rampini per "la Repubblica"

     

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    Case distrutte, incendi, 87 feriti di cui tre gravi, 42.000 utenze senza luce. Ma più dei danni immediati, pesa la paura di un segnale premonitore del Big One, il maxi-sisma che secondo i geologi potrebbe cancellare un pezzo della California dalle carte geografiche. Nella notte fra sabato e domenica la Baia di San Francisco è stata svegliata alle 3.30 da una scossa potente, del sesto grado, con epicentro nella Napa Valley celebre per i suoi vini. Subito dopo è cominciato lo sciame sismico, che secondo gli esperti potrebbe durare settimane.

     

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    Il governatore della California ha attivato misure d’emergenza per raggiungere con i soccorsi le località più colpite. E’ il terremoto più forte che abbia interessato quest’area dal sisma detto di Loma Prieta (settimo grado), che nel 1989 fece 63 morti e 3.800 feriti.

     

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    E’ anche grazie al disastroso bilancio di quel terremoto di 25 anni fa, che le normative anti-sismiche sono state riviste e rafforzate con il ricorso a nuove tecnologie. L’edilizia in particolare ha adottato regole di sicurezza più stringenti. Una delle ragioni per cui morirono in tanti nel 1989 fu il crollo di un pezzo del ponte della Baia, che collega San Francisco a Oakland: e proprio di recente è stata ultimata la costruzione del nuovo ponte, molto più avanzato in fatto di stabilità anti-sismica.

     

    Oggi le grandi città della California come San Francisco e Los Angeles sono considerate fra le più sicure del mondo in fatto di costruzioni anti-sismiche, alla pari con Tokyo. Il terremoto di ieri ha comunque avuto il suo epicentro in una zona non urbana, a bassa densità di popolazione, fatta prevalentemente di vigneti, ricche tenute agricole, e ville residenziali. Il danno economico potrebbe essere consistente, però, vista l’alta quotazione dei vini californiani. Una prima stima si aggira su almeno 100.000 dollari di bottiglie distrutte.

     

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    L’impatto psicologico del sisma è molto superiore all’entità dei danni. Serve a ricordare ai californiani che lo Stato più ricco degli Usa e del mondo vive su una configurazione geologica altamente precaria. Negli ultimi 30 anni la California ha subito 4.895 terremoti sopra i 3,5 gradi, una media di circa 163 all’anno.

     

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    Per quanto si sia preparata con le tecnologie anti-sismiche, per quanto la consuetudine delle esercitazioni d’emergenza sia entrata nella routine di tutte le organizzazioni – scuole, aziende, ospedali effettuano evacuazioni per allenarsi a cadenze settimanali – i geologi ritengono che il Big One avrebbe effetti drammatici. Alcuni scenari prevedono che un pezzo della California con l’inclusione di San Francisco possa finire nell’Oceano Pacifico.

     

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    In quel caso si cancellerebbe perfino il ricordo del terremoto del 1906 che rase al suolo gran parte della città. A rendere angosciosi questi allarmi c’è la natura probabilistica di certi scenari: nessuno sa dire quando, e le capacità di previsione sono ancora molto rudimentali, per cui il Big One potrebbe accadere fra mille anni oppure fra mille giorni.

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