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    “TI TROVI LA TESTA APERTA IN DUE E NON TE NE ACCORGI NEMMENO” - TERREMOTO IN QUESTURA A GENOVA: ARRESTATO UN POLIZIOTTO PER ESTORSIONE CON METODO MAFIOSO A UN IMPRENDITORE. LE MINACCE ALLA VITTIMA: “IL CLAN SPADA TI CERCA, INSIEME AI FIANDACA TI VOGLIONO FARE UNA RAPINA. IO LI HO FERMATI PER UN PO’ MA ORA GLI DEVI FARE UN REGALO. DOBBIAMO DARGLI ALMENO 10 MILA EURO”- TUTTO INVENTATO, NON C’ERA UN PIANO DELLA MALAVITA ROMANA O SICILIANA PER RAPINARE L’IMPRENDITORE…


     
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    Estratto dell’articolo di Marco Fagandini e Tommaso Fregatti per lastampa.it

     

    POLIZIOTTO ARRESTATO A GENOVA POLIZIOTTO ARRESTATO A GENOVA

    «Occhio perché con quella gente ti trovi la testa aperta in due e non te ne accorgi nemmeno». L’agente di polizia, 54 anni, in servizio all’ufficio personale della Questura, parlava così all’amico e facoltoso imprenditore che aveva un’avviata ditta in Valpolcevera nel settore ambientale. Gli aveva raccontato che le sue fotografie sui social network - Facebook in particolare - in cui ostentava lusso e ricchezza tra Rolex, Lamborghini e gioielli da favola avevano attirato l’attenzione della malavita. «Il clan Spada ti cerca, insieme ai Fiandaca ti vogliono fare una rapina. Io li ho fermati per un po’ ma ora gli devi fare un regalo. Dobbiamo dargli almeno 10 mila euro».

     

    GENOVA QUESTURA GENOVA QUESTURA

     

    E per rendere quel racconto ancora più minaccioso ecco che il poliziotto mostrava alcune foto prese su Whatsapp che riprendevano l’imprenditore fermo con il suo bolide davanti ad un autolavaggio nella zona di Bolzaneto: «Ti cercano, ti hanno pedinato e mi hanno mandato queste fotografie come avvertimento». E ancora altre minacce durante i tanti incontri per convincerlo a pagare. «Guarda che con questa gente non si può parlare - gli raccontava per mettergli paura - sono pericolose, possono fare del male ai tuoi figli, violentare la tua compagna».

     

    Avvertimenti, però, che non erano altro che un’invenzione. Perché - è stato appurato dagli investigatori - non c’era alcun piano della malavita romana o siciliana per rapinare l’imprenditore. E le intimidazioni erano dirette solo ad ottenere la cifra di 10 mila euro dall’amico per sistemare una situazione economica presumibilmente precaria. È per questo che al termine di una lunga e delicata indagine condotta con grande professionalità dagli agenti della squadra mobile che hanno indagato un loro stesso collega Maurizio Pagano lo scorso pomeriggio è stato arrestato

     

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