i profili dei leader
Alcuni la ricorderanno come la prima campagna balneare della storia. Altri, invece, come il primo match elettorale giocato a colpi di TikTok. Uno dopo l'altro, i principali leader di partito hanno tentato lo sbarco nella roccaforte social degli under 30. Chi in punta di piedi, come Luigi Di Maio.
[...] Non è detto però, che esserci basterà per conquistare i giovani elettori. E questo almeno per due ragioni.
La prima ha a che fare con l'astensionismo. Lo sottolinea Renato Mannheimer - che pur stimando la partecipazione complessiva intorno al 67,5% - avverte che fra i giovani sarà inferiore: «Si assesterà tra il 55 e il 60% perché in tanti non capiscono il dibattito politico e scelgono di non andare alle urne».
Uno scenario, difficilmente modificabile anche su TikTok: «La campagna avviata - scandisce il sondaggista - serve più che a conquistare voti nuovi a stimolare la curiosità delle nuove generazioni ed a rafforzare le posizioni di chi ha deciso di votare. TikTok spiega con messaggi brevi, non entra nel merito dei contenuti».
struttura corpo elettorale
La seconda riguarda la qualità dei contenuti postati. «TikTok- afferma Domenico Giordano, socio e spin doctor di Arcadia - è prima di tutto una piattaforma di contenuti video, e per questo risponde a logiche differenti rispetto a quelle tipiche dei social».
Ma pure per i soli 25 giorni che precedono le urne e che rischiano di essere un periodo troppo ristretto per costruire una strategia comunicativa efficace. Soprattutto per una piattaforma che da sempre vieta le inserzioni, a cui fanno massiccio ricorso i partiti su Facebook.
SALVINI CAPPELLO TIK TOK
Anche se, con l'inaugurazione del Centro elezioni, a garanzia di fonti affidabili, TikTok applicherà specifiche etichette ai contenuti individuati come relativi alle elezioni in Italia, oltre che a quelli proposti da account appartenenti a esponenti politici e partiti. «Faciliteremo l'accesso al centro a partire da popolari hashtag a tema elettorale, come #elezioni2022 ed #elezioni, in modo che chiunque ricerchi contenuti di questo tipo possa accedere al Centro in modo semplice» hanno fatto sapere da TikTok.
CARLO CALENDA TIK TOK 2
2 - I GIOVANI SENZA VOTO "NOI, AMBIENTALISTI E PER I DIRITTI IGNORATI DAI PARTITI"
Riccardo Luna per “la Repubblica”
saonggio fifucia dei leader
Ci guardano, da lontano, e non è un bello spettacolo. Sanno che il voto del 25 settembre «sarà uno spartiacque, una data fondamentale » (64 per cento); e sono quasi tutti consapevoli del fatto che il voto è un dovere civico che va sempre esercitato» (88 per cento); molti hanno anche riscoperto il senso della distinzione fra destra e sinistra (53 per cento, in grande crescita); ma temono che «con questa classe dirigente le cose non cambieranno mai» (87 per cento); e lentamente, ma inesorabilmente, si stanno allontanando dalla politica: cinque anni fa, prima delle precedenti elezioni, era considerata «fondamentale» dal 59 per cento degli intervistati, oggi dal 41. Un crollo. Per questo molti, forse, non voteranno.
giovani e voto
[...] In generale, quello che emerge, è un desiderio di attenzione che evidentemente, se anche ci fosse, non viene percepita: per esempio l'87 per cento chiede che i partiti «aprano le porte ai giovani perché tutto il Paese ne trarrebbe beneficio», un dato che stride con le scelte che invece i partiti hanno fatto al momento della composizione delle liste dei candidati.
LO SLOGAN SCEGLI DI LETTA BY CARLI
Il tema però non è di poltrone, bensì di valori: raddoppia in cinque anni il numero di quelli che vorrebbero «un leader politico capace di comprendere i problemi dei giovani»; e il 36 per cento vorrebbe che le proposte dei giovani fossero «prese in considerazione».
Quali? Su tutte vincono l'ambiente e il cambiamento climatico (34 per cento) e la qualità della scuola e delle università (31), davanti a disoccupazione e sanità e molto davanti a immigrazione e tasse.
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[...] Sono disillusi ma non qualunquisti: si autodefiniscono in maggioranza ambientalisti (29 per cento), progressisti (27) europeisti (27) e antifascisti (25) - mentre i sovranisti sono solo il 3 per cento e i fascisti il 2. Un dato che trova conferma nella cosiddetta "affinità" ai partiti con risultati che sembrano in teoria poter ribaltare completamente le previsioni elettorali: il partito che a cui la maggior parte dei giovanissimi si sente "molto" o "abbastanza vicino" è il Partito democratico (41 per cento), subito prima della Alleanza Verdi e Sinistra (39) che è addirittura il primo partito se consideriamo solo quelli che si considerano "molto vicini" ad un partito; Azione e Italia viva superano M5s; chiudono Fratelli d'Italia, Forza Italia e infine la Lega.
Ma le affinità non sono automaticamente voti, anzi. C'è intanto un problema di leadership: e il primo, con ampio margine, è il presidente del Consiglio Mario Draghi. Al secondo posto Giuseppe Conte, che pure è stato il presidente del Consiglio della Dad, la didattica a distanza che gli studenti hanno tanto patito. Conte arriva davanti agli altri leader di partito in tutte le categorie (competenza, credibilità, affidabilità, simpatia e vicinanza). Ma se dovessero votare oggi i giovanissimi premierebbero nell'ordine il Pd (19 per cento), M5s e FdI (17), Lega (10) Azione e Iv (8).
protesta davanti a una scuola di torino per la dad
Quanti andranno a votare e quanti invece si asterranno? Il dato dell'astensione giovanile, dicono a Swg, è in linea con quello delle altre classi di età: 34-38 per cento.
Ma i potenziali astenuti che si collocano nel campo del centrosinistra sono il doppio di quelli che si collocano nel centrodestra e nel centro [...]