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    “TIME“ DI GUARDARSI INTORNO - I MIGLIORI REPORTAGE, SULLE TRACCE DELLE VITTIME DI CHERNOBYL E DEL PICCOLO ISSA, CHE FABBRICA MUNIZIONI IN SIRIA, O IN RUANDA DOVE, A VENT’ANNI DAL GENOCIDIO, TIRA ARIA DI RICONCILIAZIONE


     
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    da http://lightbox.time.com

    Gerd Ludwig ha fotografato Chernobyl dal 1993, tornando sul posto a cadenza fissa per registrarne i cambiamenti. Ha documentato il Reattore 4 come nessun altro, è andato a cercare le vittime delle radiazioni negli ospedali e negli orfanotrofi, ha visitato i luoghi che non saranno abitabili per i prossimi 24.000 anni.

    Kadir Van Lohuizen ha setacciato invece le zone del globo che rischiano di scomparire sotto al mare, da Miami all'India, mentre Lauren Fleishman dedica una serie di scatti alla Torre Eiffel, Gran Dama di Parigi, per il suo 125° compleanno.

    E' bellissimo il reportage di Pieter Hugo per il New York Times. Il fotografo è volato in Ruanda a vent'anni dal genocidio che ha sterminato un milione di persone e ha immortalato scene di riconciliazione. In ogni foto c'è un Hutu e un Tutsi, un carnefice accanto alla vittima, ovvero il risultato dello sforzo dell'organizzazione AMI (Association Modeste et Innocent): si fa un percorso insieme per chiedere e dare il perdono. L'accordo si chiude danzando e cantando.

    Non mancano le foto di Anja Niedringhaus, eccellente fotografa di guerra, che è stata uccisa in Afghanistan. Tornano anche le immagini di Hamid Khatib, il freelance della Reuters del quale poco si sa. Le foto narrano la storia di Issa, un bambino di dieci anni che vive ad Aleppo e lavora senza sosta in una fabbrica di munizioni per L'esercito Libero Siriano. Ma molti dubitano della loro autenticità.

     

     

     

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