Estratto dell'articolo di Alfredo d'Alessandro per www.ilmessaggero.it
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Ha creduto di aver trovato la persona con cui costruire un futuro e invece lui l’ha indotta a prostituirsi sostenendo che i soldi così “guadagnati” sarebbero stati utili per il loro progetto di vita insieme. La vittima è una ragazza di 20 anni di Chieti, all’epoca ne aveva poco meno di 18, che ieri nell’incidente probatorio dinanzi al Gip, Andrea Di Berardino, pm Lucia Campo, ha confermato le accuse punto per punto.
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I due si conoscono ad agosto del 2021 in occasione di una festa che si tiene nel ristorante in cui lui, studente universitario, oggi 28enne, lavora occasionalmente. Il ragazzo le prospetta un futuro insieme, inizia la relazione, va a prenderla con auto di grossa cilindrata, ma dice che servono soldi e così la convince a prostituirsi, lei nei primi tempi ha poco meno di 18 anni, ma ai clienti dice di essere maggiorenne.
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Gli annunci vengono pubblicati su siti di incontri, con tanto di numero di telefono cellulare gestito dal ragazzo, fra 200 e 250 euro il prezzo ogni prestazione. Ma lui vuole sempre di più e la ragazza incontra uomini un po’ dappertutto fra Pescara, Chieti, Roma, L’Aquila, Teramo. Anche sei, sette volte al giorno.
Una clientela senza scrupoli, che non si pone domande di fronte a una ragazza così giovane e spaesata. Lei riceve i soldi per le prestazioni, ma non li porta a casa anche perché sua madre si insospettirebbe. Li dà al ragazzo che dice di metterli da parte, appunto, per una vita insieme.
Per lei l’incubo finisce quando incontra quello che diventa il suo attuale ragazzo, si confida, lui la convince ad uscire da quel tunnel e la porta dall’avvocato Antonio Di Marco. Il legale la fa seguire da un centro antiviolenza, quindi viene presentata la querela in cui il legale anticipa la richiesta di incidente probatorio per “cristallizzare” le sue dichiarazioni […]
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Ma è anche venuta fuori una circostanza nuova: ovvero lei si era confidata con due amiche che la Procura potrebbe decidere di sentire come persone informate sui fatti. Gli atti sono stati rimessi al pm, che può anche chiudere subito le indagini e chiedere il rinvio a giudizio del giovane che rischia l’accusa di induzione alla prostituzione e sfruttamento.
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