guardia di finanza al comune di manfredonia
1. CONCUSSIONE ED ESTORSIONE, SETTE MISURE CAUTELARI NEL FOGGIANO
(ANSA) - Sette misure cautelari sono state eseguite dai finanzieri di Manfredonia, nel Foggiano, a carico di altrettanti indagati tra cui l'ex assessore ai lavori pubblici e sicurezza urbana del comune di Manfredonia Angelo Salvemini. Le accuse, a vario titolo, sono di estorsione, concussione e corruzione, peculato, falso, lesioni personali, minacce e violenza privata.
Tre i filoni d'indagine della Procura di Foggia. Il primo riguarda presunti episodi di violenza ed intimidazione che sarebbero stati compiuti in un'azienda municipalizzata del comune di Manfredonia.
Secondo quanto emerso dalle indagini, un dipendente dell'azienda avrebbe costretto (anche con minacce di ritorsione) altri dipendenti dell'ente ad eseguire interventi di bonifica e lavorazioni presso suoi terreni utilizzando i mezzi della municipalizzata. L'indagato, finito in carcere, ed il figlio, anch'egli dipendente della municipalizzata e posto ai domiciliari, avrebbero inoltre aggredito uno dei responsabili del personale, procurandogli lesioni gravi con calci e pugni al volto dopo che l'uomo si era rifiutato di assecondare le pretese dei due sui turni di lavoro del ragazzo.
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Il secondo filone d'indagine riguarda l'autorizzazione all'esercizio di un'attività di onoranze funebri da parte di una donna (posta ai domiciliari) già destinataria di provvedimento interdittivo antimafia, disposto dalla Prefettura di Foggia, e che, tramite di un prestanome (obbligo di dimora), avrebbe eluso il divieto proseguendo nell'attività. In questo contesto gli investigatori hanno evidenziato il ruolo di un ex assessore in carica dal 2021, che avrebbe sollecitato la struttura amministrativa al rilascio dell'autorizzazione.
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Il terzo capitolo d'indagine riguarda un ristorante riconducibile ad altro indagato (in carcere) che con minacce (rivolte a funzionari comunali e a politici) avrebbe cercato di evitare lo smontaggio del manufatto abusivo del suo locale. Tutto ciò sarebbe avvenuto con la collaborazione attiva dell'ex assessore che avrebbe riferito all'uomo informazioni carpite all'interno del Comune.
Alla Polizia Locale, inoltre, sarebbe stato ordinato, da parte dell'assessore indagato, sottoposto agli arresti domiciliari, di non dare assistenza alla dirigente incaricata dell'attività di rimozione del manufatto abusivo. Le azioni per evitare lo smantellamento della struttura sarebbero passati anche attraverso il tentativo di avocare il procedimento ad altro settore del comune, dove erano inquadrati funzionari e dirigenti sottoposti alla direzione politica dell'assessore indagato.
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Questo tentativo sarebbe stato compiuto con lo scambio di utilità tra l'assessore indagato ed il segretario comunale pro tempore, interdetto dai pubblici uffici per 12 mesi. Un altro tentativo di bloccare le operazioni di smontaggio della struttura sarebbe stato compiuto dall'ex assessore che avrebbe esercitato pressioni su un funzionario della Polizia Locale, per costringerlo al sequestro dell'area, in modo tale da impedire che le operazioni fossero portate a termine. Un altro funzionario dell'ufficio tecnico comunale ed un dirigente della Polizia Locale, non destinatari di misura cautelare, sono indagati perché avrebbero reso false dichiarazioni al pm.
ARRESTI NEL FOGGIANO,ATTI 'EX ASSESSORE FACEVA DOSSIERAGGIO'
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(ANSA) - Una vera e propria attività di dossieraggio organizzata dall'ex assessore del comune di Manfredonia nel Foggiano, Angelo Salvemini, finito oggi agli arresti domiciliari, emerge dalle carte dell'inchiesta che stamani ha portato a sette misure cautelari per estorsione, concussione, corruzione, peculato, falso, lesioni personali, minacce e violenza privata in un'indagine coordinata dalla Procura di Foggia e condotta dalla Guardia di finanza.
Nel corso dell'inchiesta sarebbe emersa l'attività di dossieraggio "svolta in modo sistematico dall'ex assessore che, in più occasioni, avrebbe riferito ai suoi interlocutori di essere in possesso di materiale e informazioni in grado di condizionare l'operato di amministratori e politici locali" e di "far saltare teste pesanti", così come lo stesso Salvemini diceva al telefono.
L'ex assessore - è scritto negli atti - con il pregiudicato Michele Romito avrebbe avvicinato l'allora vicesindaco di Manfredonia, Giuseppe Basta, che assieme al padre Michelangelo era responsabile di Forza Italia per gli enti locali, "facendo riferimento alla disponibilità di documenti in grado di distruggere la sua carriera politica" al fine di evitare che il Comune si costituisse in un giudizio.
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Arma di ricatto sarebbe stata una fotografia (che Salvemini e Romito dicevano di avere) ritraente a loro dire un bacio tra un esponente di spicco della mafia garganica morto in un agguato, Pasquale Ricucci, e Michelangelo Basta. Stando a quanto emerso dalle indagini la finalità del dossieraggio dell'ex assessore, che riguarda anche altri pubblici ufficiali, sarebbe stata quella di agevolare in modo favorevole questioni riconducibili a lui e a Romito cercando di condizionare in senso a loro favorevole anche l'azione di altri pubblici funzionari.
Le ordinanze cautelari in carcere sono state emesse nei confronti di Michele Antonio Romito e Michele Fatone dipendente dell'azienda pubblica Ase di Manfredonia che si occupa di rifiuti; ai domiciliari Raffaele Fatone, figlio di Michele, anche lui dipendente della municipalizzata, Grazia Romito e l'ex assessore Salvemini.
GUARDIA DI FINANZA
Una misura del divieto di dimora nel comune di Manfredonia è stata notificata a Luigi Rotolo ritenuto dagli investigatori prestanome di Grazia Romito nel proseguire l'attività di impresa di onoranze funebri. Misura interdittiva di sospensione dell'esercizio di pubblico ufficio per la durata di 12 mesi per Giuliana Maria Galantino, segretaria comunale di Manfredonia, accusata di corruzione in concorso con Salvemini per aver ottenuto dall'allora assessore utilità personali.