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    DAGOREPORT - IL “DEGUBITO” DI TIM –  GUBITOSI UCCELLATO DAL PRESIDENTE SALVATORE ROSSI CHE, STREGATO DALLE SIRENE FRANCESI, HA ASSEGNATO TUTTE LE DELEGHE OPERATIVE A LABRIOLA. DI QUI, L’”EPURAZIONE” DEL CLAN DI GUBITOSI – ANCHE SE VENERDÌ PROSSIMO IL CDA DI TIM, SPINTO DA VIVENDI, RIGETTERÀ LA RICHIESTA DI KKR DI ESEGUIRE UNA DUE DILIGENCE SULLA SOCIETÀ, IL FONDO USA LANCERA' L'OFFERTA E FAR DECIDERE AL MERCATO - BATTAGLIA TRA GLI STUDI LEGALI CON KKR CHE HA CHIESTO ANCHE IL SUPPORTO DI ANDREA ZOPPINI, AVVOCATO CUI SI ATTRIBUISCONO RAPPORTI CONSOLIDATI CON IL MEF, IL QUIRINALE, LA CDP E GLI ORGANI DELLA GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA... 


     
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    SALVATORE ROSSI LUIGI GUBITOSI SALVATORE ROSSI LUIGI GUBITOSI

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    E per fortuna che doveva trattarsi solo “di una governance temporanea e in via di evoluzione” (La Repubblica). Una volta che il presidente di Tim Salvatore Rossi ha scommesso sulla vittoria dei francesi di Vivendi e ha assegnato tutte le deleghe operative al nuovo direttore generale, Pietro Labriola, è arrivato il diluvio sulla governance. 

     

    carlo nardello andrea vianello luigi gubitosi foto di bacco carlo nardello andrea vianello luigi gubitosi foto di bacco

    Dopo le “dimissioni” di Luigi Gubitosi, è stato fatto fuori il Chief Strategy Business Development and Transformation Officer Carlo Nardello, il manager cui si devono la crescita di TimVision e il contratto con DAZN (in duplex con De Siervo); via il Chief Technology & Operations Officer Nicola Grassi; infine ieri è toccato a Simone Cantagallo, capo della comunicazione istituzionale, uno dei pezzi forti della squadra dell'ex amministratore delegato, fare gli scatoloni e prendere la via dell’uscita. 

     

    SIMONE CANTAGALLO SIMONE CANTAGALLO

    E’ sopravvissuto chissà come Alessandro Picardi, Executive Vice President TIM nonché consorte dell’ex ministra Beatrice Lorenzin, che Gubitosi si era amorevolmente portato dietro dopo la fine della sua esperienza di direttore generale della Rai. Parigi, o cara…

     

    Ma il tradimento (mejo, “ho cambiato idea”: negli affari la parola voltafaccia non ha senso) più bruciante per Gubitosi –– si chiama Salvatore Rossi. Quando, in epoca primo governo Conte, era in ballo la poltrona di presidente Tim, forte del circa 10% di CDP, il sottosegretario grillino alla presidenza del Consiglio Fraccaro si adoperò in vari modi con l’Ad Fabrizio Palermo sulla bontà del nome dell’avvocato Michele Crisostomo (ora al vertice di Enel).

    luigi gubitosi alessandro picardi foto di bacco luigi gubitosi alessandro picardi foto di bacco

     

    Palermo cercò invano di convincerlo ma Gubitosi puntò i piedini, convinto che quella poltrona dovesse sostenere un fondoschiena di alto profilo come quello dell’ex direttore generale di Bankitalia. E come ricompensa, ecco il ‘’degubito” di Tim. 

     

    Va anche sottolineato che il siluramento di Gubitosi - che, oltre a un carattere insostenibile, di sciocchezze ne ha fatte tante (vedi le sue scuse agli azionisti per ben due “allarme profitti” e un terzo dovrebbe essere in arrivo) - è stato sollecitato da Bollorè (primo socio con il 23,8% del capitale) ma con il sostegno dei quattro quinti dei consiglieri, tra cui Assogestioni e il presidente di Cdp, Giovanni Gorno Tempini. I quali però non possono metter becco nel ‘french spoil system’ di Labriola che ha in tasca tutte le deleghe operative consegnategli da Rossi.

    pietro labriola pietro labriola

     

    Il prossimo CdA, previsto per il prossimo 17 dicembre, sarà molto interessante perché si vedrà se Gubitosi avrà ottenuto manleva totale e buonuscita piena per lasciare la poltrona di consigliere e far posto quindi a Labriola - che ha fatto presto a dimenticare che nel 2018, quando era dg del Brasile fu licenziato da Genish, e riassunto pochi mesi dopo da Gubitosi per guidare la controllata Tim Partecipacoes nel ruolo di ad. Comunque, finché non sarà nominato amministratore delegato di Tim, il tatuatissimo Labriola non lascerà la guida di Tim Brasil. 

     

    henry kravis. henry kravis.

    Al di là della governance, il principale tema del Cda del 17 dicembre sarà la valutazione della manifestazione di interesse da parte di Kkr (altro che “fantaOpa”). Henry Kravis, il presidente fan di Trump del fondo americano, ha detto chiaro e tondo che è disponibile a fare una valutazione “oggettiva” di Tim aumentando l’offerta da 11 miliardi e presentando un piano industriale nel quale sarà focalizzato che gli asset strategici di Stato non saranno messi in discussione. Ora il pallino passa a Rossi e compagni che dovranno stabilire la definizione dei tempi. Perché non è che l’inizio di una lunga battaglia, come è ben chiara dall’articolo che segue...

     

    giovanni gorno tempini e dario scannapieco foto di bacco 1 giovanni gorno tempini e dario scannapieco foto di bacco 1

    PS

    Con il 10% in tasca del capitale di Tim, Dario Scannapieco è in dubbio se far partecipare al Cda di venerdì prossimo il presidente di CDP, Gorno Tempini: vuole assolutamente evitare speculazioni su un eventuale ''concerto'' con Vivendi...

     

    I DUBBI DEL CDA DI TIM SULLA DUE DILIGENCE - KKR PRONTO AD ANDARE AVANTI ANCHE SENZA

    Francesco Spini per “la Stampa”

     

    pietro labriola pietro labriola

    Si fanno strada indiscrezioni secondo cui venerdì prossimo il cda di Tim potrebbe rigettare la richiesta di Kkr di eseguire una due diligence sulla società, un esame di quattro settimane che il fondo americano, nella sua lettera non vincolante, aveva posto tra le condizioni per presentare l'Opa sul gruppo telefonico. 

     

    BOLLORE' DE PUYFONTAINE BOLLORE' DE PUYFONTAINE

    I francesi di Vivendi non hanno mai nascosto la loro contrarietà all'offerta e ora stanno studiando a loro volta un piano per replicare il progetto del fondo: dividere la rete dalla società di servizi e, in tal modo, creare valore. Tra i consiglieri il tema sarebbe ancora dibattuto ma emergerebbero diverse obiezioni a una due diligence eseguita su una società quotata che, in quanto tale, è trasparente per definizione, sotto la vigilanza di Consob. 

     

    ARNAUD DE PUYFONTAINE ARNAUD DE PUYFONTAINE

    La novità, però, è che se anche questo scenario dovesse concretizzarsi, con il no all'esame da parte di Kkr, il fondo, a quanto risulta, sarebbe intenzionato a non abbandonare la partita. Insomma: potrebbe in ogni caso lanciare l'offerta e far decidere al mercato. 

     

    luca josi salvatore rossi luigi gubitosi luca josi salvatore rossi luigi gubitosi

    Non tanto su quale filosofia debba prevalere ma su chi debba condurre in porto il piano di separazione: Vivendi (disponibile a partecipare a una separazione della rete anche da una posizione di minoranza, con un controllo statale) o Kkr, che offre a tutti gli azionisti una via d'uscita immediata con un premio, seppure contenuto rispetto alla valorizzazione che ne potrebbe derivare. 

     

    giovanni gorno tempini foto di bacco 2 giovanni gorno tempini foto di bacco 2

    Nel frattempo in Tim il cda dovrà decidere se lanciare un nuovo allarme utili, da molti dato come probabile, ed è lotta contro il tempo per consentire al dg Pietro Labriola l'ingresso in consiglio come nuovo ad. Al momento non ci sarebbe ancora l'accordo sull'uscita dell'ex ad Luigi Gubitosi che, in cambio, vorrebbe - si racconta - una manleva totale. Per far spazio a Labriola sarebbe però disposto a uscire Luca De Meo, consigliere indipendente. 

     

    Intanto cresce la preoccupazione dei sindacati, contrari a «qualcosa che assomiglia allo smembramento» di Tim. Una soluzione «folle». A dar loro manforte è il leader leghista Matteo Salvini: ribadisce il «no» a «spezzatini o svendite» e richiama lo Stato che «non può rinunciare al proprio ruolo su un tema delicato come quello delle reti e delle telecomunicazioni».

     

    L'OPA SU TIM È GIÀ UNA BATTAGLIA TRA STUDI LEGALI

    Giovanni Pons per “la Repubblica”

    andrea zoppini andrea zoppini

     

    Non c'è solo la battaglia degli advisor finanziari intorno all'Opa su Tim paventata dal fondo Usa Kkr. La corsa ad accaparrarsi i migliori legali su piazza è altrettanto importante ai fini della vittoria finale. La prima peculiarità riguarda Franco Gianni del noto studio Gianni & Origoni, già al fianco di Luigi Gubitosi ma anche l'avvocato che sta consigliando Kkr, avvalorando così l'idea di una liaison tra il fondo Usa e Gubitosi. 

     

    E, a significare che la partita Tim si giocherà anche sui tavoli romani, Kkr ha chiesto anche il supporto di Andrea Zoppini, avvocato cui si attribuiscono rapporti consolidati con il Mef, il Quirinale, la Cdp e gli organi della giustizia amministrativa. Per dirimere la matassa dell'Opa preventiva, invece, il Comitato degli indipendenti di Tim ha chiamato Francesco Gatti dello studio Gatti, Pavesi, Bianchi Ludovici mentre lo studio Chiomenti è di nuovo vicino a Vivendi dopo la parentesi della battaglia contro Mediaset. Il grande assente, al momento, è Sergio Erede, ispiratore delle mosse di Colaninno nell'Opa del 1999. La campagna contro Blackstone pare non gli abbia giovato.

     

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