Estratto dell'articolo di Simone Canettieri per il Foglio
silvio berlusconi tiktok
Un ritorno da protagonista. Sullo scranno più alto del Senato. Nove anni dopo la decadenza. Silvio Berlusconi accarezza la grande rentrée. Manca meno di un mese: il 13 ottobre si insedierà il nuovo Parlamento, risultato delle ultime elezioni e in formato ridotto dopo la riforma costituzionale.
La prima seduta della nuova Camera alta, ormai con soli duecento eletti, potrebbe essere presieduta proprio dal Cav. I regolamenti del Senato, d’altronde, parlano chiaro: il ruolo di presidente provvisorio spetta al più parlamentare più anziano. Berlusconi, con i suoi 86 anni che compirà il 29 settembre, è in pole position. “Tik, tok, tak: sono la seconda carica dello stato”. Almeno per un giorno. Fantascienza?
Per l’ex premier sarebbe la ricompensa del Palazzo dopo così tanto purgatorio. Sulla strada di questa giornata particolare per il Cav., suggestione di cui si parla dentro Forza Italia con molta forza, ci sono tre senatori a vita più anziani di lui. Il primo è il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, 97 anni. Reduce da un intervento “riuscito” all’addome lo scorso giugno, da tempo si è sottratto alle apparizioni pubbliche. Nella legislatura arrivata agli sgoccioli non ha partecipato a nessuna delle 8.452 votazioni. Nel 2018 diresse i lavori per due giorni di Palazzo Madama fino all’elezione del suo successore, Elisabetta Casellati. Dopo Napolitano, c’è Liliana Segre in ordine di età: 92 anni.
SILVIO BERLUSCONI
Anche se prima del Cav. l’anagrafe spiana la strada a Segre ma anche a Carlo Rubbia: fisico e accademico, già premio Nobel, senatore a vita dal 2013, 88 primavere. Il quarto appunto è il Cav. Per nulla interessato a fare il parlamentare semplice la prossima legislatura.
E’ pronto anche a scendere a Roma giovedì prossimo per partecipare, salvo ripensamenti dell’ultima ora, alla chiusura della campagna elettorale con gli altri leader del centrodestra, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, a piazza del Popolo. Il Senato come giardino dei sogni proibiti. Anche questa volta gli equilibri del futuro governo passeranno da Palazzo Madama come auspicano dalle parti del Terzo polo, la premiata ditta Matteo Renzi & Carlo Calenda. La teoria del baricentro di qualsiasi maggioranza o del defibrillatore passa appunto da qui. Ecco perché il futuro presidente del Senato non sarà come sempre un ruolo banale, ma forse questa volta ancora di più. Lo hanno capito subito dalle parti del Quirinale dove in questi giorni, pensando a cosa succederà il prossimo 26 settembre, tengono bene a mente tre caselle: il ministero dell’Economia, il Viminale e appunto la presidenza di Palazzo Madama.
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