Da corriere.it
La promessa
JANNIK SINNER
Battendo Frances Tiafoe, Jannik Sinner è approdato per la prima volta nella sua carriera alla semifinale di un torneo Atp (ad Anversa). A 18 anni, 2 mesi e 1 giorno. Nella classifica virtuale, Jannik è entrato nei primi cento del mondo battendo il francese 6-4, 3-6, 6-3. Ecco cinque motivi per cui Sinner può diventare il più forte giocatore italiano.
La prospettiva di crescita
Sinner è nato il 16 agosto 2001 e, per dare un’idea della straordinaria crescita nell’ultimo anno, basta un dato: all’inizio della stagione era al numero 551. Contro Monfils (numero 13 del mondo, demolito 6-2 6-3) è arrivata la quinta vittoria nel circuito maggiore. Con la sesta, contro Tiafoe, gli si sono spalancate anche le porte del Main Draw dei prossimi Australian Open.
Le capacità paragonate ai big
JANNIK SINNER
Per intenderci, Federer e Djokovic entrarono per la prima volta nei 100 del mondo poco più che maggiorenni: lo svizzero il 20 settembre 1999, il serbo il 4 luglio del 2005. Sinner ha poco meno di un mese di ritardo, ma siamo lì...
Il carattere
Sinner, che si allena a Bordighera nell’accademia di Riccardo Piatti, è nato a Sesto, un paese di 2.000 abitanti nell’alta Val Pusteria dove non c’è neanche una stazione ferroviaria (si deve scendere a San Candido), a pochi chilometri dal confine con l’Austria e con la provincia di Belluno, collegata con il Passo Montecroce. Si vive nella tranquillità (i genitori gestiscono una baita), si fa fatica a leggere le emozioni. Ed è proprio con la sua grande calma - impressionante per un ragazzo di 18 anni catapultato a questi livelli - che Sinner sta vivendo questo momento.
Il talento
JANNIK SINNER
Ok la testa, ma Sinner ha anche un talento naturale, che ogni giorno coltiva nell’Accademia di Riccardo Piatti, seguito da Andrea Volpini. Un talento (nella tecnica e nei movimenti del corpo) espresso anche contro Monfils, a cui ha concesso una sola palla break. Con il lavoro in campo e in palestra completerà la crescita fisica e potrà strutturare anche il servizio, ancora meno incisivo rispetto agli altri colpi. Ma il ragazzo si farà.
L’importanza della gavetta
A differenza di altri giovani, e in altre epoche, Sinner è partito dal bassissimo: ha fatto la gavetta nei Futures, senza la fretta di dover uscire e senza rischiare contraccolpi psicologici. Con qualche anno di anticipo, lo stesso percorso compiuto da Matteo Berrettini, a oggi il numero uno del tennis italiano. L’obiettivo di Sinner, ma senza bruciare le tappe.
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