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    THE POWELL OF LOVE - LA BORSA DI NEW YORK IN PIENO ORGASMO PER LE PAROLE DEL PRESIDENTE DELLA FED: ''SIAMO PRONTI A CAMBIARE ROTTA SUI TASSI SE LE CONDIZIONI ECONOMICHE LO RICHIEDERANNO'', CHE ARRIVANO COME CILIEGINA SULLA TORTA DEI DATI SUL LAVORO - ''NON MI DIMETTEREI SE TRUMP ME LO CHIEDESSE''. E PERCHÉ DOVREBBE, VISTO CHE HA DETTO QUELLO CHE VOLEVA SENTIR DIRE? - DJ +3,16%, NASDAQ +4,08%, MILANO +3,4%


     
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    1. BORSA: RALLY NY CON POWELL, DJ +3,16%, NASDAQ +4,08%

     (ANSA) - Wall Street in volata con il presidente della Fed, Jerome Powell. Il Dow Jones sale del 3,16% a 23.401,13 punti, il Nasdaq avanza del 4,08% a 6.,727,10 punti mentre lo S&P 500 guadagna il 3,22% a 2.526,55 punti.

    DONALD TRUMP JEROME POWELL DONALD TRUMP JEROME POWELL

     

     

    1. POWELL: FED PRONTA A CAMBIARE ROTTA SUI TASSI

    Riccardo Sorrentino per www.ilsole24ore.com

     

    La Fed è pronta a cambiare strada. Se le condizioni finanziarie dovessero diventare troppo restrittive - e quindi, se la Borsa dovesse scendere ancora - la politica monetaria potrebbe anche prendere una pausa. Al momento non ci sono però le condizioni. Il presidente della Federal reserve Jim Powell, intervenuto a una tavola rotonda con i suoi predecessori Janet Yellen e Ben Bernanke all’assemblea annuale dell’American Economic Association, ad Atlanta, ha spiegato che la banca centrale «ascolta attentamente» il messaggio lanciato dagli investitori.

     

    Crescita continua e moderata

    Al momento non c’è motivo di annunciare alcun cambio di rotta. L’economia americana continua a segnalare una «continua crescita moderata»: un rallentamento è prevedibile e previsto, ma i mercati, ha aggiunto, stanno scontando qualcosa in più rispetto a quanto è possibile ricavare dai dati, «i rischi al ribasso» dell’attività economica. I previsti, o temuti, tagli dei tassi non sono ancora un’opzione: queste aspettative «vanno molto al di là dei dati».

     

    Risk management

    JEROME POWELL JEROME POWELL

    La Federal reserve è comunque consapevole del fatto che l’economia lancia messaggi contrastanti e in questa situazione procede applicando una forma di «risk management»: non c’è alcun percorso predeterminato - ha detto Powell, riducendo ulteriormente il valore della forward guidance della politica monetaria, uno degli strumenti più utili utilizzati negli ultimi anni - ma «occorre essere pazienti» prima di intervenire.

     

    «Rapidi e flessibili»

    La Fed, in ogni caso, è pronta a intervenire «in modo rapido e flessibile», così come avvenne nel 2016, quando la politica monetaria sembrava destinata a iniziare una stretta graduale che fu invece sospesa - e iniziò effettivamente a fine anno - perché le condizioni finanziarie, che riassumono l’andamento del dollaro, dei tassi di mercato e delle quotazioni azionarie, peggiorarono. Persino la riduzione del bilancio Fed potrebbe, se necessario, essere riconsiderata, anche se i tassi di interesse rimangono lo strumento «attivo» preferito, mentre gli attivi resteranno «sullo sfondo».

     

    Un «No!» secco, ma indiretto, a Trump

    TRUMP A WALL STREET TRUMP A WALL STREET

    Il tema dell’indipendenza della Fed, durante la tavola rotonda, ha trovato un Powell particolarmente reticente, con una eccezione. «Se il presidente dovesse chiedere le sue dimissioni, come risponderebbe?», gli è stato chiesto. «No!», è stata la risposta secca.

     

    1. BORSA: MILANO CORRE CON WALL STREET, BENE LE BANCHE

     (ANSA) - Ultima seduta della settimana di violento recupero per Piazza Affari e tutte le Borse europee, che si sono mosse in linea con Wall Street: l'indice Ftse Mib ha chiuso in aumento del 3,37% a 18.831 punti, l'Ftse All share in aumento del 3,13% a quota 20.718. A Milano acquisti soprattutto su Saipem (+6,4% finale dopo una sospensione in asta di volatilità, grazie in particolare alla ripresa del prezzo del petrolio), Cnh, Unicredit e Mediobanca, tutte salite del 5,9%. Molto bene anche Fca (+5,6%), Intesa (+5,1%) e Ubi, cresciuta del 4,8% finale.

     

    trump wall street trump wall street

    Più cauta Tim (+1,3%) mentre è stata una giornata pesante per Mediaset che ha chiuso in calo del 2% a 2,7 euro. A pesare soprattutto il report negativo di Morgan Stanley sul settore europeo con gli operatori che hanno guardato parzialmente anche alle nuove ipotesi di un complicatissima eventualità di 'buy back' completo su Mediaset Espana.

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