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    ‘THE EDDY’: IL JAZZ SECONDO NETFLIX - ECCO LA PRIMA SERIE TV “TRA WHIPLASH E LA LA LAND” (MA NON E’ UN MUSICAL) – OLTRE AL 35ENNE AMERICANO PREMIO OSCAR DAMIEN CHAZELLE, SONO 4 I REGISTI COINVOLTI – “UN CAST INTERNAZIONALE DAVANTI E DIETRO LA MACCHINA DA PRESA PERCHÉ IL JAZZ È ANCHE QUESTO: UNIRE E MESCOLARE” – VIDEO


     
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    Ilaria Ravarino per “il Messaggero”

     

    the eddy the eddy

    «Una serie tv tra Whiplash e La La Land». Con queste parole Netflix aveva lanciato nel 2017, alla Mostra di Venezia, il grande progetto internazionale di The Eddy, la prima serie tv del più giovane premio Oscar tra i registi, il 35enne americano Damien Chazelle. A tre anni da quell'annuncio, The Eddy ha già un primato: quello dell'ultima serie tv ad avere avuto un lancio internazionale, alla scorsa Berlinale, pochi giorni prima della pandemia. In streaming dall'8 maggio su Netflix, gli otto episodi di The Eddy ruotano intorno al jazz, ma «non sono un musical», ha precisato lo sceneggiatore Jack Thorne.

     

    SIX FEET UNDER

    «Ogni episodio ha i suoi brani, e ogni brano è intonato all'umore dei personaggi». A partire da Chazelle, alla guida dei primi due episodi, sono in tutto quattro i registi coinvolti, con la francese Houda Benyamina e la marocchina Laïla Marrakchi per le quattro puntate centrali, e l'americano Alan Poul, regista di Six Feet Under, responsabile della chiusura. «Un cast internazionale davanti e dietro la macchina da presa - ha detto Thorne - perché il jazz è anche questo: unire e mescolare». E il jazz è, fin dal titolo della serie, il tema principale di The Eddy. Ambientata nell'omonimo locale di musica dal vivo nella Parigi di oggi, la serie prende il via con un assassinio, brutale e inaspettato, che costringe Elliot, uno dei proprietari, a fare i conti con gli errori commessi nel passato.

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    IL SOGNO

    La scelta di Parigi, già sognata dai protagonisti di La La Land («Parigi è una grande città jazz», diceva Ryan Gosling a Emma Stone), sarebbe stata fortemente voluta dallo stesso Chazelle: «Sognavo di girare un film in quella città ha fatto sapere il regista, figlio di una coppia franco americana e finalmente ci sono riuscito». Ma The Eddy è anche altro: è la storia degli artisti che lavorano nel locale - veri musicisti e attori non professionisti - e della musica suonata dalla band in tutti gli episodi.

     

    Quaranta brani originali, composti da Glen Ballard, storico produttore di Alanis Morissette, prima ancora della sceneggiatura: «Da Porter a Gershwin The Eddy celebra una musica diversa da quella di oggi, artificiale e calcolata - ha detto Ballard - e trovo giusto che sia ambientata nelle periferie di Parigi, città che oggi rappresenta il jazz molto più di New York». Cuciti l'uno all'altro dalla sceneggiatura di Thorne, i brani di Ballard sono stati poi messi in scena da Chazelle, che sul set dava il tono ai musicisti (il tastierista Randy Kerber, i percussionisti Ludovic Louis e Lada Obradovic, il sassofonista Jowee Omicil e il contrabbassista Damian Nueva Cortes) lasciandoli liberi di improvvisare.

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    Dall'avvio lento, con una prima puntata piena di musica, The Eddy aumenta di ritmo col progredire della storia: «Anche nella struttura, questa serie è come un brano jazz - ha detto il regista Alan Poul - in cui ogni episodio è l'assolo di un personaggio. Ma può piacere anche a chi il jazz non lo ama».

     

    GLI ATTORI

    Eterogeneo il cast, con André Holland (ex di The Knick) nei panni del protagonista Elliot Udo, un pianista di New York diventato gestore di The Eddy, l'attrice polacca Joanna Kulig in quelli della cantante Maja, e la giovane promessa Amandla Stenberg, ex modella Disney, nel ruolo della figlia disinibita di Elliot. Difficile, anche per lo stesso autore, prevedere la possibilità di un seguito: «Nell'era dello streaming tutto è possibile e niente è prevedibile. Di solito, più rischi e più il pubblico ti premia. E noi, da quel punto di vista, non ci siamo risparmiati».

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