DAGOREPORT
pietro labriola
Mentre nella tarda notte di ieri è arrivata nelle mani dei vertici di Tim, il presidente Salvatore Rossi e l’amministratore delegato Pietro Labriola, la lettera di risposta alle richieste di chiarimento del board, che di fatto rimettono la palla sull’Opa che non c’è nel campo dell’ex monopolista, tra gli addetti ai lavori si fa strada la voce secondo cui il fondo a stelle e strisce sia piuttosto diviso al suo interno.
henry kravis
Da un lato l’anima statunitense, più fredda sulla maxi-Opa da 33 miliardi di euro e arroccata sulla richiesta di due-diligence, e dall'altro quella europea, capitanata da Alberto Signori (con l’appendice romana di Andrea Zoppini). Sarebbe stato proprio lui a costruire il progetto, la famosa manifestazione di interesse non binding, che secondo indiscrezioni, è stata fatta così proprio per non farla passare per il comitato investimenti KKR Oltreoceano.
alberto signori
Tuttavia, a distanza di quattro mesi dall’annuncio, la manifestazione del fondo di Henry Kravis sembrerebbe finito nelle sabbie mobili. E ora gli americani avrebbero detto basta: in pratica Signori deve trovare il modo di uscirne senza lasciarci le penne. Quello che è certo è che la proposta di un’Opa “amichevole” sul 100% a 50 cent per azione, appartiene ai giornali di ieri: se non si ritira, Kkr potrebbe arrivare, dicono gli addetti ai livori, a 40 cent per azione.
dario scannapieco
Intanto Cdp sta alla finestra: Scannapieco in accordo con Draghi, Giavazzi e Colao sono fermi su un punto: noi dobbiamo salvaguardare l’interesse del Paese, quindi Rete unica e salvaguardia del nostro investimento (10%).