Michela Rovelli per il Corriere della Sera
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Il portafoglio (e lo smartphone) rimangono in tasca. Il cliente entra nel fast food, al posto della cassa trova un touchscreen. Sceglie cosa vuole mangiare, se un hamburger o pollo fritto, patatine o dessert. Poi guarda la telecamera davanti a lui, aspetta di essere inquadrato e sorride. Inserisce il suo numero di telefono e aspetta pochi secondi. Appare la spunta di conferma: transazione eseguita.
Un nuovo - tanto rivoluzionario quanto ancora sperimentale - metodo di pagamento è apparso nella catena KFC a Hangzhou, in Cina. La tecnologia è quella del riconoscimento facciale in 3D e la società che la offre è il colosso dell' e-commerce Alibaba. Un sistema che permette di sostituire le banconote con un selfie. Messo a disposizione degli utenti che si sono registrati - e hanno registrato tutte le caratteristiche del proprio volto, dalla grandezza del naso alla struttura ossea del cranio - sull' applicazione Alipay.
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Forte sostenitore di forme ibride di pagamento a metà tra online e offline, dopo aver testato in dieci megastore l' app che trasforma lo smartphone in una carta di credito virtuale, Alibaba fa il passo successivo. Non serve più nessuno strumento fisico, né password. Il salvadanaio più sicuro per i nostri soldi è ciò che ci rende unici: le caratteristiche del volto.
Lo pensa anche un altro gigante del settore, Mastercard. Che poco meno di un anno fa ha dato la possibilità ai suoi clienti - questa volta in Europa, ma non ancora in Italia - di testare un servizio simile, veicolato però dallo smartphone. Nome ufficiale: «Identity Check Mobile». Ribattezzato «Selfie Pay».
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L' app mappa i connotati e poi li utilizza come codice di sicurezza per i pagamenti che si effettuano online. Quando vogliamo comprare qualcosa, basta inquadrare il nostro viso con la telecamera frontale del telefono. Lo scanner del volto, quello tridimensionale, è l' ultimo grido in fatto di biometrica. Più sicuro rispetto a quello in 2D, che può confondere una foto con una persona in carne e ossa, riduce i casi di errore a uno su un milione. E non ha limitazioni date, ad esempio, dalla scarsa illuminazione o da posizioni del viso diversa da quella frontale.
Presto potremo anche fare a meno del portachiavi e aprire la portiera guardandola. La startup Farady Future ha realizzato una telecamera stereoscopica che analizza i tratti di chi si avvicina all' auto. Se riconosce il proprietario la apre. E, mentre entriamo, personalizza per noi l' abitacolo. Dalla posizione del sedile alla temperatura del climatizzatore.
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Sono la sicurezza e la velocità di utilizzo i due pilastri su cui si regge la crescita di investimenti su questo tipo di software. Tanto affidabili che potrebbero sostituire addirittura i passaporti. Alcuni aeroporti americani e australiani hanno deciso di provare a ridurre le code alla dogana proprio grazie alle telecamere e al riconoscimento facciale. I cittadini e i visitatori già registrati nei database della polizia di frontiera non dovranno più presentare i documenti, soltanto camminare verso l' uscita del gate.
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Mentre la compagnia aerea americana JetBlue sta eliminando - per ora solo sul volo da Boston ad Aruba - i biglietti grazie allo scanner dei tratti del volto. Che in Cina si trasformano persino in badge universitari. All' ateneo di Scienza e tecnologia di Pechino, niente più passaggio in segreteria per le matricole. La compilazione dei moduli è sostituita da qualche minuto davanti alla telecamera. E il volto diventa, infine, un perfetto passepartout.