Carlotta Scozzari per "la Stampa"
ALBERTO CALCAGNO FASTWEB
Scoppia una pace da quasi 1 miliardo tra Tim e Fastweb, i due nemici-amici che collaborano nella rete di Fibercop e gareggiano in due cordate rivali per aggiudicarsi il cloud che ospiterà i dati della pubblica amministrazione.
Lo scorso agosto, le due società guidate dagli ad Luigi Gubitosi e Alberto Calcagno hanno siglato una transazione, in gergo tecnico settlement, che ha spazzato via la maxi causa con cui, appena a febbraio di quest' anno, Fastweb aveva convenuto in giudizio Tim davanti al tribunale di Milano chiedendole danni per 996 milioni di euro.
LUIGI GUBITOSI
Il contenzioso ruotava intorno alle presunte condotte illecite collegate al provvedimento A514 al termine del quale l'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), nel 2020, aveva sanzionato l'ex monopolista per 116 milioni, con l'accusa di strategia anticoncorrenziale nelle infrastrutture di rete a banda ultralarga (Tim ha pagato la multa ma ha impugnato la sanzione davanti al Tar).
La transazione con Fastweb segue l'accordo, analogo, che Telecom aveva siglato a maggio con Vodafone e che aveva sancito, dietro il pagamento al gruppo britannico di circa 150 milioni, la cancellazione di cause che sul bilancio dell'azienda italiana pesavano per oltre 2 miliardi. Tra queste, c'era quella, pure incentrata sul provvedimento A514 dell'Agcm, con cui Vodafone domandava danni per 100 milioni.
FIBERCOP
Nel caso di Fastweb, il regolamento dei conti ha avuto luogo soltanto in minima parte in contanti (si parla di qualche milione sborsato da Tim) e principalmente tramite accordi commerciali. Da ricordare che, se Telecom e la società controllata da Swisscom militano in cordate concorrenti per il cloud statale, i due gruppi lavorano insieme in Fibercop, che sta sviluppando una rete in fibra ottica fino a dentro le abitazioni secondo un modello di coinvestimento aperto a tutti gli operatori.
ALBERTO CALCAGNO FASTWEB
Proprio in questa chiave, ad agosto è entrata a far parte del progetto Iliad, che tuttavia ancora a settembre ha citato in giudizio Tim domandandole 120,4 milioni per presunta «applicazione alla clientela di condizioni contrattuali illecite in termini di vincoli temporali e oneri economici di recesso». Tale cifra va ad aggiungersi ai 242,8 milioni di richieste di risarcimento già avanzate dalla società telefonica francese con la contestazione di condotte anticoncorrenziali.
LUIGI GUBITOSI FRANCO BASSANINI
Resta, inoltre, in piedi l'altra maxi causa promossa sempre a partire dal provvedimento A514 dell'Antitrust: quella di Open Fiber (dove si è inserita anche Enel), che domanda 1,5 miliardi di danni al gruppo guidato da Gubitosi con cui almeno in linea teorica è ancora in ballo il progetto di rete unica nazionale a suo tempo disegnato dal governo Conte. In attesa di capire se anche questi procedimenti saranno cancellati con transazioni, gli accordi con Vodafone e Fastweb testimoniano il lavoro di pulizia di bilancio dai contenziosi avviato dall'ad di Tim Gubitosi, nel più ampio quadro della ristrutturazione societaria in corso. La pace raggiunta con Fastweb è un altro tassello di un mosaico che, nelle intenzioni del manager, dovrebbe consentire non solo di risollevare i corsi azionari ma anche di ritrovare la serenità con i primi soci di Vivendi.